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Mons. Luigi Bettazzi, faro dello spirito evangelico, ricordato nel convegno a lui dedicato

locandina eventoMons. Luigi Bettazzi è stato un faro dello spirito evangelico, un illuminato, un intellettuale raffinato, un teologo che ha abbattuto muri e aperto nuove strade, mettendo in pratica, con dedizione e passione, lo spirito conciliare”. È uno dei tanti contributi, arrivati alla segreteria organizzativa del convegno, dedicato al ricordo di Mons. Luigi Bettazzi (Treviso 26.11.1923 – Albiano d’Ivrea 16.07.2023). “Mi stupisce di Dio quanto Lui mi ami e che mi vuole libero anche di negarlo”. Don Mario Colabianchi, parroco dell’Unità Pastorale “San Pietro – Cristo Re” di Civitanova Marche, diocesi di Fermo (Fm), ha dato inizio, con questa citazione di mons. Luigi Bettazzi, al convegno, alle ore 21,15, venerdì 10 maggio 2024, presso la sala “Don Lino Ramini”, via del Timone 14, Civitanova Marche (MC).

Aldo Caporaletti, curatore di tutti gli incontri di spiritualità, promossi dall’Unità Pastorale “San Pietro – Cristo Re”, volti a ricordare testimoni del passato, ha portato alla conoscenza del pubblico, presente in sala, il profilo professionale degli ospiti, invitati a parlare di Mons. Luigi Bettazzi: Luigi Accattoli, Fulvio Fulvi e Sergio Paronetto. Mons. Bettazzi, sentendo prossimo l’incontro con Dio, era riuscito a terminare il suo testamento spirituale “A tu per tu con Dio”. Il libro è stato pubblicato postumo dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Nel corso della serata sono state lette alcune pagine del grazioso volumetto, scritto con un linguaggio immediato, preciso e arguto. “Da tempo mi colpisce il discorso su Dio”. È l’incipit del libriccino. “”Benedici il Signore, anima mia”. È la conclusione del testamento – benedizione di un patriarca alla sua chiesa e alla società civile.

Luigi Accattoli, giornalista, scrittore, è nato a Recanati nel 1943, vive a Roma. Studi in Lettere Moderne all’Università di Roma, dal 1973 al 1975 è redattore della rivista Il Regno alla quale collabora tuttora. Nel 1975, alla sua fondazione, entra nella redazione del quotidiano “La Repubblica” come Vaticanista, qualifica che mantiene al Corriere della Sera, a cui passa nel 1981 e vi resta per quasi trent’anni, fino al 2009. È autore dei libri: Giovanni Paolo. La prima biografia completa (San Paolo, 2006), una prima edizione è tradotta in 9 lingue; Quando il Papa chiede perdono. Tutti i mea culpa di Giovanni Paolo II (Leonardo, 1997), tradotto in 8 lingue e ripubblicato negli Oscar Mondadori. Vaticano. Vita quotidiana nella città del Papa (Arsenale, 1998), tradotto in 4 lingue.

Sergio Paronetto, saggista, nato a Treviso (stessa città di Luigi Bettazzi) nel 1946, ha insegnato per 40 anni nelle scuole superiori (ricordo l’Istituto Tecnico Luigi Einaudi di Verona), in cui ha curato percorsi di educazione alla pace. Dal 1971 al 1973 ha svolto in Ecuador il servizio civile alternativo al militare. Negli anni ’80 è tra i promotori delle assemblee in Arena, suscitate dai Beati i costruttori di Pace di Don Albino Bizzotto, dove incontra Alex Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo. Negli anni ’90 aderisce a Pax Christi, di cui è stato vicepresidente nazionale e presidente del Centro Studi. Fa parte del Gruppo per il pluralismo e il dialogo, del comitato scientifico dell’Istituto di storia della Resistenza di Verona e della redazione del Mosaico di Pace.

Fulvio Fulvi, redattore di Avvenire, giornalista e scrittore, nato a San Severino Marche nel 1958, vive a Milano. Dopo le esperienze nelle radio private, è stato redattore dei quotidiani: Il Messaggero e Il Centro. Dal 2010 lavora all’Avvenire, attualmente alla redazione Interni. È cultore di cinema, letteratura e musica. È autore dei saggi: Poliziotti senza paura. Stelvio Massi e il cinema d’azione (Foglio Letterario, 2010); Il vero volto di Don Camillo. Vita e storie di Fernandel (Ares, 2015); Lo spirito di Giulietta Masina, storia di un’antidiva (La Fronda, 2021, prefazione: Goffredo Fofi). Per l’attività di scrittore ha ricevuto i premi: Gold Media Marche nel 2015 e Bronzi di Riace nel 2021, a Reggio Calabria

Luigi Accattoli e Sergio Paronetto hanno dialogato tra loro per tutta la serata con Fulvio Fulvi, coordinatore e moderatore degli interventi. Luigi Accattoli ha ricordato con un groppo alla gola l’amico fraterno Carlo Di Cicco, autore della post fazione nel libro “A tu per tu con Dio”. Doveva esserci anche lui alla serata, ma la morte improvvisa, avvenuta il 15 aprile scorso, l’ha sottratto a quanti gli volevano bene. Di Cicco, ha ricordato Luigi Accattoli, era una persona semplice, nato povero e amico dei poveri, estremo combattente per la pace, amico di don Tonino Bello e di Luigi Bettazzi. Aveva rifiutato la cartolina precetto per il servizio militare di leva ed aveva accettato di andare in carcere. Allora non esisteva ancora la legge sull’obiezione di coscienza. Tutta la sua vita è stata una continua testimonianza di fede e di impegno civico. Ha diretto il bollettino di Pax Christi con Luigi Bettazzi e Tonino Bello. Nel 2007 fu nominato vice direttore de “L’Osservatore Romano”. Era molto vicino a Benedetto XVI e a Papa Francesco.

Nel suo testamento spirituale mons. Luigi Bettazzi ripete per ben sei volte l’espressione “A tu per tu con Dio”, come attesa dell’incontro finale. Chi crede che la vita presente sia la preparazione di quella futura, la morte deve essere desiderata come il viaggatore vuole arrivare alla fine del proprio viaggio. Questo non vuol dire rassegnazione passiva ma impegnarsi perché il Regno di Dio diventi sempre più quello degli uomini e delle donne del nostro tempo. Il paradiso o l’inferno li costruiamo giorno per giorno. Sta a noi percorrere e promuovere cammini di pace, di solidarietà, di amore verso gli altri e verso il creato. “Dio vide che era tutto buono quello che era uscito dalle sue mani. La pace è il cuore del Vangelo. Se vuoi la pace, occorre promuoverla, educarsi ed educare gli altri. Il dialogo è alla base di ogni rapporto tra singoli, tra le istituzioni e gli stati. Mai si deve alzare il dito che accusa l’interlocutore di turno. Se lo fai, ci sono sempre tre dita che si alzano contro di te. Esse fanno riferimento alle tue colpe del passato, del presente e del futuro. Occorre sempre chiedere perdono a Dio e agli uomini per le proprie mancanze.

Mons. Luigi Bettazzi ha amato, seppure a modo suo, la propria chiesa. Nella sua lunga vita ha sempre guardato al futuro del mondo. Ha visto anche la deflagrazione della guerra in Ucraina. Non doveva mai scoppiare una tragedia simile. Non è stato fatto abbastanza per mettere a tacere le armi fin dall’inizio del conflitto. Si è pensato solo ad alimentare la guerra. Solo dopo sessanta giorni qualcuno ha iniziato a parlare di comporre il conflitto con la diplomazia. Nel corso dell’intervista, trasmessa in video da Famiglia Cristiana per il sessantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, mentre scorrono le terribili immagini della guerra in Ucraina, fanno da controcanto le parole accorate di mons. Luigi Bettazzi, il suo invito alla pace, da costruire, proporre e difendere, il tutto detto con un linguaggio semplice e convincente. La pace è il cuore della democrazia contro i poteri occulti. Costituzione e Vangelo, Chiesa e Cristo sono stati i far che hanno illuminato la sua vita

Nell’intervista, il vescovo ricorda anche il suo primo incontro con don Tonino Bello a Trecase, in Puglia. Don Tonino Bello, subentrò nel 1985 alla presidenza di Pax Christi, quando il vescovo d’Ivrea assunse la guida di quella internazionale. Quando muoiono due così grandi testimoni di pace, innamorati della vita, dei poveri, dei fragili, degli ultimi, di Gesù Cristo, della Chiesa e di Dio, diventiamo tutti più poveri. Dobbiamo solo pregare e sperare, credenti e non, che ne nascano altri. Abbiamo tutti bisogno di sentinelle che ci dicano a che punto siamo della notte. Rileggere tutte le quattro costituzioni conciliari: Lumen Gentium, Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, Gaudium et Spes, assieme all’Enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, è stato il pressante invito rivolto ai presenti da Sergio Paronetto e Luigi Accattoli.

Raimondo Giustozzi

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