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Santa Lucia di Morrovalle: dal gioco delle bocce al Circolo Acli Anni di passione sportiva, di aggregazione, di feste e di volontariato

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di Raimodo Giustozzi

Il bocciodromo

“La società bocciofila “Santa Lucia” fu fondata nel 1972 grazie ad alcuni simpatizzanti delle bocce: Bedini Luigi, Petroselli Mario, Giosuè Otello, ai quali si aggiunsero Garbuglia Umberto e Stefoni Sesto. I soci fondatori misero a disposizione le loro capacità professionali, sacrificio e passione per la realizzazione del bocciodromo coperto, con due corsie, costruito sul terreno avuto in affitto dalla parrocchia San Bartolomeo di Morrovalle.  Nel marzo 1973 la “Santa Lucia”, presieduta da Mario Petroselli, scelse di affiliarsi alla F.I.S.B. (Federazione Italiana Sport Bocce), una delle due federazioni allora esistenti.

Il 18 maggio dello stesso anno fu inaugurato il nuovo bocciodromo con una gara ad invito riservata a 16 terne di C, nella quale erano rappresentate tutte le società del comitato provinciale di Macerata. I primi a scrivere i loro nomi nell’albo d’oro furono Cavalieri Osvaldo, Foresi Ornello e Marcucci Stefano (Maceratese). Nel settembre del 1973 gli allievi Grassetti Gianmario e Spernanzoni Stefano conquistarono la prima vittoria della “Santa Lucia”. Dal 1973 al 1977 furono vinte quattro gare regionali, due campionati provinciali a coppia di B e di C. Il 25 giugno 1977 a Reggio Emilia arrivò l’oro più prestigioso con la conquista della maglia tricolore da parte della coppia di categoria C Grassetti Gianmario e Spernanzoni Marcello; il 26 giugno dell’anno successivo il solito Spernanzoni Marcello in coppia con Mattiacci Tarcisio conquistava la prima vittoria in una gara nazionale alla Santa Maria Loreto di Pesaro.

Dal 1978 al 1992 la “Santa Lucia” ha vinto oltre 20 gare nazionali e 30 regionali ed ottenuto altrettanti piazzamenti, l’atleta più importante è stato il bocciatore Pettinari Adriano in coppia con Trubbiani Massimo e successivamente con Micucci Stefano e Scocco Ennio, inoltre si sono distinti per le loro vittorie Cioppettini Filippo-Renzi Giovanni e Mattiacci Tarcisio in coppia con Camperio Pierino e Spernanzoni Stefano.  Tra il 1973 e il 1985 la “Santa Lucia” ha avuto ottimi risultati dai circa quindici cartellinati giovanili, tra i quali spicca il nome di Del Medico, vincitore di 4 gare nazionali.

Nel frattempo alla presidenza della società, dopo dieci anni, a Mario Petroselli subentrò Gian Luigi Giosuè che riuscì a far indossare le maglie della Santa Lucia alla mitica coppia di Adriano Pettinari- Massimo Trubbiani. Nel 1997 la società, non disponendo di sufficienti risorse economiche per adeguare la sua struttura alle nuove norme di sicurezza, non rinnovò la propria affiliazione. I soci rimasti confluirono nella bocciofila “Michelangelo” in via Michelangelo N° 160, fondata il 23 aprile 1974 nei locali del bar Compagnucci, a Trodica di Morrovalle, per volontà di alcuni appassionati” (http://www.sportgiovani.provincia.mc.it/societa/bocciofila-morrovalle/).

Ricordo l’inaugurazione del bocciodromo, 18 maggio 1973, e le prime gare provinciali. Boccia a punto dichiarava il giocatore e partivano colpi secchi che snidavano la boccia avversaria posta vicino al pallino. Non giocavo a bocce ma frequentavo il bocciodromo, dopo cena. Era il punto di ritrovo per uscire e fare quattro chiacchiere con la gente. Funzionava anche il bar gestito dalla famiglia Garbuglia. Chiedevo una birretta corretta con la gazzosa. Questo bastava per spegnere la sete soprattutto nelle serate afose. Alla domenica, nelle gare provinciali o regionali, arrivavano giocatori dalle diverse bocciofile affiliate alla F.I.S.B. C’era un concorso di pubblico che per la piccola frazione di campagna era davvero una novità. Solo alla festa di San Vincenzo Ferreri si vedeva tanta gente. Nei giorni feriali il bocciodromo era frequentato dai giocatori locali che si allenavano tra loro. Terminato il lavoro nei campi o nella vicina fabbrica metal meccanica di Giosuè Otello & Remo, una cena veloce consumata in famiglia e si giocava nel bocciodromo.

Ho potuto seguire le vicende della società bocciofila “Santa Lucia” solo nei primi tre anni. Nel 1976 prestai il servizio militare prima a Siena (CAR), poi a Firenze (Ospedale Militare San Gallo). Mi congedai il 10 febbraio 1977 e il 3 marzo dello stesso anno ero in Lombardia, a Giussano (Mb), dove sono rimasto fino al 1996, anno del mio trasferimento a Civitanova Marche. Nei primi anni della mia nuova residenza preferii conservare nel cuore i ricordi che avevo del mio ambiente di nascita anche per non avere delusioni. Qualcuno mi aveva detto che non avrei trovato nulla di quello che avevo lasciato. Non sono mai stato così ingenuo da non capire che noi cambiamo con il mutare dei tempi. La sincerità che ho sempre coltivato è un’altra cosa. Ho imparato comunque che i legami con il proprio ambiente di nascita sono più forti quando si è lontani e non si corre il pericolo di sovrapporli al presente, ovunque si viva.

In un giorno imprecisato di tarda estate, forse il 1999 o 2000, mi ritrovai così per caso nella piazzetta davanti alla chiesa di Santa Lucia e vidi sull’altro lato della strada alcuni ragazzi che riconobbi subito. Erano una parte del direttivo ACLI: Pierino, Sandro, Francesco, Beniamino. Li avevo lasciti ragazzi e li ritrovai uomini maturi con moglie e figli. Riallacciai subito i rapporti, e quando avevo tempo, ritornavo nella piccola frazione di campagna, soprattutto in occasione della festa o in altre occasioni.

Il Circolo ACLI

Nel 1997 con la chiusura del bocciodromo e del bar gestito dalla famiglia Garbuglia per i pochi residenti del posto non rimaneva nulla per potersi incontrare. Chi frequentava il bar dopo cena doveva spostarsi fino a Morrovalle. Quelli che non amano le chiacchiere al bar vivono come atomizzati. È il periodo più triste per la frazione. Ognuno corre dietro al proprio lavoro ma non sa dove andare per incontrare gli amici con i quali si è cresciuti pur insieme, frequentando la locale Scuola Elementare o ritrovandosi alla domenica mattina alla messa celebrata da don Eugenio De Angelis. L’epoca di don Primo Antonelli, della morra gridata a squarciagola tra una “foglietta” e l’altra davanti al bar Garbuglia, “Scialò”, dopo la messa, appartiene ad un’altra generazione.

Corre via quasi tutto un decennio ed il posto diventa sempre più abbandonato fino ad arrivare al 1999. È l’anno della svolta. Alcuni ex ragazzi, diventati ormai grandi e con famiglia, decidono di fare qualcosa per uscire dall’isolamento. Viene in loro aiuto don Luciano Montelpare, il nuovo parroco di Morrovalle, che ha come obiettivo quello di rivitalizzare le contrade: Santa Lucia e Borgo Pintura. Il gruppo di amici esce allo scoperto per partecipare al Carnevale organizzato in paese. Cercano una visibilità anche esterna e ci riescono in pieno. In tanti parlano di loro. Si autofinanziano, 100,00 € a testa, per acquistare un tendone capace di contenere 350 posti.

Nel frattempo il Comune recupera e mette a norma l’edificio delle Scuole Elementari. L’intenzione è quella di darlo in mano ad una qualche associazione che ne faccia richiesta. Gli amici, il nucleo di quello che sarà poi il Circolo ACLI, stipulano un accordo con l’Ente Locale. Saranno loro a gestire l’immobile in contrada Santa Lucia. Per il primo maggio dell’anno successivo acquistano venti chilogrammi di porchetta. Contano su una partecipazione di folla. Vengono solo poche persone. La porchetta se la devono mangiare quasi tutta loro, fino al mal di stomaco. Ma non demordono. Nel 2001 avviene l’inaugurazione ufficiale dei locali. Il comune, dando loro l’immobile, non si fa illusione. Tempo un anno e le Scuole Elementari di Santa Lucia saranno date ad un’altra associazione. E loro invece partono ed alla grande. Si trasformano in Circolo ACLI e ci danno dentro ad organizzare anche convegni che richiamano tanta gente.

Don Vincenzo Galliè parla del territorio di Santa Lucia e della vicina Pausula in epoca romana. Il prof. Marco Moroni tiene una dotta conferenza sul paesaggio marchigiano agli inizi del Novecento, così diverso da quello che abbiamo oggi. Il gruppo di amici intanto cresce, fino a raggiungere le venti unità. Rimarranno in dodici, come gli apostoli. Mi si perdoni il paragone che non vuole essere affatto irriguardoso perché le cose stanno proprio così. Tra loro hanno un cuor solo ed un’anima sola e mettono tutto in comune, soprattutto il tempo. Ogni decisione viene condivisa da tutti. Sono bandite l’invidia e la gelosia.

Riportano in auge la festa di San Vincenzo Ferreri dopo venticinque anni di oblio, realizzano il campo di calcetto annesso all’edificio, tinteggiano i locali; tra di loro ci sono falegnami, elettricisti, fabbri, muratori, pittori ed in breve apportano alla struttura tutte le migliorie del caso. Prolungano di tre giorni la festa di San Vincenzo ed inventano “I vincisgrassi delle vergare”, un momento gastronomico che attira sempre più visitatori. Nel 2007 non si contano le iniziative: il Carnevale in paese, il presepio vivente, la via Crucis, la notte di Guarnerio, la gara di mountain bike, il torneo di calcetto, la gara di briscola alla quale partecipano fin dai paesi limitrofi: Montecosaro, Civitanova, Monte San Giusto, Montegranaro. Memorabile la performance del sodalizio, in estate, quando portò sulla scena alle scene e realizzò con propri attori lo spettacolo de “I Promessi Sposi” dato una prima volta a Santa Lucia e replicato poi nella piazza Mazzini di Morrovalle.

Santa Lucia di Morrovalle! Ci ritornai da figliol prodigo, Domenica 11 Novembre 2007. L’occasione era data dalla festa dell’anziano alla quale potevano comunque partecipare tutti. Non potevo non accettare il pressante e garbato invito fattomi dal compianto Remo Giosuè. Messa al mattino alle 11.45, officiata da un frate passionista e pranzo nei locali della scuola, sede del Circolo ACLI. Il menù dei più ricchi: antipasto, polenta, salsicce, carne di vitello, patate, insalata, il tutto innaffiato da un ottimo vino novello delle cantine Lucangeli. Centocinquanta i commensali, tanti i bambini che erano con le loro mamme, presente anche il parroco di Morrovalle, don Giordano Trapasso. Dopo il pranzo, un lieto intrattenimento con scenette, poesie in lingua, in vernacolo e canti. Grazie, Francesco Giosuè, Beniamino Berto, Paola Gabellieri, Pierino Gatti, Sandro Garbuglia, Claudio Pandolfi, allora presidente del Circolo e tutti gli altri del gruppo dei dodici. Scambiai quattro chiacchiere e raccolsi informazioni solo dai primi cinque, ma sapevo che erano in dodici.

Il Circolo ACLI di Santa Lucia organizza cose belle perché la gente stia insieme, si conosca, si voglia bene e si rispetti in momenti di convivialità ma anche di crescita culturale. Borgo Santa Lucia deve molto a voi tutti. State sempre uniti, come lo siete stati fino ad ora e le iniziative si moltiplicheranno in un crescendo di soddisfazioni per voi e per tutti quelli che vi seguono e vi stimano. Dopo ventitré anni di attività il Circolo ACLI di Santa Lucia chiede ai giovani di entrare a far parte del sodalizio. I ragazzi di trent’anni fa non sono più tali. Il tempo passa per tutti. Chiedono di essere affiancati dai giovani. Questo mi chiedevano Claudio Calvani, il nuovo presidente del Circolo e Pierino Gatti, membro del direttivo, incontrati sabato 20 aprile di quest’anno, a Morrovalle, presso la chiesa di Sant’Agostino, per un convegno indetto dall’Archeoclub di Morrovalle, nell’ambito del progetto “Borghi Aperti”, dove si è parlato di Morrovalle, di Santa Lucia e di San Claudio – Pausula nella ricerca storica.

Raimondo Giustozzi

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