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Basta pensare che abbiamo sempre torto noi

Senza titolodi Angelo Bruscino, HUFFPOST

 

L’Occidente contro cui marciamo è meno peggio di quel che pensiamo e sicuramente l’alternativa non è Pechino, Teheran, Caracas e Mosca. Fra guerriglieri pseudomarxisti, jihadisti, narcotrafficanti e chavisti, il Global South non ne azzecca una.

L’Occidente non è perfetto. Israele, gli Stati Uniti, la UE avranno commesso tanti errori, anche gravi. La NATO avrà anch’essa sbagliato, certamente. Ma come non vedere nell’attuale caos internazionale le responsabilità del Global South? Non emendabili con la litania terzomondista delle “colpe dell’Occidente e della colonizzazione”? Come non vedere che in questo momento c’è uno scontro che, da una parte vede le democrazie liberali euroatlantiche, con tutte le loro contraddizioni e imperfezioni, e dall’altra regimi dispotici, teocratici e totalitari? Come non capire che da una parte c’è un aggredito e dall’altra un aggressore?

Eppure, in Occidente, frange liberal e con la pancia piena guardano con occhio benevolo al Global South, accecati dal pensiero postcoloniale à la Frantz Fanon, scambiando per romantici Che Guevara gruppi clerico-fascisti, terroristi jihadisti e potenze che fanno del nazionalismo reazionario e aggressivo, come la Russia, la loro raison d’être. Com’è possibile? Facile simpatizzare per il comunismo quando hai la pancia piena, e mica devi vivere in un regime stalinista. Questa era la contraddizione che un vero marxista come Pasolini imputava agli studenti di Valle Giulia negli anni ‘70. Certo, il radicalismo ha fatto addirittura un passo indietro, se invece di simpatizzare per Ho Chi Min e Mao, oggi confondiamo il guevarismo con Hamas. Ma, alla fine, questo approccio risulta addirittura paternalistico ed etnocentrico: all’Occidente, comunque democratico e liberale, non perdoniamo nulla, al Global South, spesso illiberale, corrotto, se non dittatoriale, perdoniamo tutto.

Retropensiero: perché non sono capaci a ben governarsi da soli? E la colonizzazione occidentale non può essere la causa di tutto e la scusa per tutto. In quasi tutti i paesi sorti dalla decolonizzazione, sono andati al potere i guerriglieri delle lotte di liberazione nazionali appoggiati da Mosca, pasciuti al verbo marxista, magari appreso nelle università europee ed americane. Questi leader, invece di marciare verso il Sol dell’Avvenir, hanno creato burocrazie corrotte che distraevano i soldi della cooperazione per ingrassare i loro amici.

Tutta colpa dell’Occidente? Nel caso mediorientale, anche qui, sarebbe tutta colpa di Israele. Eppure, sono gli arabi che hanno rifiutato almeno cinque volte la soluzione “due popoli due Stati”, proposta da Onu e proprio da Israele. Salvo aggredire nuovamente Israele, e poi uscire sconfitti, portando all’occupazione della Palestina; da parte di Giordania ed Egitto, ben prima d’Israele, giova ricordarlo. Israele ha trasformato una landa desertica nella start-up nation. Cosa hanno fatto le élites palestinesi – residenti a Doha, fra l’altro – con i soldi della cooperazione? Israele è responsabile della nabka, l’esodo palestinese. E gli ebrei scacciati dal Medio Oriente e che non vi possono più tornare?

Allora, diciamoci la verità. Non ci sono i buoni o i cattivi, c’è la politica, con le sue contraddizioni. Non c’è un Occidente capitalista e cattivo contro il “buon selvaggio” precapitalistico del Global South, di rousseauiana memoria.

L’Occidente contro cui marciamo è meno peggio di quel che pensiamo e sicuramente l’alternativa non è Pechino, Teheran, Caracas e Mosca. Fra guerriglieri pseudomarxisti, jihadisti, narcotrafficanti e chavisti, il Global South non ne azzecca una. Con il giustificazionismo verso Hamas, ora, abbiamo raggiunto l’apice del peggio.

È ora di avviarci a spingere le fragili opinioni pubbliche non occidentali ad assumersi la responsabilità di regimi improponibili, con i quali non sarà mai possibile garantire a quelle popolazioni sviluppo e libertà.

 

di Angelo Bruscino, HUFFPOST – 17 Novembre 2023 alle 16:28

 

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