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Libri. Nuove letture.

Ginsburgleft_Jablonkaright-1024x768Figure della mente. La coscienza attraverso le lenti dell’evoluzione

Simona Ginsburg ed Eva Jablonka

Illustrazioni di Anna Zeligowski

Traduzione di Francesco Peri

Scienza

Raffaello Cortina Milano

2023 (orig. Picturing the Mind, MIT 2022)

Pag. 199 euro 24 (grande formato)

Valerio Calzolaio

Dentro e fuori di noi, coscienti o senzienti (sinonimi) sulla Terra. La biologia evoluzionistica può guidarci nel labirinto del nesso imperscrutabile tra mente e cervello, tra lo psichico (stato di coscienza) e il fisico (irritazione del tessuto nervoso), suggerendo sempre nuovi interrogativi e nuovi dubbi, domande più che risposte. L’approccio corretto prende le mosse da alcuni dei modi classici in cui abbiamo cercato di figurarci la coscienza e di concepire la natura della mente, soprattutto da due antiche concezioni di portata generale, il dualismo e il fisicalismo. L’orientamento naturalistico ed evoluzionistico impone di considerare tutti gli organismi vitali (batteri compresi) e di valutare bene la transizione dalle specie animali non coscienti a quelle coscienti, correlata all’emergere di una forma di apprendimento associativo aperto e illimitato, che caratterizza alcuni animali dotati di cervello, e premessa ai caratteri sui generis e alle ripercussioni strabilianti e mostruose della coscienza umana. Simile approccio necessita di far leva su una narrazione scientifica piana e matura, accompagnata seriamente da immagini visive (tavole illustrate e disegni ironico-giocosi) e immagini verbali (metafore vigilate con valore epistemico), per aiutare l’immaginazione e l’interpretazione a spaziare con maggiore libertà, dischiudendo altrettante prospettive sui molteplici risvolti della coscienza e passando in rassegna alcune varietà anomale che aiutano a spingersi verso le possibili espressioni future, come l’intelligenza artificiale e addirittura una coscienza in mondi virtuali o extraterrestri. Miscelando arte, filosofia e scienza si può davvero stimolare l’immaginazione e la consapevolezza di noi lettori, rivelandoci svariati modi in cui si possono esplorare i paesaggi della mente.

Due esperte famose filosofe della biologia di formazione scientifica, entrambe di origine isaeliana, Simona Ginsburg (nata negli Usa, 1947) ed Eva Jablonka (nata in Polonia, 1952), con la “conforme” collaborazione della medica artista Anna Zeligowski (nata in Polonia nel 1952), anche lei di origine israeliana e ora residente in Puglia, hanno realizzato un testo efficace, interessante e fertile per renderci più coscienti sulla coscienza. Si tratta di una proprietà antica e diffusa tra gli animali, probabilmente evoluta per creare un nuovo insieme di obiettivi, visto che consente all’organismo di prendere decisioni flessibili e dipendenti dal contesto, raggiungendo obiettivi che altrimenti non sarebbero affatto riconosciuti come tali, e finisce per coincidere con la sua capacità di orientarsi in un territorio nuovo e complesso, per procurarsi cibo o trovare un partner. Un essere senziente possiede un’autonoma agentività; ha esperienze private, soggettive e coerenti; si preoccupa e si impegna per la propria sopravvivenza e riproduzione. Per le specie umane hanno fatto poi via via grande differenza l’evoluzione di sistemi simbolici, che includono la capacità linguistica. Il volume si articola in cinque carrellate e “panoramiche”, ciascuna di queste sezioni svolge dai dodici ai sedici argomenti, per un totale di 67 paragrafi brevi, discorsivi e ricchi di vividi punti interrogativi. Ciascun paragrafo è accompagnato da un’immagine, una metafora visiva che entra in risonanza con il tema specifico svolto nel testo e con l’immaginazione del lettore, introducendo punti di vista supplementari, talora arricchiti anche da frasi in esergo, citazioni altrui e versi della poetessa inglese Jean Monet (ispirati alle tavole). Molto stimolanti nella quinta sezione i riferimenti alle lesioni cerebrali, ai deficit cognitivi e mnemonici, alle encefalopatie, alla fantascienza, alle menti prodigiose, alle sostanze psichedeliche, all’inconscio, ai robot. Indicazioni bibliografiche nelle puntuali note conclusive e buon indice analitico.

 

v.c.

Recensione Le strade d’oro

 

Le strade d’oro

Evan Hunter

Traduzione (ottima) di Giuseppe Costigliola

Autobiografico, musicale

Neri Pozza Vicenza

2023 (or. Streets of Gold, 1974)

Pag. 491 euro 20

Valerio Calzolaio

Da Fiormonte a New York, da italiano ad americano. Oltre un secolo fa. Dwight Ike Jameson (New York, 15 ottobre 1926 – Weston, Connecticut, 6 luglio 2005) è stato un grande pianista cieco di jazz, all’apice di popolarità e ricchezza nel decennio 1955-1965. Nemmeno trentenne aveva cambiato nome e cognome di nascita (Ignazio Silvio Iggie Di Palermo), coinvolgendo nella nuova identità la moglie ebrea Rebecca (matrimonio il 17 novembre 1948, assente il riottoso padre di lei) e i loro tre figli Andrew (1949), Michael (1951) e David (1953). Era un povero ottimo talentuoso musicista (dodici anni di studi classici) e arrancava nel jazz professionista bianco come Blind Ike. Il clamoroso pur meritato successo accadde per caso, risultato di una serie di eventi fortuiti. Dal 1955, comunque, il pezzo The Man I Love ebbe fama imperitura, insieme poi ad altre successive registrazioni. Poco tempo dopo, guadagnava quattrocentomila dollari l’anno solo per le vendite e le esibizioni (ormai milionario), era proprietario di un grande magazzino a Dallas, aveva partecipazioni azionarie nei pozzi petroliferi, possedeva case e viveva alla grande, da ogni punto di “vista”. Si trova a ripensarci e a narrarlo quasi 48enne, meno ricco e potente, da poco separato, iniziando al capezzale dell’amato nonno materno Francesco Di Lorenzo (Fiormonte, provincia di Potenza, 7 luglio 1880 – New York, 17 giugno 1973). Il nonno era emigrato dalla Basilicata a Ellis Island nel 1901, in fuga dalla filossera che aveva colpito le vigne, immigrando verso strade che potevano forse essere lastricate d’oro; lavorò subito da operaio della metropolitana, sfruttato e sottopagato; divenne un buon sarto grazie al padre della moglie Teresa Giamboglio; ebbe figli e nipoti, con un reciproco rapporto intenso e stabile soprattutto con il nipote Iggie.

Un consiglio appassionato, senza corrispettivo o royalties: lascatevi deliziare dalla musicalità di questo capolavoro letterario. Evan Hunter (New York, 15 ottobre 1926 – Weston, Connecticut, 6 luglio 2005) è uno straordinario scrittore americano, più noto al mondo con lo pseudonimo di Ed McBain, nato Salvatore Albert Lombino (nome cambiato nel 1952), con nonno materno italiano Giuseppantonio Coppola, di Ruvo del Monte in provincia di Potenza. Il bellissimo romanzo The Blackboard Jungle del 1954 iniziò a renderlo benestante e famoso, pur se incredibili popolarità e ricchezza arrivarono dal 1956 con la mitica serie dell’87° distretto firmata McBain. Nel 1973 l’amato nonno morì e decise di dedicargli una splendida narrazione in prima persona in forma romanzata (uscita a inizio 1974). Ci vorrebbe un’intera puntata di Report per illustrare (con svariati “forse”) le probabili corrispondenze e le colte differenze biografiche fra Francesco e Giuseppantonio, fra Ignazio e Salvatore, fra Dwight ed Evan, fra l’insieme dei personaggi “familiari” citati, veri e inventati (fra l’altro l’autore ci gioca spesso attraverso un ispirato ipertesto, divertente e irriverente). Ma che importa? Godiamoci lo spartito così come è (pure in Braille), l’impasto di ritmo e melodia, di progressione armonica e improvvisazione geniale, di incisi e dialoghi, di digressioni storico culturali (eccelse sul mito americano, da cui il titolo, e su razzismi e criminalità organizzate, specie di origine italiana) e svolte intime, intrecciando cronologia e diacronia, pensieri e parole, musiche e sospensioni. Del resto, Hunter ritorna di continuo sul rapporto pubblico e personale tra realtà e finzione, tra verità e menzogne: “È tutta una bugia, comunque, che differenza fa? Vuoi o non vuoi?”; “i sogni sono bugie”; “se cambi il tuo vocabolario sei già a buon punto per cambiare le tue idee”, per fare tre esemplificazioni. Il testo non era stato mai pubblicato in italiano, finché nell’estate 2019 il comune originario del nonno decise meritoriamente di promuoverne traduzione (ottima) ed edizione (limitata). Ora può finalmente arrivare a tanti connazionali lettori e lettrici ed è una chicca da non perdere, innanzitutto per le stesse meditate scelte felici dell’esperto traduttore, alle prese sia con un flusso creativo di invenzioni idiomatiche e termini ibridi nel crogiolo di razze sia con il dichiarato intento dell’io narrante di usare regole e contrappunti della sua musica (jazz) per spiegare (meglio) al posto della letteratura (di cui si dichiara inesperto). Molto documentato il meraviglioso jazz (Hunter ringrazia John Mehegan)! Vino fatto in casa e whisky fatto ovunque.

 

v.c.

 

Nicola Roggero

Sport

Add Torino

2023

Pag. 252 euro 18

Valerio Calzolaio

 

Atletica e altri sport. 1912 – 2022. Non basta conoscere solo tempi e misure per capire l’atletica. Non sono importanti solo i risultati delle gare. Non ci si può limitare ai manuali tecnici e agli annuari. Le prove di atletica sono l’esaltazione dei gesti fondamentali dell’uomo, correre saltare lanciare, e complessivamente rappresentano lo sport più universalmente praticato dai sapiens, quello dove atleti di Paesi come l’Etiopia e la Giamaica sono in grado di battere potenze come Stati Uniti e Russia, quello dove ognuno dei Paesi del mondo è in grado di produrre un campione (prima o poi è accaduto). Un rettilineo per correre, uno spiazzo per saltare, un oggetto da lanciare sono a disposizione di tutti quasi ovunque e quasi a ognuno è concessa una possibilità di approccio, indipendentemente da censo, etnia e provenienza. Per conoscere l’atletica è necessario allora documentarsi sul contesto sociale e culturale in cui l’attività si svolge. Tempi e misure, risultati e tecniche sono stati spesso condizionati dalle singole storie nazionali e dalla geopolitica globale. La storia sportiva dell’atletica si intreccia di continuo con la Storia culturale e istituzionale, spesso scadenzata dai quadriennali Giochi Olimpici, evento decisivo per tutti gli sport riconosciuti, a sua volta programmato o boicottato per la dinamica contingente dei poteri interni e delle relazioni internazionali, delle guerre e delle altre discriminazioni o ostilità. La vittoria e la perdita di medaglie ha spesso cambiato il corso della storia, all’interno e all’esterno dei confini patri, più ancora che l’ottenimento dei record di tempi e misure. Ripercorrere alcune vicende dell’atletica e dello sport aiuta davvero a ricostruire quanto globalmente sta accadendo nell’ultimo secolo e mezzo.

L’ottimo giornalista sportivo Nicola Roggero (Casale Monferrato, 7 ottobre 1964) mette in esergo del suo bel libro (dedicato alla mamma) una frase di Mandela sullo sport che “ha il potere di cambiare il mondo” (espressa in occasione della Coppa del Mondo di Rugby del 1995 in Sudafrica). Attraverso venti efficaci capitoli sul nesso fra eventi dell’atletica e eventi della Storia di oltre un secolo, riempie di notizie e curiosità un percorso che va dalla questione dei nativi americani (il primo capitolo sulle “medaglie negate” nel 1912) alla tragedia del popolo ucraino (l’ultimo capitolo), passando per i due conflitti mondiali e l’olocausto atomico di Hiroshima, gli anni della Guerra Fredda e i carri armati che schiacciarono Budapest e poi Praga, la lotta per i diritti civili degli afroamericani e la fuga per la libertà superando il muro di Berlino, sino ai movimenti per l’emancipazione delle donne e per l’autodeterminazione dei popoli aborigeni. Troverete tanti episodi e tanti nomi (elencati nell’indice finale alfabetico), alcuni noti e altri meno, tutti portatori di messaggi (come i tedofori) spesso più significativi della carriera individuale dei singoli atleti e atlete (c’è anche l’elenco dei maggiori protagonisti citati, in ordine di apparizione). Di tennistavolo si parla nel capitolo su “Borzov e il pasticcio americano”, dei due saltatori in alto sulla copertina e a pagina 1 nel capitolo intitolato a “Gagarin in pedana”.

 

v.c.

 

 

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