Garbatella effetto notte
Sara Reale
Noir
Affiori Perrone Roma
2023
Pag. 207 euro 20
Valerio Calzolaio
Roma, Garbatella. Da ottobre 2021 a giugno 2022 (ancora tempi di pandemia). La graziosa giornalista e fotografa freelance Giulia Roversi, fisico asciutto, capelli corti, occhiali grandi, nata in una famiglia comunista e incontenibile idealista, da almeno sei mesi è stata abbandonata dalla Buonanima (dopo sedici anni di relazione) e non riesce ancora a farsene una ragione: dorme sempre male, non ha cura di piante e piantine in terrazza, fatica a tornare serena. Vive con la 14enne figlia Mina Piermartini, studentessa irrequieta, appassionata di sax, occhi chiari e intensi, carattere ombroso, piglio risoluto, fase oppositoria rispetto alla madre. Fortunatamente con loro c’è Ombra, vivace bastardina nera con la quale Giulia va spesso a passeggiare fra i lotti della borgata. Quel dì vede Marcella, innocua barbona con un minuscolo tetto sulla testa ma senza soldi né mestiere, appoggiata spaventata a un muro, accasciarsi d’improvviso dopo il rumore di un colpo. Diventa testimone di un omicidio. Indaga l’attempato basso tarchiato commissario Adriano Antonucci, pancia prominente e gonfia, aria sciatta e sudaticcia, occhi cicciotti, capelli scarsi, intelligente maestro verso propri sottoposti, generoso disinteressato amico verso tanti emarginati del quartiere, pur bisognoso (secondo moglie e medico) di un nuovo Regime Alimentare per colesterolo a 300 e trigliceridi a 200. Insieme, loro malgrado, Giulia, Mina e Adriano si sforzeranno di capirci davvero qualcosa, soprattutto dopo un secondo cadavere di senzatetto, fra morti e misteri precedenti, guerra di bande, il ragazzino di Tor Marancia in coma, esperimenti criminali. Nel prologo e alla fine ci saranno le reali famose “fiamme” al Ponte di Ferro, un’ipotesi plausibile su cosa possa essere accaduto.
Bell’esordio letterario per l’ottima funzionaria parlamentare Sara Reale (Roma, 1971), un omaggio (non solo nel titolo) alla Garbatella (dove anche lei vive): “molto più di un quartiere, molto più di un paese … una seconda famiglia, una filosofia di vita”. Anche grazie alle mille associazioni sul territorio (in particolare a Controchiave), lì ci si conosce tutti, nella buona e nella cattiva sorte, in assenza di manutenzioni e disinfestazioni, con muri scrostati e tetti bucati, con mille afflati comunitari, tanta vita che pulsa dentro e sotto. La narrazione è in terza varia al passato, i capitoli risultano brevi (in tutto quaranta), le descrizioni e i dialoghi efficaci. L’autrice insiste molto sui disagi psichici e sociali provocati dal distanziamento obbligato dalla pandemia; incrocia la trama giallo noir di fiction con contemporanee reali vicende a Roma (come l’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil e la successiva manifestazione di risposta); si diletta spesso con l’acuta disamina del punto di vista di ragazzi e ragazze, soli o in gruppo o in lotta; presenta con garbo e affetto alcuni luoghi del quartiere, mercati bar trattorie artigiani. Vari bianchi popolari ma Merlot laziale rosso con il carciofo (e il cervello alla romana). Giulia rimette i tasselli in fila ascoltando con le cuffiette la settima sinfonia di Beethoven rivisitata da Lentini, soprattutto all’entrata dei violini del secondo movimento. Poi ci sarà di nuovo tempo per le piante e il tenace limone.
v.c.
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