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Libri per l’estate: i nostri consigli di lettura

Daniel Silva

Daniel Silva

di Valerio Calzolaio

Ritratto di donna sconosciuta

Daniel Silva

Noir

Traduzione di Seba Pezzani

HarperCollins Milano

2023 (orig. 2022)

Pag. 494 euro 20

(in fondo una conversazione con l’autore, pag. 481 – 494)

Valerio Calzolaio

Bordeaux, Venezia, Parigi, New York, Corsica, Provenza, Umbria, Roma, Berlino, Londra e altro ancora. Tra marzo e settembre dell’anno scorso. Il leale eccentrico mercante d’arte londinese Julian Juicy Julie Isherwood (genitori ricchi ebrei tedeschi, deportati e gassati dai nazisti) riceve una lettera da madame Valerie Bérrangar, che riguarda proprio la vendita che ha appena effettuato, ricevendo sei milioni e mezzo di sterline: l’olio su tela (115 x 92) di Ritratto di donna sconosciuta del pittore barocco fiammingo Antoon van Dyck. Lei ha dubbi di natura legale ed etica sulla transazione e gli chiede di vedersi tre giorni dopo al noto Café Ravel di Bordeaux. Julian parte per la Francia, quando esce dall’albergo gli va addosso una motocicletta con due uomini e scopre che pure la donna è stata investita da un’auto e uccisa. Con l’esperta Sarah Bancroft, ex agente clandestina della Cia e storica dell’arte che lavora con lui, decidono di chiedere consiglio e aiuto a Gabriel Allon, leggendaria famosa spia israeliana da poco in pensione e raffinato restauratore, ritiratosi tranquillo qualche mese prima a Venezia con la moglie Chiara Zolli (padre rabbino capo della piccola comunità ebraica lagunare), direttrice della Tiepolo Restauri (restia a farlo lavorare subito), e i loro due perspicaci gemelli Irene e Raphael, iscritti alla scuola elementare pubblica del quartiere. Julian lo incontra all’Harry’s Bar, racconta della provenienza del quadro, del suo acquisto a Parigi, delle verifiche sull’attribuzione, della guerra al rialzo per l’ulteriore vendita (infine a New York). Gabriel accetta di indagare in giro per il mondo, intuisce una frode multimilionaria coi falsi, corre pericoli, si fa falsario pure lui.

L’affermato pluripremiato giornalista (fino al 1997) e scrittore americano (dal 1994) Daniel Silva (Detroit, 1960) scrive accattivanti romanzi di spionaggio, pieni di colpi di scena pure mortali, con risvolti gialli e culturali. Questo è il ventiduesimo della serie (2000-2022, in Italia 2001-2023) e il suo mitico protagonista, occhi verdi e capelli scuri molto ingrigiti, zigomi pronunciati e naso adunco, asciutto e veloce (1,75 circa), esperto sicario e talentuoso restauratore di dipinti, sta trasformandosi in pensionato ma ancora risponde benissimo agli stimoli (non solo sessuali), con efficacia (spesso violenta) e umorismo (talora nero). La narrazione è in terza (quasi) fissa. Gabriel Allon è stato il direttore generale dei servizi di intelligence israeliani, ha personalmente ucciso dozzine di sapiens, ha subito attentati e ferite, è riconosciuto come leggenda un po’ in tutto il mondo. Ora, attraverso le sue attempate gesta ci immergiamo nell’avidità del mercato globale dei “falsi” connessi alle arti figurative. L’autore è stato ispirato dai frequenti diffusi “veri” scandali, una decina d’anni fa in Francia (un paese che pare particolarmente corrotto a riguardo) riguardarono appunto quadri di vecchi maestri. Per altro, non si sa quanti sono ancora in circolazione, visti l’eccessiva discrezione e l’ovvio opportunismo, privati e pubblici. Capiamo meglio la realtà delle gallerie commerciali e delle case d’asta, il ruolo di consulenti ed esperti, il gioco dei pareri ufficiali e delle figure “di paglia” (insospettabili complici). Ritroviamo molti personaggi di passate avventure, cari amici feroci, divenuti tali anche dopo essere stati avversari. A Roma col generale dei carabinieri Ferrari si mangia al Le Cave, accanto alla sede del Nucleo TPC, effettivamente a piazza Sant’Ignazio, sorseggiando Frascati (adeguati vini, soprattutto italiani e francesi, sono citati ovunque). Musicalmente, alla loro età preferiscono Vivaldi e Bocelli.

 

v.c.

 

Mediterraneo

Autori vari

Traduzioni varie

Geopolitica

Iperborea Milano

2023 (testi 2023, uno 2021, uno 2020)

Valerio Calzolaio

3

 

Mediterraneo. Oggi. 2,51 milioni di km² e 3,75 milioni di km³, profondità media 1500 metri (5267 la Fossa di Calipso in Grecia), 46 mila km di sviluppo costiero (di cui, si badi bene, 18 mila nelle isole, circa dieci mila le isole in tutto, quasi un migliaio abitate), 3700 km da ovest (stretto di Gibilterra) a est (golfo di Iskenderun, Alessandretta, Turchia), 22 paesi affacciati (più il territorio di Gibilterra) con 512 milioni di sapiens di cui 150 sulle coste, 28% il tasso di endemismo ovvero il più alto al mondo, 191 siti patrimonio Unesco dell’umanità, tanti mari e non una sola identità (anche a causa di scelte politiche). Lo spazio mediterraneo è frammentato, negli straordinari tumultuosi navigabili millenni del Neolitico fu crocevia di continue multidirezionali migrazioni, eppure l’incontro fra culture fu l’eccezione di alcuni porti e di alcune città cosmopolite, non la regola. Oggi è in crisi, sempre più travolto da edificazioni e turismo, da traffici e trasporti, dal riscaldamento climatico e dalla plastica, oltre che da molteplici armamenti e conflitti. Oltretutto, negli ultimi nove anni vi sono morte almeno 24 mila persone, provenienti da altri continenti verso quello europeo. La questione dell’immigrazione è centrale, primaria, perché il futuro dell’Europa (incapace di combattere la schiavitù ai suoi confini, la morte sulle sue rive, la povertà all’interno delle sue frontiere) dipenderà dalla capacità di considerare e accogliere l’Altro. Sembra più saggio decantarne allora una varietà pacifica più che ricercarne una fuggevole identità comune (con tanti stereotipi e pregiudizi), ma forse la mediterraneità non è altro che un sentimento, e come tale non vuole sentire ragioni. Nonostante tutto resta affascinante, rassicurante e consolatoria. Sulla sua “strada liquida” (Omero) e sulle nostre coste la modernità non attecchisce del tutto, il tempo scorre diversamente, e i popoli si parlano comunque più che altrove. Proviamo ad approfondire.

La collana The Passenger (per esploratori del mondo) è ormai nota e molto apprezzata, commissiona o raccoglie articoli recenti su luoghi umani del pianeta (città, paesi ed ecosistemi) in bei volumi illustrati e vuol farci meglio capire, partendo sempre da temi d’attualità. Il volume è ricco di foto (d’autore), dati grafici schede illustrazioni infografiche (originali e ben leggibili). Si possono così seguire brevi godibili interessanti saggi della bravissima scrittrice e giornalista francomarocchina Leïla Slimani (1981), del grande storico britannico e docente di Storia del Mediterraneo David Abulafia (1949), dell’esperta ottima giornalista d’inchiesta Annalisa Camilli (1980), del saggista e pubblicista tedesco Cristian Schüle (1970) su Tangeri, della fotografa e cuoca inglese (quasi romana e siciliana d’adozione) Rachel Roddy (1972) sul mangiare insieme come fondamento della dieta mediterranea, del musicista e regista turco Zülfü Livaneli (1946) sulle apparentemente conflittuali relazioni nell’Egeo e nel Mediterraneo Orientale, della poetessa e scrittrice libanese francofona Hyam Yared (1975) contro il tempo di nazionalismi e settarismi (grazie alla nonna), del giovane viaggiatore e scrittore inglese Nick Hunt sui quattro principali venti (bora, scirocco, mistral e meltemi), della giovane giornalista spagnola Rocío Puntas Bernet sulla mattanza dei tonni e del famoso romano Matteo Nucci (1970) sull’ozio mediterraneo. A chiusura una curiosa deliziosa mappa olfattiva e, come al solito, selezionati consigli d’autore per i libri (Braudel il più citato complessivamente nel volume), una playlist e una breve bibliografia.

 

v.c.

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