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L’iconografia della Madonna di Loreto

Francesco-Foschi-Traslazione

Martedì 10 ottobre 2023, dalle 18,00 alle 19,00, al cine – teatro Cecchetti, quarta e ultima conferenza tenuta dal pro. Stefano Papetti. Tema dell’incontro: l’iconografia della Madonna di Loreto. Pubblico numeroso, tutto il cine teatro era saturo in ogni ordine di posti. Brillante ed esaustiva come sempre la spiegazione del professore.

Nel 1294 con l’arrivo sul colle lauretano della Santa Casa, trasportata dagli angeli secondo la vulgata dalla Palestina, prima a Tersatto in Croazia poi a Loreto, inizia una nuova iconografia di Maria, La Madonna di Loreto. La costruzione nel 1468 del grande tempio voluto dal vescovo di Recanati, il forlivese Nicolò dall’Aste, sia a protezione della Casa di Nazareth sia per accogliere la gran folla di pellegrini che arrivavano da ogni dove, convinse tutti i papi a investire nel nuovo tempio. Tutta la costruzione esterna richiama un luogo fortificato, per tenere lontane le scorrerie piratesche dei mussulmani.

 

L’iconografia della Madonna di Loreto è semplice. La Vergine con il Bambino in grembo sta seduta sul tetto della Santa Casa che sembra fluttuare tra le nuvole. Un nugolo di angeli regge la Santa Casa con le mani per trasportarla a Loreto. Nel santuario mariano di Loreto lavorarono i più grandi pittori del Cinquecento- Seicento. Caravaggio che era a Loreto nel 1604 per controllare le opere del Pomarancio, realizza una grande tela nella quale la Madonna che porta in braccio il Bambino appare a due pellegrini. A Loreto e in tutta la diocesi di Fermo, dal 1600 al 1800, Ubaldo, Filippo e Alessandro Ricci realizzarono dipinti della Madonna di Loreto in molte chiese.

 

La vittoria della flotta cristiana del 1571 nella battaglia di Lepanto contro quella mussulmana, mirabilmente rappresentata nella grande tavola di Paolo Veronese (1572- 1573) ha aperto la serata dedicata all’iconografia della Madonna del Rosario. Papa Pio V, nello stesso giorno dello scontro, affacciandosi dalla finestra del proprio palazzo e guardando verso est aveva avuto una visione. Gli era apparsa la Madonna che gli annunciava la vittoria dell’armata cristiana. La pia pratica del Rosario, iniziata già da tempo, prende impulso da questa data. Antonio Micheli Gisleri era dell’ordine Domenicano, prima di diventare il 225° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica.

 

Tintoretto, pseudonimo di Jacopo Robusti, Agnolo di Cosimo, conosciuto semplicemente come Bronzino, Lorenzo Lotto realizzano magnifiche pale d’altare dove viene messa in primo piano la Madonna del Rosario. Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi, pittore eccentrico e dalla vita avventurosa, porta nell’iconografia della Madonna del Rosario, in una tavola in particolare, quella dedicata alla famiglia Colonna, tutta la propria vivacità pittorica. La luce irrompe sul volto dei protagonisti, mettendo in secondo piano altri particolari, con colori attenuati. Federico Barocci, nato ad Urbino, inizia a dipingere nella città eterna. Deve quasi scappare da Roma, perché odiato dai pittori locali, che provano anche ad avvelenarlo ma non riescono. Trovano in lui un nuovo Raffaello Sanzio. Se rimane a Roma, per loro non c’è nessun futuro. Nella sua Madonna del Rosario ci sono tanti motivi della nuova arte barocca e della Controriforma. Simone De Magistris, nato a Caldarola (MC), pittore visionario tra Lorenzo LottoEl Greco, realizza una grande pala d’altare, dove la Madonna del Rosario dispensa corone del Rosario a tutti i protagonisti.

 

Giovan Francesco Barbieri, detto Guercino, nato a Cento, in provincia di Ferrara, comincia la propria attività pittorica con la tecnica usata da Caravaggio; ben presto segue la nuova arte barocca, che si afferma subito dopo la Controriforma. Anche lui realizza una grande pala d’altare. La Madonna del Rosario ha ai propri lati San Domenico e Santa Caterina da Siena. I due ordini religiosi, Domenicani e Francescani finalmente sono messi insieme, dopo la lunga questione che li aveva visti su posizioni opposte. I Domenicani negavano che Santa Caterina da Siena non avesse ricevuto le stimmate. Simone Cantarini, detto il Pesarese o Simone da Pesaro, nella Madonna del Rosario, con San Domenico e Santa Caterina da Siena, ai suoi lati, riprende i motivi dell’arte barocca. L’opera gli venne commissionata dalla Confraternita del Rosario di Arcevia, borgo nei pressi di Ancona. Con questo dipinto la Confraternita intendeva ornare il proprio altare nella collegiata di San Medardo.

 

La vittoria della flotta cristiana su quella mussulmana rinforzò anche l’iconografia legata alla Madonna di Loreto. Nella traslazione della Santa Casa di Francesco Foschi portata dagli angeli in cielo ci sono tutti i particolari dei due eventi. L’opera si trova nella pinacoteca della Santa Casa, a Loreto (AN). Il mare è pieno di barche. La battaglia di Lepanto era stata una battaglia navale. In questa battaglia avevano partecipato molti marchigiani, soprattutto quanti provenivano dall’interno della provincia di Ascoli, paesi martoriati dall’ultimo terremoto, tra tutti, Arquata del Tronto. Non erano marinai ma maestri d’ascia, Servivano per costruire o per riparare le navi. Si intendevano di legname, che fu usato per armare le galee veneziane. Il legname proveniva soprattutto dagli Appennini. Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, comandante della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto, si recò qualche anno dopo a Loreto assieme ad ex prigionieri cristiani che erano stati catturati dai mussulmani. Gli ex carcerati portavano con loro le catene con le quali erano stati legati dai carnefici. Il metallo delle catene venne fuso e fu reimpiegato nella costruzione delle inferriate che delimitano l’area delle numerose cappelle che si distribuiscono ai lati della basilica.

 

“La Madonna della Misericordia nella pittura del Centro Italia” è stato invece il tema trattato Martedì 03 ottobre 2023, dalle 18,00 alle 19,00, al cine – teatro Cecchetti, nella terza conferenza del prof. Stefano Papetti, nell’ambito del ciclo di incontri dedicati alla cultura e all’arte. Dal 1400 al 1550 circa, prende il via un altro ciclo pittorico, questa volta solo nelle Marche e nella vicina Umbria. E’ l’inizio della rappresentazione della Madonna del soccorso. La Vergine Maria è rappresentata mentre brandisce un lungo bastone all’indirizzo del diavolo che vuole sottrarre il Bambino. Il contesto storico nel quale germina questo nuovo ciclo è quello delle sacre rappresentazioni che vengono date sui sagrati delle chiese.

La nascita di questo nuovo gusto artistico è di origine francese. Anche in questo nuovo ciclo pittorico, c’è chi ha voluto vedere il soccorso chiesto alla Madonna anche per debellare uno dei flagelli che allora mieteva vittime per tutte le contrade d’Europa, quello della peste. A Civitanova Alta, Baldo De Serofino esegue per la chiesa di S. Agostino una tela nella quale la Madonna s’impone con tutta la sua irruenza verso il diavolo, minacciandolo con un lungo bastone. Indubbiamente, il dipinto doveva essere più grande di quanto sia ora. Quello esistente ne è solo una piccola porzione.

Raimondo Giustozzi

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