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Porto Recanati “Report” Chiarimenti del Sindaco

Vogliamo dare dei chiarimenti sulla vicenda del caporalato che Report questa sera ha portato in prima serata su RAI
3.
Quando ad ottobre del 2021, precisamente cinque giorni dopo il nostro insediamento, abbiamo risposto al
questionario ANCI in relazione alla problematica del caporalato, non ci siamo inventati una realtà parallela nella
quale abbiamo messo nero su bianco le nostre fantasie, ma ci siamo limitati a rispondere fornendo tutte le
informazioni richieste circa la presenza di lavoratori agricoli sul nostro territorio e le condizioni alloggiative dei
migranti.
I dati che abbiamo riportato nel questionario sono stati forniti dall’Ufficio dei Servizi demografici, la cui Dirigente ha
lavorato insieme a noi per rispondere in modo puntuale e dettagliato alle informazioni richieste.
La domanda era molto chiara: «Ci sono lavoratori agricoli che soggiornano nel vostro territorio?».
Altrettanto chiara è stata la risposta, ovvero che ci sono sia lavoratori stagionali temporanei sia lavoratori stanziali
nel lungo periodo. Il numero 500, comunicato in occasione dell’indagine, è frutto dell’analisi delle residenze e delle
ospitalità che annualmente vengono depositate presso i nostri uffici, fenomeno emerso maggiormente anche in
corrispondenza della richiesta dei nulla osta all’emersione in seguito all’art.103 del decreto-legge 34/2020.
I dati provengono dalle dichiarazioni che i richiedenti la residenza rendono ai Vigili in sede di verifica della dimora
abituale. Provengono inoltre dalle dichiarazioni di ospitalità che gli stranieri stessi depositano alla Polizia Locale per
la pubblica sicurezza. Sono inoltre confermati dalle indagini dell'Ispettorato del lavoro, dei Carabinieri e della Guardia
di Finanza che hanno fatto emergere questo fenomeno dello sfruttamento in agricoltura, che trova nel nostro Hotel
House la dimora abituale dichiarata.
Un’analisi che tiene conto di tutte le colture della zona durante le stagionalità agricole, proprio quando la pressione
dei dimoranti in Città aumenta in modo significativo.
Che a Porto Recanati non ci siano campi da coltivare è abbastanza evidente, così come è evidente che non ci sono
baraccopoli o tende. Se nel questionario fosse stato questo l’unico dato ad essere richiesto, allora la polemica
avrebbe avuto certamente un senso. Al contrario, in linea con le informazioni richieste dall’indagine, abbiamo
riportato scrupolosamente la natura delle condizioni alloggiative, descrivendo la realtà delle condizioni degli stranieri
che dimorano in Città. Ne abbiamo sottolineato l’informalità e l’abusivismo, spiegando che gran parte degli alloggi
sono sotto procedura esecutiva, all’asta o con all’interno inquilini morosi o sotto sfratto che, tuttavia, subaffittano gli
appartamenti, superando di gran lunga il numero degli inquilini permessi.
In pratica non abbiamo fatto altro che descrivere quella che è la realtà del condominio Hotel House, descrivendola
nel suddetto questionario.
Ma tutto ciò è ben noto ad una parte della minoranza alla quale, nell’esercizio delle proprie competenze, è stato
fornito il questionario con tutte le riposte presentate all’Anci il 13 ottobre del 2021.
Ci sorprende che le opposizioni continuino ad affermare che abbiamo mentito allo Stato descrivendo una situazione
non veritiera. Per l’ennesima volta, come gli struzzi, mettono la testa sotto la sabbia senza andare a verificare la
realtà dei fatti. È questa loro polemica sterile, insieme al continuo susseguirsi di denunce a trasmissioni televisive, a
ledere l’immagine della Città, non la nostra risposta al questionario che fotografa una realtà presente.
Troviamo paradossale che una minoranza che ha governato Porto Recanati per vent’anni non abbia contezza dei
flussi di migranti nel proprio territorio. Invitiamo i Consiglieri a fare un giro all’Hotel House e nei casolari abbandonati
della valle del Potenza, la mattina presto, durante i periodi di raccolta, in modo da potersi rendere conto del
fenomeno.

È nostra premura sottolineare che la partecipazione al questionario ANCI non nasce come manifestazione di
interesse per la partecipazione al fondo PNRR, ma si è trattata di un’indagine sociologica presentata da tale Ente
rivolta a tutti i Comuni.
Solo in seguito il Ministero, con il decreto di riparto, ha deciso di utilizzare la mappatura elaborata dall’ANCI per
ripartire i fondi del PNRR. Ci si chiede, come mai Porto Recanati? Per il semplice fatto che la stragrande maggioranza
dei Comuni non ha risposto al questionario ANCI, che è stato alla base della ripartizione delle risorse.
Fin dall’inizio la nostra Amministrazione ha voluto gestire l’iniziativa in maniera partecipata con la Regione, l’Anci,
Enti bilaterali, organizzazioni sindacali e altri Enti pubblici di riferimento. Lo scopo dell’azione è sociale, con la
volontà di creare poli per l’emersione, in grado di offrire servizi alle persone e accompagnarle verso percorsi di
legalità e integrazione sociale e lavorativa. La nostra Amministrazione non ha nessuna intenzione di creare ghetti di
accoglienza, ma allo stesso tempo non ha nessuna voglia di far finta che nel nostro territorio non dimorino stranieri
sfruttati in agricoltura, che vivono in condizioni alloggiative poco dignitose e che quotidianamente si spostano per
andare a lavorare nei campi della vallata del Potenza.
In ogni caso, ad oggi siamo ancora in attesa di evoluzioni circa la progettualità della missione, così come tutti gli altri
Comuni beneficiari.
Non a caso quel finanziamento non è stato inserito a bilancio proprio perché risulterà aggiudicato solo alla
presentazione del progetto e alla firma tra le parti della convenzione, che non è ancora avvenuta.

Fonte internet

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