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Programma TAU/Teatri Antichi Uniti, rassegna regionale di teatro classico

PAOLA QUATTRINIRegione Marche, AMAT – circuito multidisciplinare di teatro, musica, danza e circo contemporaneo delle Marche –, MiC e 17 Comuni del territorio – Ascoli Piceno, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Corridonia, Cupra Marittima, Falerone, Fano, Macerata, Matelica, Monte Rinaldo, Osimo, Pesaro, Porto San Giorgio, San Severino Marche, Senigallia, Sirolo, Urbisaglia – rinnovano l’appuntamento con il TAU/Teatri Antichi Uniti, rassegna regionale di teatro classico che in una coniugazione funzionale e gradevole di beni e attività culturali offre l’opportunità di fruire i luoghi di interesse archeologico per la spettacolarizzazione restituendoli a un ampio uso. TAU Teatri Antichi Uniti è un prezioso luogo di incontro tra le ricchezze archeologiche della regione e i contenuti di spettacolo che da 25 anni è un fiore all’occhiello della scena nazionale. 41 appuntamenti in 18 splendidi siti della regione per una proposta che spazia dalle migliori esperienze della scena nazionale ai lavori di talentuosi artisti Made in Marche.

 

Tanti i protagonisti di questo viaggio nel teatro classico. Alessandro Preziosi con Le idi di marzo giunge il 13 luglio al Teatro Romano di Falerone, un recital che ripercorre la tragica vicenda raccontata da Shakespeare nel Giulio Cesare partendo dal punto di vista dei quattro protagonisti Cesare, Marcantonio, Cassio e Bruto. Enrico Lo Verso con otto attori e la regia di Alessandra Pizzi racconta il 16 luglio all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia e il 5 agosto al Parco Miralfiore di Pesaro un’opera di Platone, L’apologia di Socrate, che ripercorre le tappe salienti di quel lungo soliloquio che getta le basi per un sentire moderno, in cui all’omologazione del pensiero contrappore la capacità di autoanalisi. Nella Piccola Odissea in scena il 21 luglio all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia e il 22 luglio al Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno, Andrea Pennacchi restituisce al pubblico il sapore della narrazione orale dell’opera considerata “il racconto di racconti” proponendone una versione a più voci, che dà il giusto peso anche alla ricca componente femminile. Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena italiana, da molti anni lavora intorno ai grandi temi e archetipi della mitologia. Tra i personaggi più frequentati in questo lungo dialogo con le radici del teatro occidentale c’è Cassandra che giunge in scena al TAU in Cassandra o dell’inganno il 22 luglio all’Anfiteatro Romano di Suasa in collaborazione con Collettivo Collegamenti per Insuasa Festival. Il 26 luglio a Matelica (Giardini Uffici comunali) risuonano le parole di Menecmi, commedia degli equivoci che trae le sue origini dalla commedia latina del III secolo avanti Cristo firmata da Plauto. A dare corpo e voce alla pièce un grande attore come Francesco Montanari guidato dalla regia di Enrico Zaccheo. Paola Quattrini il 27 luglio nel Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno dà grande prova di attrice per uno dei testi più alti della drammaturgia di ogni tempo, Ecuba. In scena con lei una nutrita compagnia di cinque attori diretti da Livio Galassi. Odissea un racconto mediterraneo, progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, è il racconto di uno dei testi fondativi della cultura occidentale affidato a cantori contemporanei e riportato all’oralità delle sue origini. Giunge al TAU in due tappe. Il 29 luglio all’Area Archeologica Santa Maria in Portuno a Corinaldo con Mario Incudine e Antonio Vasta, coppia di artisti affiatata che unisce recitazione e musica, protagonisti de Il Ciclope, canto IX, primo “cunto” di Odisseo, trascinando il pubblico dentro le storie con un’energia difficile da dimenticare. A Porto San Giorgio il 1 agosto – in collaborazione di Proscenio Teatro per Epos – David Riondino e Dario Vergassola con ironia, intelligenza e irriverenza raccontano L’ultima Odissea. I patti di pace, canto XXIV che contiene un messaggio di speranza nel futuro. Enzo De Caro, accompagnato dalle musiche al pianoforte di Francesco Mancarella e al beatbox da Filippo Scrimieri e la regia di Alessandra Pizzi, in Un’Odissea infinita, il 6 agosto alla luce del tramonto all’Area Archeologica La Cuma di Monte Rinaldo, dà voce all’eroe omerico in una riuscita contaminazione con, tra gli altri, Dante, Lucio Dalla, Pascoli, Montale, Caparezza, Borges, Leopardi. Elena Bucci e Marco Sgrosso con Le belle bandiere, compagnia storica della ricerca teatrale italiana da loro fondata, portano in scena il 12 agosto alla ex Chiesa di San Francesco a Fano con Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita La canzone di Giasone e Medea da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh, un lavoro che indaga le molte versioni di una stessa storia e le ragioni diverse dei personaggi, cercando il ritmo che commuove e guida verso una possibile saggezza.

 

Nell’ottica della valorizzazione della creatività marchigiana, la nuova sezione TAU Made in Marche offre una ricca vetrina per le esperienze di qualità in 29 appuntamenti, incrociando percorsi con altre realtà che operano nel territorio come Collettivo Collegamenti per CollegaMenti Festival, Radici Festival e Insuasa Festival, Proscenio Teatro per Epos e i Teatri di San Severino diretti da Francesco Rapaccioni. Tanti gli artisti protagonisti in questi mesi estivi di spettacolo. Impossibile citarli tutti, ma non mancheranno Cesare Catà, Paola Giorgi, l’Associazione Culturale Nuova Linfa diretta da Simone Amabili, Francesca Berardi, Luca Violini accompagnato in questo evento dalla Banda giovanile John Lennon di 90 elementi, Luigi Moretti, CTU Cesare Questa e Compagnie Romantica dirette da Carlo Boso, Alessandro Pertosa, Melania Fiore, Giorgio Sebastianelli, Andrea Anconetani, Romina Antonelli e Fabrizio Pugliese diretti da Marianna de Leoni, Isabella Carloni, Stefano Artissunch (accanto a Vanessa Gravina), Gabriele Claretti, Piergiorgio Cinì, Lucilio Santoni, Stefano Tosoni e Stefano De Bernardin.

 

Il TAU si conferma anche occasione privilegiata per scoprire posti di antica bellezza. Ad arricchire la proposta per il pubblico, prima di molti spettacoli tornano gli AperiTAU. Passeggiate di storia, visite guidate gratuite alle aree archeologiche e ad altri luoghi di grande interesse culturale, naturalistico e archeologico.

Informazioni complete su programma, biglietti e orari di inizi su www.amatmarche.net.

 

TAU MADE IN MARCHE

21.06 | Falerone

Teatro Romano

BACCANTI

RITO, MAGIA E SANGUE

 

 

da Euripide

progetto di Liceo Classico A. Caro di Fermo

consulenza testuale Olimpia Tonici

con Nicolò Luciani, Giovanni Pompei, Matteo Talamonti

Simone Formentini, Tommaso Mignini Daniele Albanesi

Maddalena Pistolesi, Paola Alfano, Asia Apollonio, Marta Battistelli

Elena Biondi, Diletta Bordoni, Ludovica Lattanzi

Ottavia Notaro, Francesca Palma, Irene Peroli, Rosa Ricci

Giulia Rogante, Chiara Sebastian, Greta Splendiani, Elena Virgili

adattamento e regia Simone Amabili

musiche Daemonia Nymphe, Maurice Ravel, Astor Piazzolla e varie

musiche originali eseguite dal vivo al pianoforte Daniele Albanesi

coreografie Matilde Daminato

 

a cura di Comune di Falerone

 

 

“Tebe necessita di una lezione anche se non vuole: deve essere iniziata ai miei riti e bisogna che io prenda le difese di mia madre Semele rivelandomi ai mortali come il dio che ha generato a Zeus”. Con le parole del dio del teatro, Dioniso, si apre quella che può essere definita l’opera più enigmatica ed esoterica che ci sia stata tramandata. Questo è l’universo racchiuso nei versi scritti da Euripide nella tragedia Baccanti che il Liceo Classico A. Caro di Fermo ha adattato in Baccanti: Rito, Magia e Sangue, una versione che non si allontana dall’originale da un punto di vista testuale ma cerca di avvicinare l’universalità delle tematiche dell’opera alla contemporaneità attraverso la scelta musicale e coreografica. È un’opera femminile in cui si assiste allo stravolgimento del paradigma greco: non più ai telai ma a caccia sui monti sono le donne di Tebe guidate dal tiaso che dall’Oriente arriva con il dio, trasformato in uomo. Si incontrano in maniera assai violenta la razionalità occidentale e il disordine ordinato proprio di quella compagine di terre che già conosce questo dio che deve essere celebrato con canti e danze.

La musica e il corpo come colonne di un momento rituale in cui la parola, il logos, viene sostituito dal rumore, dai suoni incomprensibili della natura e del mondo animale. Tutto questo mette paura agli altri personaggi maschili dell’opera che vedono crollare per colpa di uno straniero l’ordine costituito. Il rito che libera diventa magia, la magia di una condizione estatica, di trance: la danza delle menadi è figlia della mania, della follia, dei flauti e dei tamburi e poco ha a che fare con la cetra di Apollo, eterno doppio di quel figlio di Zeus che è animale, che fa riscoprire la bellezza di essere animali.

Fa paura tutto questo? Forse sì ma è proprio il dimenticarsi questa dimensione che porta al sangue, all’omicidio rituale, ad una repressione che sfocia nel male assoluto. Non è, come afferma l’indovino Tiresia, il dio del vino a far perdere la morigeratezza: i propri istinti non si possono reprimere in base a regole che tarpano il proprio bios, la natura unica dell’essere umano che ha la fortuna di essere anche animale. Rito, Magia e Sangue vengono declinati attraverso una scelta musicale che va dalla Danza dei Satiri dei Daemonia Nymphe al Bolero di Maurice Ravel per toccare anche le note di Astor Piazzolla e del suo Libertango. Non mancano anche due citazioni cinematografiche tratte dalle colonne sonore di Blade Runner e di Psycho, scelte per colorare le parti più descrittive e terrificanti dell’opera. Infine, fanno parte della colonna sonora dello spettacolo Elleipseis del quartetto vocale Faraualla e I Lie di David Lang.

È importante sottolineare anche la presenza di due composizioni inedite scritte e suonate al pianoforte da uno dei ragazzi del gruppo, Daniele Albanesi. La regia e l’adattamento sono a cura di Simone Amabili, laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma che attualmente sta completando il percorso magistrale in Media, Arti e Culture all’Università di Teramo. Si occupa di regia teatrale e di drammaturgia dal 2019 e da maggio 2022 è presidente dell’Associazione Culturale Nuova Linfa che si occupa principalmente della diffusione della cultura teatrale ad ampio raggio sia tramite la produzione di adattamenti di opere classiche sia attraverso la realizzazione di spettacoli originali che trattano diversi temi sociali e di attualità.

 

Non da padre mortale ma da Zeus sono nato io, Dioniso, che queste cose vi dico. Se aveste inteso come comportarvi allora, quando non avete voluto, avreste ora come alleato il figlio di Zeus.

 

 

21 GIUGNO, 13-30 LUGLIO, ORE 19.30 | FALERONE [TEATRO ROMANO]

VISITA GUIDATA AL TEATRO ROMANO

A CURA DI COMUNE DI FALERONE

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI 0734 710111 – 320 2693190

 

TAU MADE IN MARCHE

24.06 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

NELL’ABBRACCIO DI PENELOPE

LEZIONE SPETTACOLO

SULLA REGINA DI ITACA

 

 

 

di Cesare Catà

con Paola Giorgi e Cesare Catà

musiche originali composte ed eseguite dal vivo da

Andrea Yanez Gasparrini

Adriano Brando Alessandrini

Jan Mozzorecchia

con la partecipazione di Glissando Vocal Ensamble

produzione Bottega Teatro Marche, Lagrú

 

a cura di Comune di Urbisaglia

 

 

Cosa spinge Ulisse a solcare i mari irti di pericoli e tentazioni? Quale è il desiderio che muove le sue azioni, mostra la sua arguzia e riempie di senso il viaggio dell’eroe omerico? Itaca!

E Itaca è Penelope che attende il ritorno di Ulisse, difendendo il suo regno.

Nell’abbraccio di Penelope racconta nei suoi significati mitologici, simbolici e culturali la figura letteraria di Penelope delineata nell’Odissea di Omero. Una lezione – spettacolo in cui la recitazione si alterna a uno storytelling dove l’approfondimento filologico si mescola naturalmente con l’ironia della stand- up comedy. Diversi i parallelismi proposti tra la weltanschauung omerica e il mondo contemporaneo che mostrano i profondi rimandi e il valore attuale e appassionante dell’Odissea. L’attenzione è concentrata al personaggio femminile di Penelope, alla sua prospettiva, ai suoi risvolti drammatici, alla sua forza come archetipo che si ritrova nei testi di Omero; nella bellissima lettera da lei scritta al suo Ulisse, immaginata dal grande poeta latino Ovidio, in Kavafis, che esaltano la modernità e il carattere del personaggio di Penelope, Regina di Itaca.

Cesare Catà prende per mano gli spettatori e li accompagna in un fascinoso viaggio alla scoperta di Penelope a cui Paola Giorgi dà voce e anima. Le musiche di scena originali sono composte ed eseguite da Andrea Yanez Gasparrini, Adriano Brando Alessandrini, Jan Mozzorecchia. Con la partecipazione di Glissando Vocal Ensamble.

Lo spettacolo è prodotto da Bottega Teatro Marche e Associazione Culturale LaGru.

Nell’abbraccio di Penelope il racconto di una grande storia di amore. E di attesa.

 

 

PRIMA DELLO SPETTACOLO | URBISAGLIA [PARCO ARCHEOLOGICO]

VISTA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA E DINNER TAU

A CURA DI COMUNE DI URBISAGLIA E DIREZIONE REGIONALE MUSEI MARCHE

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA [CENA A PAGAMENTO] UFFICIO TURISTICO URBISAGLIA 0733 506566

IN OCCASIONE DEGLI SPETTACOLI MOSTRA ELABORATI GRAFICI

DEL LICEO ARTISTICO CANTALAMESSA DI MACERATA [C/O TEATRO COMUNALE, INGRESSO GRATUITO]

 

TAU MADE IN MARCHE

01.07 | Cupra Marittima

Parco Archeologico Naturalistico Civita

SMANIA: LA PUNIZIONE DI DIONISO

 

 

da Baccanti di Euripide

con Associazione Culturale Nuova Linfa

regia Simone Amabili

 

 

a cura di Comune di Cupra Marittima

 

 

Le ho portate tutte fuori dalle case facendole impazzire ed ora, secondo il rito, sono sul monte. Insieme a loro ci sono tutte le donne di questa città e unite hanno trovato la loro dimora sotto gli abeti, sulle rocce, senza nessun riparo. Tebe necessita una lezione anche se non vuole: deve essere iniziata ai miei riti e bisogna che io prenda le difese di mia madre Semele rivelandomi ai mortali come il dio che lei ha generato a Zeus.

 

Parole forti quelle di un figlio pronto a tutto per restituire a sua madre un onore perduto ingiustamente. Il figlio in questione è un dio, ampiamente riconosciuto e venerato fuori dalla Grecia, ignorato e disprezzato nella terra di sua madre e dei suoi congiunti. Dioniso, il dio del teatro, dell’estasi, dell’uscita dal quotidiano è sia mite ma anche terribile, tanto terribile per chi lo disonora al punto tale da infliggere una punizione esemplare agli empi.

L’Associazione Culturale Nuova Linfa è nata a maggio 2022 e ha già messo in scena durante il suo primo anno di attività adattamenti di opere classiche come Adesso parliamo di noi – Euripide, la guerra di Troia e le sue donne (27 agosto 2022), spettacolo in cui sono state condensate Elena, Ecuba, Andromaca, Le Troiane di Euripide e Baccanti e Tarantate – Sorelle di sangue a distanza di secoli (28 agosto 2022), spettacolo in cui si sono incontrati il mondo di Dioniso e quello del tarantismo analizzato dall’antropologo Ernesto De Martino. Recentemente, il 6 maggio 2023, l’Associazione ha messo in scena presso le Cisterne Romane di Fermo un adattamento site specific delle Metamorfosi di Ovidio. Smania si fonderà completamente con il luogo in cui si svolge ovvero il Parco Archeologico Naturalistico Civita, un luogo che permette di annullare tutte le distanze tra attore e spettatore. La condizione di baccante non può infatti rimanere reclusa all’interno di uno spazio limitato ma pervade la platea, la attacca, la convince a vivere quell’estasi propria di chi esce dall’ordinario. Lo spettacolo vuole fortemente ritornare alla dimensione rituale propria delle tragedie greche e si configura a tutti gli effetti come un’operazione antropologica che cerca ancora una volta di dimostrare che non c’è passato per le storie raccontate dai classici ma soltanto un eterno presente destinato a mutare in base al momento storico in cui l’opera viene rappresentata. Le scelte musicali moderne appartenenti a diversi generi e mondi musicali e l’attento studio coreografico contribuiranno ad avvicinare il pubblico ad una storia geograficamente e per alcuni tratti anche culturalmente lontana. La “smania”, termine frequentemente usato dal dialetto locale, non è altro che traslitterazione di quella manìa greca che invade le Baccanti, uno stato di agitazione e delirio necessario per dar voce alle limitazioni allora imposte alle donne greche. Una tragedia che vede inizialmente scontrarsi e poi fondersi il maschile e il femminile, l’oriente e l’occidente in una storia di incontro e conoscenza pervasa da mistero e esoterismo.

Lo spettacolo, inoltre, apre la seconda edizione del Teatro Al Parco Festival la cui direzione artistica è stata affidata dal Comune di Cupra Marittima all’Associazione Culturale Nuova Linfa.

 

ORE 18.30 | CUPRA MARITTIMA [FORO ROMANO]

VISITA GUIDATA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DEL FORO ROMANO

A CURA DI COMUNE DI CUPRA MARITTIMA, INTEGRA E IL PICCHIO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 375 7390077

 

TAU MADE IN MARCHE

Senigallia

Area Archeologica Teatro La Fenice

L’UOMO DALL’INTELLIGENZA INDOMABILE

LEZIONI-SPETTACOLO SULL’ODISSEA

04.07

MORTALE PER AMORE

LA TELEMACHIA E L’ESILIO A OGIGIA

11.07

PIU FORTE DELL’OBLIO

CIRCE E IL PASSAGGIO TRA I MORTI

25.07

PER NON ESSERE NESSUNO

L’ADDIO A NAUSICAA E IL RITORNO A ITACA

 

 

di e con Cesare Catà

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per CollegaMenti Festival

 

 

Tre lezioni-spettacolo dedicate ai rimandi simbolici e ai significati filosofico-culturali dell’Odissea omerica, con particolare attenzione alle figure femminili principali della saga: Penelope, Circe, Nausicaa, Calypso, Anticlea.

In ogni lezione-spettacolo uno storytelling critico originale si alterna con letture drammatiche, mescolando i registri del teatro di narrazione con quelli della stand-up comedy. Il monologo che ne scaturisce è un prodotto peculiare in cui la divulgazione filosofico-letteraria si unisce all’ironia del cabaret.

Con una specifica attenzione al testo greco antico e ad alcuni termine-chiave del poema, ogni lezione-spettacolo percorre numerosi parallelismi tra la weltanschauung omerica e il mondo contemporaneo, mostrando i profondi rimandi e il valore imperituro dell’Odissea nel contesto psico-sociale del nuovo Millennio.

 

 

 

4 -11-25 LUGLIO, ORE 19.30 E ORE 20 | SENIGALLIA, BANCHINA DI LEVANTE

PLAY [PORTO]

DISPOSITIVO INTERATTIVO PER ATTRAVERSAMENTI POETICI

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI

PRENOTAZIONE NECESSARIA 347 9237933

 

TAU MADE IN MARCHE

05.07 | Macerata

Palazzo Buonaccorsi

HONOURABLE MEN

 

 

lezione-spettacolo di e con Cesare Catà

su Giulio Cesare di William Shakespeare

con Pamela Olivieri, Rebecca Liberati, Simona Ripari

musiche Maurizio Serafini

 

 

Mescolando i linguaggi del teatro di narrazione e della stand-up comedy, la lezione-spettacolo invita gli spettatori a un viaggio appassionante nel teatro di William Shakespeare attraverso una delle sue opere più celebri e appassionanti, il Giulio Cesare. Sulle orme del racconto del Bardo, veniamo trasportati nella Roma antica e nel cuore di uno dei momenti cruciali della Latinità, attraverso l’esplorazione psicologica dei protagonisti chiamati in causa sulla scena teatrale e su quella della storia: Giulio Cesare, Marco Antonio, Caio Cassio. I ruoli dei personaggi sono affidati a tre interpreti femminili, che sottolineano il complesso

portato del dramma interiore che si svolge parallelamente a quello esteriore e politico.

Letture sceniche, musiche dal vivo e uno storytelling originale si alternano intessendo il filo del racconto del copione shakespeariano.

 

 

 

5 LUGLIO, ORE 19.30 | MACERATA [PALAZZO BUONACCORSI]

VISITA ALLA GALLERIA DELL’ENEIDE

A CURA DI COMUNE DI MACERATA E SISTEMA MUSEO

PRENOTAZIONE NECESSARIA PALAZZO BUONACCORSI 0733 256361

DAL MARTEDÌ ALLA DOMENICA DALLE 10 ALLE 13 E DALLE 15 ALLE 19


TAU MADE IN MARCHE

06.07 | Matelica

Giardini Uffici comunali

L’URLO DELLA FARFALLA

LEZIONE-SPETTACOLO SU JIM MORRISON

& IL MITO DI DIONISO

 

 

di Cesare Catà

musiche Ludovica Gasparri [piano e voce]

Adriano Brando Alessandrini [chitarra elettrica]

 

 

Attraverso un racconto della vita e della figura del poeta rock-star Jim Douglas Morrison, lo spettacolo propone un’esplorazione filosofica e culturale dell’antico mito di Dioniso che, in forma post-moderna, ebbe a rivivere nella figura luminosa e maledetta del frontman dei The Doors. Nella lezione-spettacolo, che vede la presenza di un attore-narratore e di due musicisti, si alternano letture drammatizzate dei testi di Morrison, canzoni riarrangiate del repertorio dei The Doors e uno storytelling originale in cui la narrazione del mito ellenico si intreccia con quella della biografia del poeta e performer americano.

 

 

 

ORE 19.30 | MATELICA [PIAZZA E. MATTEI]

VISITE GUIDATE AI SITI ARCHEOLOGICI DELLA CITTÀ

A CURA DI COMUNE DI MATELICA E PRO MATELICA

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PRO MATELICA 0737 85671 – 373 8683790

 

TAU MADE IN MARCHE

08.07 | Sirolo

Area Archeologica I Pini

DONNE MITICHE

MITÍ, ACTEA, PENELOPE E MEDUSA

 

 

di e con Francesca Berardi

musiche dal vivo con strumenti di recupero Simone Bellezze

produzione Collettivo Collegamenti

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Radici Festival

 

 

Nella pelle, nella memoria.

Il mare.

Le anfore, i corpi, le navi, le lettere,

i secoli, i gioielli, le lacrime.

Il mare

L’abbandono, il coraggio, gli approdi.

Nella pelle, nella memoria.

L’amore.

 

Donne mitiche è un percorso narrativo e sonoro nelle profondità del legame ancestrale che abbiamo con il mare: contenitore di rituali, di saperi antichi, di esistenze, di miti e di leggende.

Ogni personaggio è un archetipo da sempre conosciuto che schiude echi ed emozioni universali. La paura, l’attesa, l’eros e il dolore.

Ogni personaggio costruisce e dimentica i propri rituali per essere immortale. Rituali di annegamenti e metamorfosi. Di perdita e rinascita. Ogni personaggio è leggendario eppure profondamente umano.

 

 

 

8 LUGLIO, DALLE ORE 18.30 | SIROLO [AREA ARCHEOLOGICA I PINI]

APERTURA AREA ARCHEOLOGICA CON APERITIVO

ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA E MUSICA DAL VIVO

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI

 

TAU MADE IN MARCHE

11.07 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

LE GUERRE DI ULISSE

 

 

testo Patrizio Bianchi

voce narrante Luca Violini

musiche originali Marco Somadossi

direttore d’orchestra Mirco Besutti

musica dal vivo Banda giovanile John Lennon di 90 elementi

disegno del suono e delle luci Riccardo Vitali

produzione Edmill Media

organizzazione Mediadux srls

 

 

Un ambizioso progetto artistico interdisciplinare che unisce letteratura, musica e recitazione. Un’Opera moderna che nasce dalla collaborazione di Patrizio Bianchi (ex Ministro all’Istruzione) con la Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli di Mirandola diretta dal Maestro Mirco Besutti e con il compositore Marco Somadossi,

le cui musiche originali sono eseguite dalla Banda giovanile John Lennon composta da 90 elementi.

Le Guerre di Ulisse è uno spettacolo per riflettere sul nostro presente. È allo stesso tempo una denuncia dell’insensatezza della guerra e un messaggio di speranza in un momento difficile come quello che il mondo sta attraversando. Nel suo lungo viaggio, infatti, Ulisse, prenderà coscienza di ciò che allo spettatore appare chiaro fin dall’inizio: ovvero l’inutilità dell’uso della violenza per regolare i conflitti.

All’inizio Ulisse non capisce il dramma che sta vivendo, ma in un passaggio chiave dello spettacolo arriverà ad ammettere che la guerra… “doveva essere veloce e fatta di gesta su cui costruire leggende eterne e invece è stata lunga e ha portato morte, distruzione e odio”.

«La guerra non è mai la soluzione, come del resto è scritto chiaramente nella nostra Costituzione, che la ripudia», commenta il Ministro Patrizio Bianchi, autore del testo.

«Scrivere questa musica – ha aggiunto il Maestro Marco Somadossi – è stato da un lato sublime ma anche terrificante. Ulisse nel suo viaggio non capisce il dramma che sta vivendo. Io ho cercato di tradurre questo sentimento in musica, come un viaggio dentro noi stessi, alla ricerca delle conseguenze che le nostre azioni hanno sempre sugli altri. Anche noi, come Ulisse, alle volte non capiamo».

«Siamo abituati a vedere Ulisse come un personaggio eroico – spiega Patrizio Bianchi– invece al centro di quest’opera c’è un uomo che torna a casa dopo 20 anni scoprendo che la guerra non è eroica, non lo è mai. Lo vediamo attraverso gli occhi della moglie che è stata tutto quel tempo ad aspettare e nello sguardo di chi

ha perso padri, figli e fratelli». «La guerra doveva essere veloce e fatta di gesta su cui costruire leggende eterne e invece è stata lunga e ha portato morte, distruzione e odio», dice Ulisse in un passaggio fondamentale dell’opera, nella sua presa di coscienza che suona oggi così sinistramente attuale.

A settembre quest’Opera è stata pubblicata come audiolibro su Amazon.

 

 

PRIMA DELLO SPETTACOLO | URBISAGLIA [PARCO ARCHEOLOGICO]

VISTA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA E DINNER TAU

A CURA DI COMUNE DI URBISAGLIA E DIREZIONE REGIONALE MUSEI MARCHE

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA [CENA A PAGAMENTO] UFFICIO TURISTICO URBISAGLIA 0733 506566

IN OCCASIONE DEGLI SPETTACOLI MOSTRA ELABORATI GRAFICI

DEL LICEO ARTISTICO CANTALAMESSA DI MACERATA [C/O TEATRO COMUNALE, INGRESSO GRATUITO]

13.07 | Falerone

Teatro Romano

LE IDI DI MARZO

 

 

frammenti da Giulio Cesare di William Shakespeare

adattamento Tommaso Mattei

con Alessandro Preziosi

musiche originali eseguite dal vivo Giacomo Vezzani

performing live Giacomo Vezzani [live electronics]

produzione Pato

 

 

INDOVINO: Cesare temi le idi di marzo!

CESARE: Ehi, tu, le idi di marzo sono giunte!

INDOVINO: Giunte, ma non ancora trascorse!

 

 

Il recital ripercorre la tragica vicenda delle Idi di Marzo raccontata da Shakespeare nel Giulio Cesare partendo dal punto di vista dei quattro protagonisti Cesare, Marcantonio, Cassio e Bruto.

Il racconto prende le mosse dalla celebre orazione funebre di Antonio che incastona un dramma in cui i personaggi, cospiratori o fedeli a Cesare, sono totalmente ambigui, né positivi né negativi né luci né ombre sono innanzitutto politici che agiscono in conseguenza o in nome del Potere. Sono anime guidate dall’Ambizione.

E l’Ambizione è per natura ambivalente, mai solo buona, mai solo cattiva.

Tutti agiscono senza alcuno scrupolo, anche quando sembrano farlo a fin di bene. Il fine giustifica i mezzi e nessuno si tira indietro. Cassio e Bruto hanno agito per il bene della Patria o per segreti rancori? Marco Antonio non è solo l’amico leale di Giulio Cesare, sa usare la parola a proprio vantaggio, utilizzandola per i propri fini. È un abile manipolatore che, attraverso la retorica, riesce ad avere l’appoggio del popolo romano, in un momento in cui sembra davvero impossibile. Così fuoriuscendo prepotentemente da quella damnatio memorie cui gli eventi succedutisi alla più famosa congiura della storia lo hanno condannato, ripercorre insieme al pubblico i tragici fatti e le devastanti emozioni di cui è stato protagonista e testimone fino proprio a quell’orazione funebre rimasta nella storia del teatro, che sfruttando il testamento di Cesare in cui nomina propri eredi tutti i cittadini di Roma compie l’impossibile: riconquistare il favore del popolo, che ora si scaglia contro i cospiratori. La conclusione è talmente vibrante da sembrare paradossale.  Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto assieme alle loro ossa.

 

Le musiche originali eseguite dal vivo dall’autore. Giacomo Vezzani, compositore e attore della compagnia Teatro del Carretto, autore, tra l’altro, della colonna sonora di Invisible Boy di Salvatores e delle musiche di innumerevoli spettacoli teatrali e lungometraggi cinematografici, seguono come una colonna sonora cinematografica il dipanarsi della narrazione fino al compiersi del drammatico finale.

 

 

 

ORE 19.30 | FALERONE [TEATRO ROMANO]

VISITA GUIDATA AL TEATRO ROMANO

A CURA DI COMUNE DI FALERONE

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI 0734 710111 – 320 2693190

 

TAU MADE IN MARCHE

14.07 | Castelleone di Suasa

Anfiteatro Romano

ANFITRIONE

 

 

da Plauto ripresa da Molière

con Davide Cherstich, Giacomo Cremaschi, Lorenzo De Santis

Silvia Ponzo, Caterina Rossi, Nicolas Varisco

regia Silvia Ponzo e Nino Sileci

produzione Opificio03

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Insuasa Festival

 

 

Tebe, quarto secolo avanti Cristo. O Roma, terzo secolo dopo Cristo. O una qualsiasi città italiana, il secolo scorso. Molte sono le ambientazioni possibili di questa commedia immortale scritta da Plauto che Molière riprende molti secoli dopo e che molti altri dopo di lui riscriveranno consegnandola alla storia come uno dei miti antichi più foriero di fortunate rivisitazioni. La storia è nota a tutti: Anfitrione deve lasciare Tebe e la sua amatissima moglie Alcmena per prendere parte alla guerra contro Telebe. Giove, attratto dalla bellezza di Alcmena, scende allora dall’Olimpo assumendo le fattezze di Anfitrione, accompagnato dall’astuto Mercurio, che invece prende le sembianze di Sosia, il servo del protagonista. L’inganno creerà una serie di spassosissimi equivoci quando il vero Anfitrione tornerà a casa provocando liti, incomprensioni e momentanee riappacificazioni che, a discapito dei malcapitati personaggi, faranno divertire il pubblico fino allo scioglimento finale.

 

Il testo molièriano da Plauto prende il tema del doppio e del conflitto tra umano e divino, calandolo nel contesto mondano, leggero, ma anche crudele, della Parigi dei suoi tempi, amplificando il tema dell’equivoco d’amore e del tradimento. La regia sceglie la versione molièriana alleggerendola nella ripetitività di alcune sue scene (soprattutto nella sua parte finale) pur senza tradirla e mettendo al centro il nucleo comico della commedia: l’equivoco che genera sì divertimento ma anche un pizzico di sanissima inquietudine. Dal punto di vista puramente estetico le scene e i costumi trasportano le vicende in una non precisata località del secondo dopoguerra in un’atmosfera che attraverso le musiche e i costumi dell’Italia di quegli anni, prende forma in una cornice poetica, onirica e neorealistica. L’intento non è però meramente estetico; si vuole così sottolineare l’universalità del mito e come uno dei leitmotiv più longevi della storia ci parli ancora adesso dandoci ancora oggi l’occasione di ridere dell’essere umano e delle sue debolezze per scoprire che, in fondo, dall’antichità ad oggi, non siamo poi così cambiati. Silvia Ponzo e Nino Sileci

 

 

 

DALLE ORE 19 | CASTELLEONE DI SUASA [ANFITEATRO ROMANO]

FOOD TRUCK

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI E ITALICO HIGHBALL CLUB

 

TAU MADE IN MARCHE

14, 15, 21, 22.07 | Castelleone di Suasa

Parco Archeologico Città Romana di Suasa

Domus Dei Coiedii

PLAY [DOMUS]

DISPOSITIVO INTERATTIVO

PER ATTRAVERSAMENTI POETICI

 

 

testi Francesca Berardi

voci Francesca Berardi, Filippo Mantoni

composizione musicale Simone Bellezze

[con strumenti realizzati con oggetti di recupero]

progetto fotografico Luca Lucci

post-produzione audio Massimiliano Camillucci

produzione Collettivo Collegamenti

con il sostegno di Comune di Castelleone di Suasa

Consorzio Città Romana di Suasa, Ass. Turistica Pro Suasa

Regione Marche – Assessorato Beni e attività Culturali

InSuasa Festival di Teatro

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Insuasa Festival

 

 

In Play[Domus] il partecipatore riceverà delle cuffie all’ingresso della Domus di epoca romana e verrà guidato ad immergersi nella dimensione privata delle stanze della casa.

Voci che si susseguono, suoni e musiche evocano atmosfere di antica memoria, miti, leggende e frammenti di vite. Elementi biografici degli antichi abitanti che a poco a poco delineano una mappa di ricordi, di emozioni, di sonorità, di percorsi tracciati e che continuano a tracciarsi qui e ora nella mente e nei corpi di chi attraversa la casa.

 

 

 

DALLE ORE 19 | CASTELLEONE DI SUASA [ANFITEATRO ROMANO]

FOOD TRUCK

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI E ITALICO HIGHBALL CLUB

 

TAU MADE IN MARCHE

15.07 | Castelleone di Suasa

Anfiteatro Romano

ULISSE, MACERATA

 

 

interpretato e diretto da Luigi Moretti

di Fiammetta Carena

musiche Paolo Principi

luci Francesco Mentonelli

scena Guerrino Andreani

costumi Stefania Cempini

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Insuasa Festival

 

 

Facili all’ira sopra la terra siamo noi stirpi umane.

 

Ira, furia, collera, rabbia. Con questi termini si indica uno stato psichico alterato, provocato da elementi percepiti come minacce. L’iracondo prova una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno e, in alcuni casi, anche verso sé stesso. Il comportamento d’ira è spesso caratterizzato da una qualche forma di violenza, verbale o anche fisica. La reazione psicofisiologica dell’ira è presumibilmente correlata al comportamento di attacco o fuga, ed è quindi anche correlata con l’emozione della paura e con il fenomeno psicologico dello stress.

 

Ulisse, il celebre eroe omerico. Ulisse Macerata, un uomo di provincia, molto ignorante e con la grande convinzione di essere furbo. Macerata è forse un patronimico, una sensazione, un rimando sentimentale alle Marche? Sicuramente un luogo dove l’espressione dialettale raggiunge un’immediatezza estrema e a tratti grottesca. L’omonimia del nome, dunque, e la similitudine del viaggio sono solo un meraviglioso espediente letterario perché qui non c’è che un paesaggio desolato, sporco dove la grandezza nemmeno si affaccia. Ma la complessità della costruzione del personaggio non lascia scampo: un uomo patetico e rabbioso, che vive di espedienti, razzista, misogino, omofobico, erotomane, si muove basso basso, spinto da un vento implacabile che non rigenera mai, sognando un approdo irraggiungibile, una grandezza impossibile.

Tutto è giocato sull’illusione: durante tutto il viaggio si notano trasfigurazioni della realtà nell’immaginazione del personaggio: l’effetto è quello del sogno o dell’allucinazione, a volte pesantemente provocata. Luigi Moretti

 

 

 

DALLE ORE 19 | CASTELLEONE DI SUASA [ANFITEATRO ROMANO]

FOOD TRUCK

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI E ITALICO HIGHBALL CLUB

 

16.07 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

05.08 | Pesaro

Parco Miralfiore

APOLOGIA DI SOCRATE

DIALOGO SULLA GIUSTIZIA

 

 

dall’opera di Platone

con Enrico Lo Verso

e con Fabrizio Bordignon

e coro di 8 attori in via di definizione

adattamento e regia Alessanda Pizzi

coreografie e movimento scenico Marilena Martina

produzione Ergo Sum

 

 

Fra tutte le opere di Platone, L’Apologia è certamente la più ricca d’informazioni riguardanti il pensiero di Socrate. L’opera appare come un’incondizionata difesa da parte dell’autore, Platone, della figura e dell’insegnamento del suo amato maestro, davanti alle gravi accuse che lo avevano portato al processo, la cui causa va certamente rintracciata nell’errata interpretazione del suo pensiero. Sebbene Socrate avesse avuto inizialmente alcune possibilità di scelta, per evitare la pena di morte, ammettendo la propria colpevolezza e andando in esilio, egli scelse di non tradire i propri ideali. Nel 399 a. C, dopo aver affrontato il processo, Socrate fu condannato a morte. Durante il processo a suo carico Socrate non mette in discussione le leggi, ma soltanto l’errore giudiziario di cui è vittima. Ma la sua sorte non lo autorizza a tradire i patti con la sua coscienza. Avrebbe potuto scegliere di non continuare a esporre in pubblico le sue dissertazioni, o di fuggire, ma se lo avesse fatto in ogni caso non avrebbe onorato la sua parola. Un errore giudiziario, quindi, con un processo finito con la condanna a morte, che ricorda quelli ai quali la storia e la cronaca ci hanno abituati e che rievoca, anticipandolo, il più grande errore contro un innocente commesso dall’umanità e che trova la sua forma più espressiva nell’icona della crocifissione. La riduzione drammaturgica rispetta l’originalità del testo platonico per raccontare una vicenda umana, che è quella di molti: di chi ogni giorno è soggetto al giudizio e allo scherno della folla, perché “diverso”, e di chi, sotto il peso di un’accusa infamante errata, ha perso la vita. La giuria popolare che condannò a morte Socrate aveva cinquecento cittadini, e sappiamo che fu sempre la folla a scegliere di liberare Barabba. Quella stessa che oggi, a distanza di oltre 2000 anni da quegli errori, quando non può capire, preferisce condannare.

 

Il lungo discorso che Socrate porta in sua difesa contro le accuse mossegli dal popolo diventa il pretesto intorno al quale intessere una narrazione che, attraverso il teatro, pone sotto i riflettori il tema dell’errore giudiziario.

Le infondate accuse di Socrate e la reticenza di una giuria poco disposta ad accogliere le sue giustificazioni, narra un “caso” accaduto oltre 2300 anni fa e comunque emblema di un vizio che, fin dalla notte dei tempi, manda in tilt la macchina della giustizia, gettando ombra su quel principio di inconfutabilità oltre ogni ragionevole dubbio, secondo cui ogni cittadino dovrebbe essere giudicato.

La portata mediatica, oseremo oggi dire, del “caso” Socrate, non solo non ha rappresentato un esempio isolato, ma non sempre è ritornata in considerazione, come paradigma dell’errore, ogniqualvolta si è compiuto un processo ai danni di un innocente. Lo spettacolo ripercorre le tappe salienti di quel processo e di quel lungo soliloquio con cui un vecchio uomo, reo di saggezza, tenta invano di addurre non solo valide motivazioni a sua discolpa ma, addirittura, di gettare le basi per un sentire moderno, in cui all’omologazione del pensiero contrappore la capacità di autoanalisi e autodeterminazione. Socrate è dentro un sistema che non può cambiare, e che cerca rassicurazione e giustizia nell’accusa del diverso. La sua più grande colpa è nella sua capacità di tessere considerazioni personali, di presagire con lungimiranza la fine di una società in cui il libero pensiero soggiace al pensiero comodo. E a nulla vale la sua capacità dialettica, la sua ostinata controprova che adduce ad ogni accusa. A nulla vale perché quella giuria ha già scelto e, in mente sua, ha già pronunciato l’infamante verdetto. È da questo processo, usato a pretesto, che lo spettacolo ricorda e rende omaggio alle vittime di errori giudiziari e di un sistema di accusa che sposta il processo dalle aule di tribunale, ai salotti mediatici. In cui spesso, piuttosto che cercare indizi di innocenza, si condanna il colpevole alla gogna mediatica. L’apologia di Socrate si intreccia così con il caso di Sacco e Vanzetti, i primi italiani sottoposti ad una accusa e alla conseguente condanna a morte in un processo di stampo razziale. La vicenda di Socrate anticipa l’ingiusto processo, costatogli comunque la vita, di Enzo Tortora. Risuonano così, nel buio del teatro, la voce e le fasi chiave di un processo che (la magistratura lo ammetterà anni dopo) ha investito un innocente. La narrazione si muove su piani ed epoche differenti. Dallo scranno dell’antica Atene si finisce nell’aula bunker del tribunale di Napoli, passando per la cella di esecuzione di Vanzetti e lo spettacolo termina con il più grande caso di errore giudiziario che la memoria umana possa ricordare: quella crocifissione di un “diverso” compiuta oltre 2000anni fa e per cui l’umanità tutta ha ancora da farsi perdonare. Enrico Lo Verso ripercorre la disperata difesa che Socrate fece di se stesso, mentre intorno si muovono accusatori, difensori, giudici e compagni in una messa in scena impostata sull’entrata e uscita degli stessi attori da più ruoli e situazioni. Alla narrazione discontinua degli imputati, si contrappone il dinamismo della danza e il perpetuo movimento del coro che anima la scena di quella stessa forza di vita che gli accusati hanno conservato fino alla loro ultima ora.

“…. Ma è già l’ora di andarsene, io a morire, voi a vivere, chi dei due però vada verso il meglio è cosa oscura a tutti, meno che a Dio”, furono queste le ultime parole che Platone fa pronunciare a Socrate prima di morire.

“Io sono innocente, spero con tutto il cuore che lo siate anche voi”. Furono, queste, le parole di Enzo Tortora ai suoi giudici di appello… Perché la storia insegna a non dimenticare. Alessandra Pizzi

 

 

 

16 LUGLIO, PRIMA DELLO SPETTACOLO | URBISAGLIA [PARCO ARCHEOLOGICO]

VISTA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA E DINNER TAU

A CURA DI COMUNE DI URBISAGLIA E DIREZIONE REGIONALE MUSEI MARCHE

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA [CENA A PAGAMENTO] UFFICIO TURISTICO URBISAGLIA 0733 506566

IN OCCASIONE DEGLI SPETTACOLI MOSTRA ELABORATI GRAFICI

DEL LICEO ARTISTICO CANTALAMESSA DI MACERATA [C/O TEATRO COMUNALE, INGRESSO GRATUITO]

 

5 AGOSTO, ORE 19.30 | PESARO [MUSEO ARCHEOLOGICO OLIVERIANO]

VISITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO OLIVERIANO

A CURA DI COMUNE DI PESARO E DELL’ENTE OLIVIERI – BIBLIOTECA E MUSEI OLIVERIANI

CON LA GUIDA DELLA DIRETTRICE BRUNELLA PAOLINI

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16

 

TAU MADE IN MARCHE

21.07 | Castelleone di Suasa

Anfiteatro Romano

I GEMELLI

 

da I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni

e Menecmi di Plauto

scritto e diretto da Carlo Boso

con Rebecca Bianchi, Alessandro Blasioli, Emanuele Contadini

Erika Giacalone, Michele Pagliaroni

costumi Sonja Signoretti

combattimenti scenici Federico Diust

coreografie Karine Gonzalez

produzione CTU Cesare Questa, Compagnie Romantica

collaborazione Festival Urbino Teatro Urbano Festival #PIAZZE

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Insuasa Festival

 

La rinnovata collaborazione tra Compagnie Romantica e Centro Teatrale dell’Università di Urbino (CTU Cesare Questa) – dopo il successo internazionale di Otello – vuole mettere la Piazza al centro di questa poetica condivisa, come luogo antico e contemporaneo dell’incontro teatrale. La lezione dei Comici dell’Arte è il faro di questa ricerca legata all’esperienza del Maestro Carlo Boso. La Piazza come luogo legato all’economia del gesto attorale, al rapporto diretto con lo spettatore, al gusto per l’animazione e per il gioco teatrale. I codici della Commedia dell’Arte – in particolare la maschera – contribuiscono a mettere la compagnia in un nuovo rapporto dialogico con lo spettatore, immediato e diretto, libero e al contempo rigoroso. La scelta è caduta sul celebre testo di Goldoni proprio allo scopo di portare in superficie alcune ispirazioni del suo teatro, legate soprattutto alla farsa plautina, in una sorta di invito (contro)riformista a riportare il teatro professionale nelle piazze e nei piccoli teatri.

 

Nello scrivere e dirigere l’opera teatrale I Gemelli ho voluto dare vita, in accordo con gli interpreti, ad uno spettacolo che si posizionasse per meglio, potersi integrare, tra il Teatro popolare praticato da Plauto, la Commedia dell’Arte, che tanto ha contribuito a rendere famoso il teatro italiano nel mondo e il teatro borghese, tipico della riforma preconizzata da Carlo Goldoni. Un’opera eminentemente popolare dunque che fa riferimento a Menecmi di Plauto, agli scenari rinascimentali di Commedia dell’Arte e a I due gemelli veneziani di goldoniana memoria. L’obiettivo che ci siamo prefissi è di dar luogo a una performance teatrale destinata a divertire e a far riflettere sui vari casi della vita un pubblico di ogni età, estrazione sociale ed etnia. Canti, danze, lazzi, combattimenti scenici e l’uso della maschera di Commedia dell’Arte caratterizzano questa originale edizione de I gemelli interpretata con maestria e brio dagli attori della Compagnie Romantica e CTU Cesare Questa. La rappresentazione dell’opera avviene su di un palco di Commedia dell’Arte e questo per potersi meglio integrare al tessuto urbano di città, quartieri, paesi, villaggi e piazze di ogni dove. L’intento è di realizzare uno spettacolo per tutti, alla portata di tutti, per il più grande piacere di tutti. Evviva il Teatro ritrovato! Carlo Boso

DALLE ORE 19 | CASTELLEONE DI SUASA [ANFITEATRO ROMANO]

FOOD TRUCK

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI E ITALICO HIGHBALL CLUB

21.07 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

22.07 | Ascoli Piceno

Chiostro di Sant’Agostino

UNA PICCOLA ODISSEA

 

 

di e con Andrea Pennacchi

musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato, Annamaria Moro

distribuzione Terry Chegia

produzione Teatro Boxer

 

 

Sono venuto in possesso di una copia dell’Odissea abbastanza presto: quand’ero alle medie, mio padre gestiva lo stand libri alla festa dell’Unità del mio quartiere, mentre mia mamma regnava incontrastata sulle fumanti cucine. La pioggia aveva danneggiato una versione in prosa della Garzanti e mio papà me la regalò. Non c’era differenza, per me, tra Tolkien e Omero, era una grande storia, anzi una storia di storie, in cui non faticavo a riconoscere le persone che amavo: mio padre che torna dal campo di concentramento, mia madre che aspetta, difendendosi dagli invasori, i lutti, la gioia. E ho sempre desiderato raccontarla. L’Odissea è stata definita: “un racconto di racconti”, una maestosa cattedrale di racconti e raccontatori, attraversata da rimandi ad altre storie, miti, in una fitta rete atta a catturare il lettore. Proprio il suo essere costruita mirabilmente per la lettura, però, la rende difficile da raccontare a teatro, ricca com’è. Abbiamo pensato di restituirne il sapore di racconto orale proponendone una versione a più voci, che dia il giusto peso anche alla ricca componente femminile e al ritorno vero e proprio. Pochi si ricordano, infatti, che gran parte della storia si svolge nell’arco di pochi giorni, tra la partenza di Odisseo da Ogigia e il suo trionfo contro i proci e il ricongiungimento con moglie, figlio e padre. Il resto della storia, la parte più conosciuta, è raccontata, da aèdi, dai suoi vecchi compagni, da Telemaco e Penelope, e da Odisseo stesso. Partiremo dalla capanna dei racconti, quella capanna del chiaro Eumeo, principe e guardiano di porci, in cui inizia la vera e propria riconquista di Itaca da parte di Odisseo. Così vicina alla mia infanzia, nucleo rovente da cui nacque il mio amore per il racconto. Andrea Pennacchi

 

PRIMA DELLO SPETTACOLO | URBISAGLIA [PARCO ARCHEOLOGICO]

VISTA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA E DINNER TAU

A CURA DI COMUNE DI URBISAGLIA E DIREZIONE REGIONALE MUSEI MARCHE

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA [CENA A PAGAMENTO] UFFICIO TURISTICO URBISAGLIA 0733 506566

IN OCCASIONE DEGLI SPETTACOLI MOSTRA ELABORATI GRAFICI

DEL LICEO ARTISTICO CANTALAMESSA DI MACERATA [C/O TEATRO COMUNALE, INGRESSO GRATUITO]

 

ORE 19 | ASCOLI PICENO [PIAZZA ARRINGO]

ALLA SCOPERTA DELLA ASCOLI PICENO ROMANA

A CURA DI COMUNE DI ASCOLI PICENO E GIANFRANCA FLORIO

PRENOTAZIONE NECESSARIA AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16

Itinerario 1:

Le strade romane: visita all’area archeologica del Palazzo dell’Arengo; si prosegue in Corso Mazzini, dove è possibile ammirare un tratto del basolato del decumano e si procede verso il Ponte Augusteo di Solestà, arrivando infine alla Porta Romana, ingresso dell’antica via Salaria

l’itinerario comprende una tappa al Teatro Romano

 

22.07 | Castelleone di Suasa

Anfiteatro Romano

CASSANDRA

O DELL’INGANNO

 

 

drammaturgia e interpretazione Elisabetta Pozzi

con la collaborazione di Massimo Fini

musiche e disegno luci Daniele D’Angelo

spazio scenico Guido Buganza

movimenti Alessio Romano

produzione Centro Teatrale Bresciano

 

in collaborazione con Collettivo Collegamenti

per Insuasa Festival

 

 

Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena italiana, da molti anni lavora intorno ai grandi temi ed archetipi del Mito Elektra di Hoffmansthal, Medea, Ippolito e Ecuba di Euripide, Elena e Fedra di Ghiannis Ritsos, sono soltanto alcuni dei testi che ha affrontato nel corso della sua carriera.

Tra i personaggi più frequentati in questo lungo dialogo con le radici del teatro occidentale c’è Cassandra, oggetto di numerosi studi e spettacoli di cui questo Cassandra è l’ultima tappa.

Elisabetta Pozzi ha costruito una drammaturgia originale che, partendo dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, compie un affascinante percorso intorno alla profetessa troiana cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e insieme la condanna di non essere creduta, raccogliendo liberamente suggestioni e riletture da grandi testi ed autori di ogni tempo, da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ghiannis Ritsos fino a Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini.

In un montaggio serrato ed avvincente emerge un ritratto originale di una delle figure femminili di più profonda tragicità, per l’impotenza e la tremenda solitudine che la connotano nel sostenere il peso della conoscenza.

Dispiegando il suo immenso e magnetico talento, Elisabetta Pozzi porta in scena una figura di strabiliante modernità, in cui convivono forza e fragilità, dando corpo e voce a un personaggio indimenticabile.

In questo emozionante spettacolo il mito di Cassandra prende nuovamente vita sotto i nostri occhi, attraversando le epoche con la sua dolorosa e inascoltata capacità di preveggenza, fino a prefigurare, nel potente epilogo scritto a quattro mani con Massimo Fini, un futuro incerto per la nostra civiltà orfana di identità, in cui l’uomo moderno – con la sua incapacità di porsi dei limiti – “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.

Il compositore Daniele D’angelo ha creato una partitura musicale e sonora originale e raffinata, un filo rosso che attraversa lo spettacolo intrecciandosi alle parole alte, ipnotiche ed attualissime di Cassandra.

 

 

 

DALLE ORE 19 | CASTELLEONE DI SUASA [ANFITEATRO ROMANO]

FOOD TRUCK

A CURA DI COLLETTIVO COLLEGAMENTI E ITALICO HIGHBALL CLUB

 

26.07 | Matelica

Giardini Uffici comunali

MENECMI

 

 

da Plauto

traduzione Sacha Piersanti

adattamento Arianna Mattioli

con Francesco Montanari

regia Enrico Zaccheo

 

 

La commedia degli equivoci, così come raccontata da William Shakespeare e dalla letteratura classica e contemporanea seguente, trae le sue origini dalla commedia latina del III secolo avanti Cristo, nello specifico firmata da Plauto che prende il nome di Menecmi.

I Menecmi sono due fratelli gemelli, separati alla nascita, che si rincontrano dopo lunghe peripezie dando origine ad una serie di scambi di persone e – dunque – di equivoci.

Quello che accade nella storia genera inevitabilmente nello spettatore un sentimento di ilarità per il carattere grottesco degli eventi ma al tempo stesso innesca un meccanismo catartico per la verosimiglianza, certo sempre relativa, combinata com’è a momenti gustosamente paradossali, delle situazioni che avvengono ai protagonisti.

Recitata sempre da un solo attore che interpreta i due personaggi, ben si presta all’interpretazione psicoanalitica per cui i Menecmi possono rappresentare i due caratteri di ogni individuo, che ha in sé tutto e il suo contrario. (bene e male non ci stanno molto, secondo me, meglio essere vaghi…)

Ai Menecmi danno ciclicamente dei pazzi, ma se i pazzi fossero gli altri? Se pazzi fossero, cioè, quelli che non si

rendono conto di essere anche loro doppi di se stessi? Una commedia che nasce da un torto e termina con la riparazione dello stesso, che presta il fianco alla risata semplice ma non si nega alla riflessione ben si adatta ad un racconto narrativo che vada oltre il semplice “spiegare” lo scritto. Il tentativo qui – inedito e forse ardito – è quello di entrare nella vicenda per estrarne il mito e confrontarlo con noi, con noi intesi come

uomini di oggi. Il fulcro dell’indagine infatti è comprendere cosa sia rimasto a noi, oggi, della struttura di quella commedia latina. Cosa sia arrivato e cosa si sia perso per strada, cosa rappresentino quei due gemelli identici che lottano per riunirsi contro le forze del caso? Sicuramente non si uscirà da questo spettacolo con delle risposte. Sicuramente neanche con un groviglio di domande. Sicuramente si uscirà da questo spettacolo con una storia nella testa narrata, tra aneddoti e suggestioni, da due voci scanzonate ed autorevoli. Che raccontano tutto questo mentre il sole dietro tramonta.

 

 

 

ORE 19.30 | MATELICA [PIAZZA E. MATTEI]

VISITE GUIDATE AI SITI ARCHEOLOGICI DELLA CITTÀ

A CURA DI COMUNE DI MATELICA E PRO MATELICA

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PRO MATELICA 0737 85671 – 373 8683790


27.07 | Ascoli Piceno

Chiostro di Sant’Agostino

ECUBA

 

 

di Euripide

adattamento e regia Livio Galassi

con Paola Quattrini

con la partecipazione di Domenico Pantano

e con Sebastiano Colla, Nicolò Giacalone

Giorgia Guerra, Adele Masciello

musiche originali Luciano Francisi

scene e costumi Giovanni Nardi

produzione Generazioni Spettacolari

 

 

Grande prova di attrice per uno dei testi più alti della drammaturgia di ogni tempo. La tragedia di Ecuba, il suo inconsolabile strazio per la perdita dei suoi cari, della patria, della propria dignità, non è relegata in un mito lontano ma echeggia, purtroppo, di sconsiderata attualità. Caduta Troia, schiava di Agamennone, oltre ai precedenti lutti, Ecuba dovrà affrontare il sacrificio dell’amatissima figlia Polissena, che lo spettro di Achille esige sulla propria tomba per placare i venti contrari che hanno costretto la flotta achea a un forzato approdo in Tracia. E a quelle rive le onde trascinano il corpo assassinato di Polidoro, il figlio giovinetto mandato a Polimestore, re di quella terra, perché proteggesse lui e il tanto oro che con sé portava, messo in salvo per i sopravvissuti. Atroce il suo dolore di madre quanto atroce la sua vendetta, senza ombra di rimorso e senza luce di riscatto. La regia sfoglia rispettosa queste pagine immortali, analizza parole e struttura e, dal 424 a.C., li trasporta in un’epoca senza tempo, che è ieri, che è oggi e che, con reiterata e sempre delusa speranza, ci auguriamo che non sia domani. Paola Quattrini impreziosisce la stilizzata ricostruzione arricchendola della sua encomiabile capacità di interprete, sensibile, eclettica, intensa, che solo una vita di dedizione al teatro può costruire.

 

 

 

 

ORE 19 | ASCOLI PICENO [PIAZZA ARRINGO]

ALLA SCOPERTA DELLA ASCOLI PICENO ROMANA

A CURA DI COMUNE DI ASCOLI PICENO E GIANFRANCA FLORIO

PRENOTAZIONE NECESSARIA AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16

Itinerario 2:

Il complesso Capitolino: visita al Colle dell’Annunziata, sede del Tempio dedicato alla Triade Capitolina; si costeggiano le sostruzioni per arrivare a Sant’Angelo Magno e alle mura per ammirare sia quelle romane

sia le successive, splendido esempio di riutilizzo di materiale romano

l’itinerario comprende una tappa al Teatro Romano

 

TAU MADE IN MARCHE

28.07 | Corridonia

[residenza di allestimento]

Abbazia di San Claudio al Chienti

ANTIGONE

MISE EN ESPACE

 

30.07 | Falerone

Teatro Romano

ANTIGONE

[prima nazionale]

 

 

con Melania Fiore, Giorgio Sebastianelli

drammaturgia Alessandro Pertosa

regia, scene e disegno luci Andrea Anconetani

musica Frida Neri

maschera Rocío Hendrikje Murillo Osinga

assistente regia Alessandra Cavallari

produzione Andrea Anconetani Produzioni teatrali

Nuovi Linguaggi e Culturarte 41010-Siviglia

 

 

Questa rivisitazione di Antigone, scritta da Alessandro Pertosa, si svolge nei meandri della mente di Creonte. Ciò che accade è una proiezione degli incubi che perseguitano il Re di Tebe, dopo aver mandato a morte sua nipote, rea di non aver rispettato la legge della città. Creonte sa di avere ragione, sa che il diritto è dalla sua parte, ma nel fondo della coscienza qualcosa lo turba. E così Antigone torna, in varie forme, a tormentargli il sonno. Torna a dirgli che la legge del potere e quella del cuore non possono coesistere, che per dettare le regole bisogna fare i conti con la contraddittorietà del reale, che produce dolore e strazio perché il cerchio non si chiude, i conti non tornano mai. Legge e cuore, potere e amore confliggono da sempre. Queste due condizioni opposte si equivalgono, l’una non è maggiore dell’altra. Entrambe hanno pari dignità, entrambe hanno ragione di esistere. E anche se si elidono a vicenda, anche se non c’è alcuna possibilità di farle coesistere, stanno lì, con la loro forza contrapposta a dilaniare chiunque ne subisca il feroce dominio. Alessandro Pertosa

 

Il testo, scritto da Alessandro Pertosa, verrà messo in scena dagli attori Melania Forte (Antigone) e Giorgio Sebastianelli (Creonte) in Italia e da Susam Galiano Perez (Antigone) e Luis Rodriguez Luna (Creonte) in Spagna.

 

28 LUGLIO, ORE 19.30 | CORRIDONIA [CHIESA DI SAN CLAUDIO AL CHIENTI]

VISITA AL COMPLESSO DI SAN CLAUDIO AL CHIENTI

A CURA DI COMUNE DI CORRIDONIA E CENTRO STUDI GIOVANNI CARNEVALE

PRENOTAZIONE NECESSARIA AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16

 

30 LUGLIO, ORE 19.30 | FALERONE [TEATRO ROMANO]

VISITA GUIDATA AL TEATRO ROMANO

A CURA DI COMUNE DI FALERONE

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI 0734 710111 – 320 2693190

 

TAU MADE IN MARCHE

TAU KIDS

28.07 | Casenuove di Osimo

Area Archeologica di Monte Torto

FACCIAMO LA PACE

 

 

da La Pace di Aristofane

adattamento testi e regia Marianna de Leoni

con Romina Antonelli, Fabrizio Pugliese

musica originale Claudio Rovagna

produzione Ass.ne Specchi Sonori – Il Teatro dell’Immaginario 2023

 

 

L’idea è una versione originale de La Pace di Aristofane, adattata e rivolta a bambini e ragazzi, ma anche per tout public. La straordinaria forza della commedia tipica di Aristofane, nell’esempio de La Pace, ripropone un tema attualissimo trattato con “leggerezza colta” anche per i più giovani e con l’occasione di proporre in modo attuale e vivace contenuti e linguaggi del teatro classico greco.

La versione che presentiamo gioca in una dualità di attori esattamente la corrispondenza con la struttura tipica della commedia di Aristofane: l’uso della metafora, la sorpresa fantastica, il rovesciamento delle situazioni.

Aristofane appare, non si sa come, nel 2023 precipitandovi dal 423 A.C.! Il grande commediografo deve mettere in scena La Pace, è spiazzato e disorientato ma pienamente padrone del suo umore e del suo carattere brusco e pungente. Si imbatte in lui un contadino che in realtà ignora di dover diventare Trigeo, il protagonista che andrà a disseppellire la pace nella commedia. Il nostro Pseudo-Trigeo non vorrà contraddire l’imperiosità del grande commediografo e cercherà di assecondarlo come riesce e come può nell’interpretazione, anche goffa ed esilarante, dei vari personaggi, nell’uso delle maschere e perfino, stentando, con una sconosciutissima lingua greca antica

Il risultato sarà un vivacissimo, caleidoscopico gioco di equivoci cui il sagace Aristofane propone indicazioni che oltretutto serviranno per il pubblico dei bambini a visitare parti della commedia classica e comprendere quel teatro così antico.

Il tutto sempre con tanta musica originale contemporanea, registrata ed eseguita dal vivo, capace anche di richiamare anche atmosfere di quel tempo arcaico.


TAU MADE IN MARCHE

29.07 | Casenuove di Osimo

Area Archeologica di Monte Torto

L’ALTRA MEDEA

DISSONANZE SUL MITO

 

 

da Euripide

e da un prologo della Medea di Franca Rame

di e con Isabella Carloni

contrabbasso Eolo Taffi

produzione Rovine Circolari Teatro

 

 

Donna selvaggia o innamorata, maga e sapiente o folle vendicatrice, madre snaturata o capro espiatorio? La figura di Medea è generatrice di domande ed enigmi, che ancora interrogano la nostra sensibilità contemporanea. L’autrice, Isabella Carloni, che da tempo riattraversa, da prospettive inconsuete, archètipi femminili della cultura occidentale, indaga la figura di Medea e ci regala, dietro le molteplici declinazioni del mito, uno sguardo ampio, che lascia affiorare punti di vista inattesi. Lo spettacolo mette a confronto la versione più accreditata del mito, ispirata ad Euripide, della madre assassina dei suoi figli, a una diversa e inaspettata visione, che apre nuovi scenari attorno alla figura di Medea.

Dopo un prologo ispirato alla versione epica e rivendicativa della Medea di Franca Rame, che propone una donna tradita e violenta, che rinasce dal suo dolore, l’attrice risale alla giovinezza di Medea, raccontata dal poeta greco Apollonio Rodio, per svelare le origini di questa affascinante figura nel momento in cui, travolta dalla sua passione amorosa per l’eroe greco Giasone, lascia la sua terra, la Colchide, portando però con sé tutta la forza della sua antica cultura. E proprio dalle suggestioni del famoso autore delle Argonautiche affiora la diversa versione del mito, ispirata da Christa Wolf, che ribalta la classica figura di Medea e ne accentua la diversità: in una cultura greca già gerarchizzata da un potere patriarcale e violento la donna straniera, guaritrice e sapiente, diviene il capro espiatorio di un’operazione politica, voluta e nascosta dalla città di Corinto.

Lo spettacolo è un viaggio attorno a uno dei miti più famosi della nostra cultura occidentale, che cerca di uscire dal vicolo cieco di una visione del femminile come vittima o mostro, che lascia spazio a proiezioni e fantasmi, diffondendo paure e giustificando violenze e repressioni, anziché favorire lo sforzo dialettico e costruttivo di relazioni umane possibili. Con questo lavoro l’autrice prosegue la sua ricerca drammaturgica – testimoniata dalla recente pubblicazione de Le Irriverenti, per le edizioni Titivillus, che guarda alla creazione artistica come a una preziosa forma di sapere critico e al teatro come forma di conoscenza, che non tralascia l’attenzione ai corpi, al rispetto delle diversità e all’ecosistema naturale e apre a nuovi orizzonti di senso.

 

DOPO LO SPETTACOLO | CASENUOVE DI OSIMO [CANTINA MONTETORTO]

APERICENA E DEGUSTAZIONE DI VINI

A CURA DI COMUNE DI OSIMO E ASSO

APERICENA + DEGUSTAZIONE VINI 15 EURO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (ENTRO IL 28/07 ORE 12)  AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16 E BIGLIETTERIA TEATRO LA NUOVA FENICE 071 9307050

 

29.07 | Corinaldo

Area Archeologica Santa Maria in Portuno

ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO

IL CICLOPE [CANTO IX]

 

 

da Omero

con Mario Incudine e Antonio Vasta

progetto e regia Sergio Maifredi

produzione Teatro Pubblico Ligure

 

 

Odissea un racconto mediterraneo, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, è il racconto di uno dei testi fondativi della cultura occidentale affidato a cantori contemporanei e riportato all’oralità delle sue origini.

 

Mario Incudine e Antonio Vasta sono i protagonisti de Il Ciclope, canto IX di Odissea un racconto mediterraneo, un progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi, prodotto da Teatro Pubblico Ligure.

Incudine e Vasta sono coppia di artisti affiatata che unisce recitazione e musica trascinando il pubblico dentro le storie con un’energia difficile da dimenticare. Il Ciclope è il primo “cunto” di Odisseo, il racconto con cui inizia la “versione di Odisseo”. Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco il cantore, narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti. Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in “oggettiva” passa al racconto in “soggettiva”. Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli “effetti speciali”, con il ciclope Polifemo, certo di catturare l’attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca. Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, affronta a suo modo questo “cunto”. Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, con lui sul palco. Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi “traduttori” del Ciclope di Euripide. Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della Prima Guerra Mondiale e Sbarbaro della seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l’intelligenza, la violenza contro l’accoglienza. In forma di cunto siciliano prende vita il canto più noto dell’intera Odissea ambientato da Omero nell’Isola Trinacria. Cantato, suonato e recitato da due tra gli artisti più acclamati del panorama nazionale ed internazionale, con le radici nel cuore del Mediterraneo, la Sicilia.

 

 

 

ORE 19.30 | CORINALDO [MADONNA DEL PIANO]

VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DI SANTA MARIA IN PORTUNO

A CURA DI COMUNE DI CORINALDO E PRO LOCO

PUNTO RISTORO A CURA DI CIRCOLO ACLI MADONNA DEL PIANO

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI UFFICIO IAT 071 7978636

 

TAU MADE IN MARCHE

31.07 | San Severino Marche

Parco Archeologico di Septempeda

Terme Romane

MEMORIE DI ADRIANO

 

 

da Marguerite Yourcenar

da un’idea di Francesco Rapaccioni

letture Associazione Sognalibro

Filippo Boldrini violoncello, Riccardo Brandi clarinetto

Coro Tourdion Ensemble del Corpo Filarmonico Adriani diretto da Simone Montecchia voci

nuova produzione dei Teatri di Sanseverino

in collaborazione con SABAP Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche

Ministero della Cultura, Regione Marche, AMAT

ANAS, Unione Montana Potenza Esino Musone di San Severino Marche

Protezione Civile di San Severino Marche, Club Alpino Italiano sezione di San Severino Marche

Pro Loco di San Severino Marche, Comitato del Quartiere Settempeda

 

a cura di Teatri di San Severino / Comune di San Severino Marche

 

 

Quando gli dèi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo. Da questo spunto contenuto nella corrispondenza di Flaubert è partita Marguerite Yourcenar per scrivere Memorie di Adriano, uno dei testi più noti di tutti i tempi. Narrato in prima persona come una sorta di autobiografia – epistola destinata a un giovane nipote, il romanzo descrive la storia di Adriano, imperatore romano del II secolo d.C., immedesimandosi nella sua figura in modo del tutto nuovo e originale: la Yourcenar immagina che Adriano scriva una lunga lettera nella quale parla della sua vita pubblica e privata, riflettendo sui trionfi militari, l’amore per la poesia, la musica e la filosofia, i sentimenti, la politica. Infatti, ricostruendo le memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar ha voluto rifare dall’interno quello che gli archeologi hanno fatto dall’esterno. Giudicando la propria vita di uomo e l’opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare e tuttavia il suo senso dell’umano, ereditato dai greci, gli fa capire l’importanza di pensare e servire fino alla fine. Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo, dice questo personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, tra l’intelligenza e la volontà. I tempi attuali ci hanno suggerito di avvicinarci a Memorie di Adriano, testo che è romanzo, saggio storico e opera di poesia e che guarda al passato classico con la consapevolezza dell’uomo contemporaneo e, al tempo stesso, osserva il presente con i criteri della classicità. Indispensabile fonte sono stati anche i Taccuini che accompagnano il romanzo, momenti di autobiografia, pause emotive e slanci in un lavoro creativo appassionante fino all’identificazione. Le Terme Romane di Septempeda si trasformano così per una sera nel canopo di Villa Adriana, luogo irripetibile dell’antichità.

 

DOPO LO SPETTACOLO | SAN SEVERINO MARCHE [TERME ROMANE]

VISITA GUIDATA AL SITO ARCHEOLOGICO

A CURA DI PRO LOCO SAN SEVERINO MARCHE

 

01.08 | Porto San Giorgio

Rocca Tiepolo

ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO

L’ULTIMA ODISSEA

I PATTI DI PACE [CANTO XXIV]

 

 

da Omero

con David Riondino e Dario Vergassola

progetto e regia Sergio Maifredi

produzione Teatro Pubblico Ligure

 

in collaborazione di Proscenio Teatro

per Epos

 

 

Odissea un racconto mediterraneo, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, è il racconto di uno dei testi fondativi della cultura occidentale affidato a cantori contemporanei e riportato all’oralità delle sue origini.

 

David Riondino e Dario Vergassola sono i protagonisti del canto XXIV, L’ultima Odissea. I patti di pace, che contiene un messaggio di speranza nel futuro.

Riondino e Vergassola raccontano L’ultima Odissea. Che il viaggio non sarebbe terminato con l’arrivo a Itaca, Odisseo lo sa bene da quando, nel regno dei morti, ha incontrato Tiresia, al nono canto. L’indovino cieco glielo ha predetto: dovrà, dopo la strage dei pretendenti, rimettersi in cammino, per terra questa volta, lontano dal mare, portando sulla spalla un remo, come una croce, come un’espiazione. La meta non avrà le coordinate precise che individuano Itaca sulla carte nautiche. Ma quando Odisseo sarà così lontano dal mare che, al suo passare, la gente scambierà il remo per un ventilabro allora sarà giunto alla fine delle sue fatiche. Potrà fare sacrifici agli Dèi e tornare in patria. Questo viaggio per terra è una seconda Odissea a cui Omero allude e che con molte probabilità è pure esistita in forma orale e scritta ma di cui le tracce si sono perdute. Riondino e Vergassola da lì partono, dai patti di pace, che chiudono i ventiquattro canti dell’Odissea che conosciamo e ci trasportano in un’altra Odissea tutta immaginata, enigmatica e misteriosa e forse mai scritta se non l’immaginario di ognuno di noi. Ovviamente, come è nel carattere di Riondino e Vergassola, con ironia, intelligenza, irriverenza.

 

 

 

PRIMA DELLO SPETTACOLO | PORTO SAN GIORGIO

PERCORSI E ITINERARI ALLA SCOPERTA DI PORTO SAN GIORGIO

A CURA DI COMUNE DI PORTO SAN GIORGIO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 331 5669129 DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 10 ALLE 13

 

06.08 | Monte Rinaldo

Area Archeologica La Cuma

UN’ODISSEA INFINITA

 

 

dall’Odissea di Omero

adattamento e regia Alessandra Pizzi

con Enzo Decaro

musiche Francesco Mancarella [pianoforte]

Diego Martino [percussione e fx]

Filippo Scrimieri [beatbox]

produzione Ergo Sum Produzioni

 

Un viaggio alla conquista di se stesso. È questa la più titanica delle imprese che l’eroe omerico si accinge a compiere.  L’Odissea di Omero è, in assoluto, l’opera che meglio di ogni altra riesce a rendere attraverso la metafora del viaggio, il lungo, lento, paziente, ma avventuro percorso che l’uomo compie alla ricerca di se stesso.  Un viaggio scandito da tappe coincidenti ai diversi stadi di crescita e di evoluzione a cui ci chiama la vita.  Omero fa compiere al suo eroe ardue imprese. Lontano dalle coste di Itaca lo attendono guerre, mostri, pericoli, gli stessi che incontra sulla strada del ritorno, quando, finalmente pago di saperi, sceglie la rotta per casa.  Ulisse lascia la sua Terra e esplora il mondo, supera le sue paure, risponde ai suoi dubbi, si addentra in territori della conoscenza e ritorna a casa. Ulisse è l’Uomo moderno che si spinge quotidianamente nel superamento dei propri limiti, che tenta affondi verso la conoscenza del mondo ma, soprattutto di sé. E torna a casa, consapevole dei suoi confini. Un “viaggio circolare”. Si parte da casa e si ritorna a casa, per ripartire. Perché più forte del desiderio del ritorno e la bramosia della conoscenza. Enzo De Caro, accompagnato dalle musiche al pianoforte di Francesco Mancarella e al beatbox da Filippo Scrimieri, dà voce all’eroe omerico, spiega le motivazioni che hanno accompagnato il viaggio di Ulisse e aiuta nella comprensione di quei “viaggi quotidiani” che spesso compiamo alla ricerca di noi stessi. Lo fa con la leggerezza del “consigliere”, dell’” amico saggio” che piuttosto che additare gli errori, cerca immagini lievi a cui ispirarsi. Riporta il pubblico sull’isola di Calipso, lo immerge nella dimensione surreale del mare azzurro e, soprattutto, rende il suo speciale omaggio alla letteratura, alla poesia, alla musica e all’arte che a Ulisse si sono ispirati. In questo viaggio Ulisse non incontra mostri e lestrigoni, ninfe e creature divine, ma dialoga con Francesco Guccini, e il suo racconto di Odysseo, incontra Dante e i dannati del canto XXVI dell’Inferno, Lucio Dalla e i versi di Itaca. Incontra la poesia di Pascoli e di Montale, di Tyson, di D’Annunzio, i versi delle canzoni di Caparezza, la letteratura di Borges e di Kafka e termina nell’infinito di Leopardi. Perché tra epica e invenzione, tra commento e narrazione, tra esegesi e interpretazione, vale il valore della parola che incanta, come il coro delle Sirene di Ulisse.

 

 

ORE 17 | MONTE RINALDO [AREA ARCHEOLOGICA LA CUMA]

VISITA GUIDATA ALL’AREA ARCHEOLOGICA LA CUMA

A CURA DI COMUNE DI MONTE RINALDO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (ENTRO IL 05/08 ORE 16)

AMAT 071 2075880 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 10 ALLE 16

E INFO@CUMARCHEOLOGIA.IT

RISERVATA AI POSSESSORI DEL BIGLIETTO DELLO SPETTACOLO

 

TAU MADE IN MARCHE

08.08 | Porto San Giorgio

Rocca Tiepolo

in collaborazione di Proscenio Teatro

per Epos

09.08 | Ascoli Piceno

Chiostro di Sant’Agostino

PROCESSO A PANDORA

LA SPERANZA CONTRO L’ACCUSA

 

 

con Vanessa Gravina e Stefano Artissunch

drammaturgia e regia Stefano Artissunch

produzione Synergie Arte Teatro

 

 

Processo a Pandora è una pièce originale, un viaggio tra attualità e mito che affronta il tema delicato e complesso della condizione femminile e del ruolo delle donne nella società alle soglie del Terzo Millennio. Nella mitologia greca Pandora è la prima donna mortale, creata bellissima da Efesto e dotata di tutti i doni e le virtù. La parola Pandora significa “ricca di ogni dono” ed è colei che, per curiosità, aprì il vaso regalatole da Zeus contenente tutti i mali del mondo (violenza, vizi, malattia); spaventata da quello che aveva trovato richiuse frettolosamente il vaso ma sul fondo rimase la speranza che non fece in tempo ad allontanarsi. Dopo questo accadimento, essendo fuoriusciti tutti i mali, il mondo divenne luogo di morte e distruzione fino a quando Pandora non decise di aprire nuovamente il vaso per far uscire la speranza, l’ultima a morire, così il mondo riprese a vivere e progettare il futuro. La storia si svolge in una sala del tribunale divino dove Pandora è posta sotto accusa da un misterioso pubblico ministero che rappresenta l’ordine e l’autorità degli dei. L’accusa contro di lei è quella di aver liberato tutti i mali nel mondo, portando sofferenza e disperazione all’umanità. Lo spettacolo sotto forma di reading/processo vede Pandora difendersi strenuamente affermando di aver aperto il vaso mossa da profonda curiosità e per esplorare il mondo che le era stato negato. Pandora afferma inoltre che non tutto ciò che è uscito dal vaso è male perché la speranza si sarebbe salvata all’interno, offrendo un barlume di luce nelle tenebre. Attraverso video-testimonianze e flashback, gli spettatori vengono trasportati nel passato di Pandora, dove scoprono il suo rapporto con Zeus, Prometeo ed Epimeteo, nonché la sua lotta personale per comprendere il significato della sua esistenza e della ricerca di redenzione. Nel corso del processo, vengono sollevate domande profonde sulla natura umana, sulla responsabilità e sul ruolo degli dei nel destino dell’umanità. L’opera offre spunti di riflessione sul libero arbitrio, sulla curiosità come forza motrice del progresso umano e sulla speranza come risorsa preziosa anche nelle situazioni più difficili. Con un mix avvincente di dialoghi intensi, monologhi emozionanti e scene coinvolgenti, lo spettacolo si pone l’obiettivo di far riflettere il pubblico sulla complessità della condizione umana e sulla necessità di abbracciare la curiosità e la speranza nell’affrontare le sfide della vita.

 

Processo a Pandora è il curioso desiderio di libertà che porta l’uomo a riconoscere il male e considerarlo occasione di arricchimento come se per poter crescere dovesse passarci in mezzo. Pandora è una risvegliatrice d’anima che ha avuto il coraggio di andare oltre le regole imposte per ottenere di vederci chiaro. Per poter crescere, rinascere ed arricchirsi è doveroso affrontare le proprie paure, ascoltare i messaggi di tutti gli accadimenti della vita, fondamentale è riuscire a non pensare in modo duale (positivo-negativo/ bello-brutto) ma accogliere con fiducia la totalità e trovare in ogni sua manifestazione un insegnamento per esistere. Sono sempre stato attratto dal potere delle storie mitologiche di rivelare le profondità dell’animo umano, mi sono ispirato nell’esplorare il personaggio di Pandora ad un processo teatrale in particolare ad un tribunale divino dove si possa mettere in discussione l’ordine prestabilito e creare uno spazio di confronto tra l’individuo e il divino. Intendo stimolare il pubblico affinché esamini da vicino il concetto di libero arbitrio e di responsabilità personale aprendo, attraverso il processo, un dibattito sull’eterna lotta tra la curiosità e la paura delle conseguenze delle nostre azioni. Nel dare voce a Pandora e consentirle di difendersi dalle accuse, cerco di andare oltre la superficie del mito per rivelare le sfumature e le contraddizioni del personaggio. Pandora diventa l’incarnazione delle contraddizioni dell’umanità stessa, affrontando la sua lotta interiore e offrendo al pubblico la possibilità di comprendere la sua esperienza e le sue motivazioni profonde. Un’esperienza coinvolgente per il pubblico partecipe del processo e trasportato, attraverso una combinazione di video-scenografie evocative, luci e colonna sonora coinvolgenti, in un viaggio emotivo ed intellettuale nell’atmosfera magica del mondo mitologico. Stefano Artissunch

 

 

 

PRIMA DELLO SPETTACOLO | PORTO SAN GIORGIO

PERCORSI E ITINERARI ALLA SCOPERTA DI PORTO SAN GIORGIO

A CURA DI COMUNE DI PORTO SAN GIORGIO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 331 5669129 DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 10 ALLE 13

 

ore 19 | Ascoli Piceno [Piazza Arringo]

ALLA SCOPERTA DELLA ASCOLI PICENO ROMANA

a cura di Comune di Ascoli Piceno e Gianfranca Florio

prenotazione necessaria AMAT 071 2075880 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16

Itinerario 3:

Dal paganesimo al cristianesimo: visita al Battistero, costruito su una preesistente struttura pagana, e al Giardino comunale, dove si trovano resti di epoca romana; si procede poi verso San Gregorio e San Venanzo, antichi templi diventati chiese romaniche dove ancora oggi sono ben visibili i resti delle strutture romane

l’itinerario comprende una tappa al Teatro Romano

 

12.08 | Fano

Ex Chiesa di San Francesco

LA CANZONE DI GIASONE E MEDEA

 

da Euripide a Seneca

da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh

con Elena Bucci, Marco Sgrosso

Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita

progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso

regia Elena Bucci

con la collaborazione Marco Sgrosso

disegno luci Loredana Oddone

rielaborazione site specific Max Mugnai

drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti

costumi Elena Bucci e Marta Benini

aiuto costumi Sandra Giuseppini

maschere Stefano Perocco di Meduna

produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano

si ringrazia il Teatro Comunale di Russi

 

Passato, e per sempre, è il tempo della notte, di incanti e sortilegi. Tutto ora accade al limpido raggio della luce, il bene, il male, ed è giusto… Sei stata tu, sono stato io? Non so, è successo. Franz Grillparzer

 

Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. Indaghiamo le molte versioni di una stessa storia e le ragioni diverse dei personaggi, sospendiamo il giudizio per cercare il ritmo che commuove e guida verso una possibile saggezza. Medea è una strega straniera capace, pur di ottenere l’uomo che ama, di sacrificare il fratello, indurre con l’inganno figlie innocenti a uccidere i padri, colpire i suoi stessi figli? Una vittima del potere resa folle dall’ingiuria dell’abbandono? Giasone è un traditore, un egoista, un abile stratega che calcola i vantaggi di un matrimonio importante con la figlia del re? La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte: passa di bocca in bocca e varia nel tempo i ritmi e i passi della danza fino a risuonare nei nostri giornali, nelle comunità disorientate dalla perdita dei riti, nelle città dove si mescolano le etnie, i modi di vivere e di credere. Come accade nel caso di alcune antiche melodie che si ritrovano in tutto il mondo, rinnova la memoria del patrimonio ereditato da chi ha vissuto prima di noi perché torni ad essere suono vivo, coscienza, catarsi che trasforma il dolore in sapienza. È un mistero dal quale traiamo un respiro profondo che ci unisce. Elena Bucci e Marco Sgrosso

12 AGOSTO, ORE 19.30 | FANO [MUSEO DELLA VIA FLAMINIA]

VISITA AL MUSEO DELLA VIA FLAMINIA

A CURA DI COMUNE DI FANO

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI MUSEO ARCHEOLOGICO E PINACOTECA DEL PALAZZO MALATESTIANO

0721 887845 – MUSEOCIVICO@COMUNE.FANO.PU.IT

TAU MADE IN MARCHE

14, 15, 16.08 | Porto San Giorgio

Porto [zona sud]

IFIGENIA IN AULIDE

da Euripide

regia Gabriele Claretti

produzione Geografie teatrali

 

a cura di Comune di Porto San Giorgio

 

Porto San Giorgio è mare. Le storie che il mare trasporta vengono da lontano, vanno e vengono seguendo il moto delle maree e si disperdono nelle onde del tempo. Il luogo d’elezione di una città come questa non può che essere il suo porto. Da sempre simbolo dell’incontro tra le genti e le loro storie e fulcro identitario della vita lavorativa della città, il porto, con i suoi moli e le barche ancorate, non può che essere necessariamente posto al centro dell’interesse culturale dei suoi cittadini, con lo scopo di valorizzarlo e renderlo vivo. Il progetto derivato da questa intesa e legato al titolo teatrale euripideo dell’Ifigenia in Aulide vuole porre l’accento proprio sulla concezione di porto inteso come approdo di storie e luogo in cui riunirsi per ascoltarle.

 

Il mito di riferimento ha viaggiato per quel crocevia marittimo che è il Mediterraneo e ha attraversato anche le epoche, portando il suo sostrato di significati fondativi in dialogo con la nostra contemporaneità. Mettere in scena Ifigenia al porto cittadino significa sfruttare un’affinità elettiva tra la trama del mito e il luogo che maggiormente può esprimerne i contenuti. La trama dell’opera è nota. Agamennone, capo primus inter pares dell’esercito acheo in partenza per Troia si trova nella terribile situazione di dover scegliere tra il successo della sua impresa o la vita di sua figlia. Le navi sono ferme a Calcide, sulle rive del fiume Aulide, perché gli dèi sono contrari alla guerra. L’indovino Calcante ha profetato che l’unico modo per Agamennone e suoi uomini di trovare il favore divino è quello di sacrificare la sua primogenita, Ifigenia. Menelao, fratello di Agamennone, lo convince a farla arrivare al porto dove è allestito l’accampamento con l’inganno: la giovane sposerà il primo tra gli eroi, Achille. L’opera si conclude con l’efferata violenza che il potere androcentrico e militare compie a discapito di una innocente. La stretta connessione tra il luogo e le tematiche d’attualità come la guerra e la violenza sulle donne, oltre a quelle fondative del rapporto padri-figli e umano-divino, fanno della tragedia di Euripide lo strumento teatrale più adatto a raggiungere gli obbiettivi sopra esposti.

 

La messa in scena dello spettacolo è prevista per l’estate 2023, nei giorni 14-15-16 agosto, immediatamente precedenti alle date della tradizionale “Festa del Mare” cittadina, prevista per il terzo fine settimana di agosto. La rappresentazione, quindi, verrà replicata per tre serate, si svolgerà al porto, in parte sulla terra ferma ed in parte sulle imbarcazioni, all’imbrunire, quando la luce del giorno rincorre il buio della notte. In particolare, ci sarà anche l’imbarcazione storica da pesca La Vittoriosa, recentemente restaurata. La Vittoriosa è dell’unica lancetta in navigazione nei mari italiani, ultima superstite di questo tipo dell’antica flotta peschereccia della costa meridionale delle Marche, avente 80 anni. Lunga 9,20 m e larga 3, con un peso di circa 70 quintali, La Vittoriosa, come tutte le lancette, è caratterizzata da una vela a trapezio dai colori vivaci: arancione con un grande sole rosso. La Vittoriosa, di proprietà di un cittadino di Porto San Giorgio, è stata concessa in comodato d’uso gratuito al Comune di Porto San Giorgio, in modo tale da poter far parte del “Porto-museo diffuso” del territorio del FLAG Marche Sud.

A CURA DI COMUNE DI PORTO SAN GIORGIO

 

14 E 15 AGOSTO, PRIMA DELLO SPETTACOLO | PORTO SAN GIORGIO

PERCORSI E ITINERARI ALLA SCOPERTA DI PORTO SAN GIORGIO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 331 5669129 DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 10 ALLE 13

 

14 E 16 AGOSTO, PRIMA DELLO SPETTACOLO | PORTO SAN GIORGIO [PORTO, ZONA SUD]

APERITIVO

CON LA COLLABORAZIONE DEI RISTORATORI LOCALI E DEL CO.VO.PI.

AL TERMINE DELLO SPETTACOLO SARÀ POSSIBILE VISITARE LA LANCETTA “LA VITTORIOSA”

 

15 AGOSTO, DALLE ORE 18.30 | PORTO SAN GIORGIO [PORTO, ZONA SUD]

MUSICA DAL VIVO E APERITIVO

CON LA COLLABORAZIONE DEI RISTORATORI LOCALI E DEL CO.VO.PI.

INTERMEZZO MUSICALE DI VALENTINO ALESSANDRINI (VIOLIN PERFORMER)

 

TAU MADE IN MARCHE

16.08 | Cupra Marittima

Parco Archeologico Naturalistico Civita

VIRGILIO. UNA VITA DA POETA

CONVERSAZIONE TEATRALE

 

 

lettura scenica Piergiorgio Cinì

narrazione Lucilio Santoni

musica Sergio Capoferri [fisarmonica]

 

a cura di Comune di Cupra Marittima

 

 

La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole. Vita che vive al di fuori di un corpo, e quindi anche al di fuori del tempo. Vita che si paga con la vita. Tutto questo nel racconto della storia di Virgilio, il poeta maestro di Dante.

Un racconto da cui partono squarci e illuminazioni per intuire che cosa sia la poesia: cioè quanto di più vicino ci possa essere alla parola di Dio.

 

 

 

ORE 18.30 | CUPRA MARITTIMA [FORO ROMANO]

VISITA GUIDATA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DEL FORO ROMANO

A CURA DI COMUNE DI CUPRA MARITTIMA, INTEGRA E IL PICCHIO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 375 7390077

 

TAU MADE IN MARCHE

18.08 | Porto San Giorgio

Rocca Tiepolo

ILIADE HIGHLIGHTS

STAND-UP TRAGEDY

 

 

di e con Stefano Tosoni, Stefano De Bernardin

produzione Proscenio Teatro

 

in collaborazione di Proscenio Teatro

per Epos

 

 

Dai ranghi della StandUp tragedy, una ripresa dei momenti più famosi e drammatici del poema dei poemi. Un agone drammatico tra attori e pubblico. Si vogliono raccontare al pubblico di oggi storie, come non se ne trovano altre, con una modalità moderna, che poi non è nient’altro che un modo antico e collaudato.

Due attori sul palco, suggestioni musicali e culturali, faranno rivivere gli episodi emblematici del capolavoro omerico. Lo scopo principale è narrare, o meglio rappresentare, i classici perché tutti possano apprezzarli e riscoprirli, o scoprirli, nella loro portata comunicativa e moderna, perché si rivelino come la fonte unica del grande oceano delle storie in cui navighiamo oggi e di cui, volenti o nolenti, non possiamo mai fare a meno. La storia è una, disse qualcuno, poi ci sono le variazioni su tema. Questo vogliamo raccontare, convinti di fare cosa gradita.

In particolare: i litigi tra Agamennone e Achille, l’ira di questi, Patroclo, il prode Ettore che dà l’addio a sua moglie, la morte di lui, la dignità di Priamo. Per raccontare di guerra, amori, eroi veri e falsi, scontri di rabbia e di coraggio, intrighi politici di uomini (e donne) potenti: come vedete la nostra civiltà non è cambiata poi molto dal XIII secolo a.c..

 

BIGLIETTI

Ascoli Piceno posto unico numerato              15 euro – 12 euro ridotto

Castelleone di Suasa posto unico numerato 12 euro – 8 euro ridotto under 18, over 65

carnet 2 spettacoli 20 euro

carnet 4 spettacoli 35 euro

Play [Domus]                                                   biglietto cortesia 3 euro

Corinaldo posto unico numerato                    15 euro – 12 euro ridotto

Corridonia posto unico                                              8 euro

Cupra Marittima                                            ingresso gratuito

Falerone posto unico numerato

Le idi di marzo                                                 18 euro – 15 euro ridotto

Antigone                                                          10 euro

Baccanti                                                          ingresso gratuito

Fano posto unico numerato                            15 euro – 12 euro ridotto

Macerata posto unico                                    10 euro

Matelica posto unico numerato

L’urlo della farfalla                                           10 euro

Menecmi                                                          15 euro

Monte Rinaldo posto unico numerato            15 euro – 12 euro ridotto

Osimo posto unico numerato                           

Facciamo la pace                                             5 euro

L’altra Medea                                                   10 euro

Pesaro posto unico numerato                         15 euro

Porto San Giorgio posto unico numerato       10 euro

Iliade                                                               5 euro

Ifigenia in Aulide                                              ingresso gratuito

San Severino Marche                                   ingresso gratuito

Senigallia posto unico                                   10 euro

Sirolo posto unico                                          12 euro

Urbisaglia posto unico numerato                   15 euro – 12 euro ridotto

Nell’abbraccio di Penelope                                ingresso gratuito

 

RIDUZIONI

under 25, over 65 anni, convenzionati vari

 

INIZIO SPETTACOLI

21.30; Macerata ore 21; Castelleone di Suasa, Pesaro, Urbisaglia ore 21.15; Monte Rinaldo, Osimo

Sirolo ore 19 Castelleone di Suasa Play [Domus] ore 19 e 19.30

 

BIGLIETTERIE, INFORMAZIONI & PRENOTAZIONI

Ascoli Piceno, Teatro Romano/Chiostro di Sant’Agostino

Biglietteria del Teatro 0736 298770

lunedì – sabato 9.30 – 12.30 e 16.30 – 19.30

dal 1 luglio lunedì – sabato 9.30 – 12.30 e 17 – 20

Biglietteria presso luogo di spettacolo 334 6634432

la sera di spettacolo dalle ore 20.30

Castelleone di Suasa, Anfiteatro Romano di Suasa

Biglietteria Anfiteatro Romano di Suasa 339 1717201 – 334 2076462

la sera di spettacolo dalle ore 19.30

Corinaldo, Area Archeologica di Santa Maria in Portuno

Ufficio IAT 071 7978636

Biglietteria presso Area Archeologica 338 6230078

la sera di spettacolo dalle ore 19

Corridonia, Abbazia di San Claudio al Chienti

Biglietteria presso Abbazia 376 1636640

la sera di spettacolo dalle ore 19

Cupra Marittima, Parco Archeologico Naturalistico Civita

Ufficio Segreteria 0735 776713

Falerone, Teatro Romano

Pro Loco Falerone 0734 710111

Biglietteria Teatro Romano 0734 710111

la sera di spettacolo dalle ore 20

 

Fano, ex Chiesa di San Francesco

Biglietteria Teatro della Fortuna 0721 800750

dal mercoledì al sabato dalle ore 17.30 alle 19.30

il mercoledì, il sabato e nei giorni di spettacolo anche dalle ore 10.30 alle 12.30

Biglietteria presso ex Chiesa di San Francesco

il giorno di spettacolo dalle ore 20

Macerata, Palazzo Buonaccorsi

Biglietteria dei Teatri 0733 230735

dal martedì al sabato

orario 10 – 13 e 16.30 – 19.30

Biglietteria Palazzo Buonaccorsi

il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio

Matelica, Giardini ex scuola elementare

Biglietteria Teatro Piermarini 0737 85088

il giorno precedente e il giorno di spettacolo dalle 17 alle 20

Biglietteria presso Giardini

il giorno di spettacolo dalle ore 20.30

Monte Rinaldo, Area Archeologica La Cuma

Biglietteria presso Area Archeologica La Cuma

il giorno di spettacolo dalle ore 17

Osimo, Area Archeologica di Montetorto

Biglietteria Teatro La Nuova Fenice 071 9307050

il giorno precedente lo spettacolo dalle ore 17 alle ore 20

Biglietteria Area Archeologica

presso Cantina Montetorto – Corinaldesi

via di Jesi 334 Casenuove di Osimo

il giorno stesso dalle ore 18

Pesaro, Parco Miralfiore

Biglietteria Parco Miralfiore

ingresso via Respighi 334 3193717

il giorno di spettacolo dalle ore 20

Biglietteria Teatro Sperimentale 0721 387548

dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 19

Biglietteria Tipico.Tips 0721 34121

dal lunedì al sabato 9.30 – 13 / 16 – 20

domenica 16.30 – 20

dal 25/06 anche 21.30 – 23

Rivendite Circuito Vivaticket

Porto San Giorgio, Rocca Tiepolo

Biglietteria Rocca Tiepolo 392 4450125

la sera di spettacolo dalle ore 20

San Severino Marche, Parco Archeologico di Septempeda, Terme Romane

Pro Loco San Severino Marche 0733 638414

dal martedì alla domenica dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 19

Senigallia, Area Archeologica Teatro La Fenice

prenotazioni Associazione Collegamenti 347 9237933

biglietteria il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio

Sirolo, Area Archeologica I Pini

Biglietteria Area Archeologica I Pini 347 9237933

la sera di spettacolo dalle ore 18.30

Urbisaglia, Anfiteatro Romano

Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566

lunedì – venerdì 10 – 13

nei giorni di spettacolo 10 – 13 e 15 – 18

Biglietteria Anfiteatro Romano

la sera di spettacolo dalle ore 19

 

VENDITA ON LINE

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