Il ministro: «Meglio prendere 97 a 21 anni. In Italia il problema è il tempo»
L’ironia su Twitter: lui ha risolto il problema non laureandosi
di Antonella De Gregorio (Corriere della Sera)
Il ministro del Lavoro torna a strigliare i giovani: «Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21», ha detto Giuliano Poletti, dialogando con gli studenti durante la convention di apertura a Veronafiere di «Job&Orienta», la 25esima mostra convegno nazionale dell’orientamento, scuola, formazione, lavoro. Poletti attacca, e i giovani, chiamati di nuovo in causa da un ministro del Lavoro, rispondono rabbiosamente su Twitter. L’ultima volta era stata Elsa Fornero a bollarli come «choosy», schizzinosi. Un’accusa che ancora brucia. Stavolta a fargli la ramanzina è stato l’ex presidente della LegaCoop, che è stato immediatamente sommerso da uno tsunami di post polemici, molto polemici. Il ministro svaluta la lode presa a quasi trent’anni? «Lui aveva risolto così il problema: non s’è laureato». Poletti crede che studiare non serva? «Basta sentirlo parlare per capire». E ancora: «Ecco la summa del pensiero di #Renzi e #Poletti: l’elogio dell’ignoranza».
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