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Libri . Emma, la regina del Chapo e le altre signore del narcotraffico

imagesEmma, la regina del Chapo e le altre signore del narcotraffico

Anabel Hernández

Traduzione di Amedeo Ceresa Genet

Prefazione di Roberto Scarpinato

Storia contemporanea

Bibliotheka Roma

2023

Pag. 351 euro 18

Valerio Calzolaio

Narcotraffico. Ultimi decenni. In Messico il sistema criminale ha volto maschile sia perché, nella maggior parte dei casi, tutti i membri della cupola a cui spettano le decisioni sono uomini: funzionari pubblici, politici, prelati e imprenditori, oltre agli stessi narcotrafficanti, sia perché è proprio il sistema delle comunità sociali a essere profondamente e anticamente patriarcale, con annessi discriminazioni, soprusi, narcisismi, forza bruta e violenza. Appare, dunque, interessante osservare il lato femminile nel mondo del narcotraffico: madri, figlie, mogli, amanti ufficiali e segrete, concubine stabili, star dello spettacolo, escort di alto bordo o donne di estrazione popolare, una componente integrante del regno e della corte dei narcos, donne che si conformano a regole maschiliste loro imposte per averne in premio i frutti della corruzione e dei massacri, di cui troppo spesso sono altre donne a essere le prime vittime. Le donne forniscono affetto e sostegno ai criminali megalomani, li giustificano o applaudono, danno loro piacere. Rappresentano la prima e più ristretta cerchia nel coro dei festeggianti adulatori, sempre a disposizione. Generano i figli, garantendone così la discendenza sparsa per ogni dove, e oggettivamente li spronano a perseverare sulla via del crimine, in un circolo vizioso senza fine e senza vie d’uscita. Simboleggiano la potenza di chi se ne circonda e le “possiede”, belle ambite invidiate, la spinta propulsiva e al tempo stesso l’obiettivo del comando. Sono il nutrimento della bestia. E finiscono per muoversi fra i due mondi del segreto degli atti criminali e della facciata dei risvolti sociali, sorta di vasi comunicanti in veste di dame di compagnia e amanti condivise. Non nei fantastici romanzi, ma nella realtà accertata.

L’esperta competente giornalista investigativa messicana Anabel Hernández Garcia (1971) arricchisce la sua ricca apprezzata produzione informativa sui cartelli della droga e sugli abusi di potere, dedicandosi alle “signore” dopo che a Los señores del narco (2010, tradotto in italiano nel 2014). Le descrizioni delle storie paradigmatiche delle personalità femminili e i relativi capitoli sono dieci, il primo e l’ultimo dedicati a Emma Coronel Aispuro (San Francisco, 1989), prima alla sua ascesa a “regina” (da cui il titolo e la copertina), poi alla sua deposizione del 10 giugno 2021 alla Corte Distrettuale della Columbia, Washington D.C., come collaboratrice di giustizia, la prima nella lobby malavitosa che controlla il paese a sud degli Stati Uniti a infrangere il patto d’impunità e a confessare. La prefazione è affidata al magistrato italiano, senatore dal 2022, Roberto Scarpinato (Caltanissetta, 1952), che presenta brevemente la coraggiosa autrice, “costretta a trasferirsi all’estero nella consapevolezza che il Messico è il luogo più pericoloso del mondo per gli operatori dell’informazione indipendenti, i quali suppliscono con le loro inchieste alla totale inerzia della magistratura sottoposta al controllo del potere politico colluso con i capi dei principali cartelli del narcotraffico”. Scarpinato offre anche un parallelo sul ruolo delle donne nella criminalità messicana e italiana, “per lungo tempo sottovalutato” quello nelle organizzazioni mafiose, da poco riconosciuto come di una “centralità sommersa”. L’analogia maggiore riguarda il ruolo assegnato alle “signore” nei nuclei familiari; la differenza maggiore consiste nella frequente scelta monogamica dei mafiosi italiani assorbiti dallo “stakanovismo” lavorativo criminale, rispetto ai narcos che sembrano considerare potere, violenze e profitti come funzionali all’appagamento del principio del piacere. Il volume contiene una ricchissima sequela (a tratti pesante) di personalità maschili e femminili nei vari cartelli predominanti e conflittuali lungo gli ultimi decenni di narcotraffico, accanto a personaggi di tutti i mondi contigui (familiari e parenti, alleati e complici, nemici e poliziotti, spie e collaboratori di giustizia, rappresentati istituzionali a lungo corrotti fino agli stessi presidenti di qualche mandato fa).

 

v.c.

 

 

 

La morra cinese

Marco Malvaldi

Giallo

Sellerio Palermo

2023

Pag. 261 euro 15

Valerio Calzolaio

Pineta e Pisa. Maggio 2023. Il barista matematico 55enne Massimo Viviani e la quasi 40enne fidanzata vicequestora Alice Benedetta Martelli hanno Matilde dal 2 giugno dell’anno prima, che allieta la vita nella ristrutturata villetta in zona san Sisto (su due piani, con giardino), pur svegliandosi spesso di notte. Anche la spigliata avvenente Tiziana Guazzelli, socia comproprietaria e cogestrice del Barlume e del ristorante attiguo, da otto mesi ha avuto il figlio Michele con il marito Marchino (sommelier bravo con vini e bimbi). Massimo e Tiziana sono preoccupati per i tavolini all’aperto e il relativo costo della concessione di occupazione di suolo pubblico. Come sempre, i quattro vecchietti (e tutti gli avventori) hanno molto altro di cui discutere, la novità è che il centrodestra ha vinto le amministrative (pure); l’89enne Pilade Del Tacca, ex impiegato del comune, e soprattutto Ampelio, ultranovantenne diabetico ex ferroviere padre della giramondo Gigina e nonno di Massimo, parlano di sventura e contestano; il coetaneo Gino Rimediotti, ex postino, e l’ultraottantenne gourmet Aldo Griffa, terzo socio della CrostataGranata s.r.l., fanno da bastian favorevoli. Solo che non si può stare un attimo ad azzuffarsi tranquilli: la nuova amministrazione ha deciso di vendere il Bosco Torto, vasto terreno scosceso dalle colline al mare, forse soggetto a usi civici, e il giovane laureando abruzzese Stefano Mastromartino, 26enne ricercatore di carte antiche, viene buttato giù da una delle finestre comunali nei piani alti, non è escluso avesse rintracciato anche una mitica lettera di Giacomo Leopardi. Il barrista resta sulle sue, s’occupa di figlio e permesso, legge un libro su complicati fantasiosi meccanismi elettorali; poi però interrogatori, indagini e sospetti di Alice (esperta di fisica, economia e legge) finiscono per coinvolgerlo, e, pur non riuscendo ad approfondire i possibili moventi, si mette a costruire utili mappe mentali, modelli matematici e disegni esemplificativi.

Lo scienziato scrittore (già allievo di conservatorio e buon pongista) Marco Malvaldi (Pisa, 1974) è una garanzia di piacevole divertente intrattenimento giallo. Qui tornano gli spassosi toscanacci apparsi nel 2007 e già protagonisti di nove romanzi e una decina di racconti, mentre i connessi vari episodi televisivi (Sky) hanno sceneggiature originali e tracce ormai autonome. Come sempre, la narrazione cartacea è in terza varia al passato, ancora una selva (sempre meno oscura) di dialoghi, arguti ed esilaranti, all’interno del BarLume e nei vari separati contesti. Approssimate tutte le età dichiarate, evolvono con i romanzi e ormai ci si avvia allegramente ai centenari. Il titolo ruota intorno ai vincoli circolari della morra cinese: qualcosa o qualcuno che comanda su altro, che a sua volta comanda su altro ancora, che pure infine comanda sul qualcosa o sul qualcuno iniziali. Via via emergono i tanti possibili colpevoli, personaggi “interessanti”, descritti con arguzia e originalità. Normale e normalisti dietro l’angolo. La squadra investigativa è funzionalmente corale, il mistero si risolve con misura e sensibilità sociale, commentando ad alta voce tutto di tutti. Per l’ultimo passo un aiuto viene dalla bottiglia di Baron de L, annata 2015, trovata in cantina e donata da Aldo ad Alice e Massimo. Che Giacomo nel 1830 a Firenze si fosse invaghito di Aspasia, ovvero della dotta allettatrice nobildonna Francesca Fanny Ronchivecchi, è assodato, lei moglie del medico e botanico Antonio Targioni Tozzetti. Segnalo il momento Stepanov (severo allenatore bulgaro), a pag. 217-218. Forse non è il migliore della serie, la lettura è comunque sapientemente godibile, evviva la tradizione (non solo italiana) del giallo umoristico, ove sempre prevalgono garbo, leggerezza, cultura e sorriso (per quanto abbastanza noir e criminali). Ottimo sempre un rum agricolo, ma qui è il moscato a essere importante. In cuffia s’ascolta gran musica degli anni ’70 (dai Genesis in avanti), provar non nuoce.

 

v.c.

 

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