di Lino Palanca
Dialetto e usanze, storie e storielle che accompagnano il nostro crescere civile. Il tutto pescato qua e là, senza pretese.
Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più [1].
T – U
tabàcculu – sostantivo maschile, ‘addetto alla stalla’; latino stàbulum da cui un probabile popolare stabùlucum; vedi il maceratese tavàccu; idem a Osimo, tabàcculo a Recanati.
tacchèlla – sostantivo femminile, ‘gara tra bambini’ generalmente con dei bottoni; vince chi riesce ad avvicinare di più al muro il bottone lanciato da una distanza stabilita; ci si può rifare a tàcca nel senso di andare alle tacche di qualcuno, andargli sempre accostati, il più vicino possibile; idem a Numana, sta’ tàcchi tàcchi a Cerreto.
tàcciu – sostantivo maschile, ‘recipiente per i rifiuti casalinghi’; n’è bbònu màncu pel tàcciu, non è buono nemmeno per l’immondizia; hispano-americano tacho.
tamburlà’ – sostantivo maschile, ‘recipiente multiuso’ (per asciugare panni, come braciere e altro); anche sedere voluminoso (raro); costruito sull’italiano tamburo; ad Agugliano è anche una sorta di alambicco per la distillazione.
tarózzu – sostantivo maschile, ‘corda di canapa’’ di una ventina di metri collegata alla màzza (striscia di legno a punta a V che serve a divaricare la linea dei sugheri da quella dei piombi nelle reti per la sciabica); spagnolo trozo, pezzo (anche di corda).
‘ticchétta (de) – locuzione, ‘etichetta’; méttese de ‘ticchétta, impuntarsi, cavillare, questionare con qualcuno; a trùccu se giòga de ‘ticchétta, nel gioco del trucco le regole vanno puntigliosamente rispettate; francese étiquette, rispetto di una norma, di un uso; così anche a Recanati.
tóma! – verbo, ‘prendi!’; tóma castegià’, esclamazione importata dall’Argentina per significare ‘prendi su e porta a casa!’, ‘ti sta bene!’, ‘così impari!’ e simili; hispano americano tomar, prendere.
tragì’ – sostantivo maschile, ‘bastone’ usato per passare lo straccio nella lavatura del pavimento; voce rurale; latino volgare traginàre, trascinare.
tréggia – sostantivo femminile, ‘carro rustico’ privo di ruote sostituite da aste di legno a mo’ di slitta; latino tràhea, slitta; tréggia anche a Recanati e Osimo; le aste di legno sono dette lungaróni in Agugliano.
trèmbula – sostantivo femminile, ‘torpedine di mare’che si difende emettendo scariche elettriche dunque che fa tremare, come una scarica elettrica; trèmulu a Numana.
trìculu – sostantivo maschile, ‘erbivendolo’; latino tricàre, ingannare (per la cattiva fama dei venditori ambulanti); vedi anche la voce medievale latina trecholus; confrontare il francese tricher, ingannare, barare; confrontare il romagnolo trècul, venditore al minuto di cose mangerecce; il treccolóne di Siena è uno che vende di tutto; al femminile ad Agugliano, trìcula, che ha assunto il significato di imbrogliona.
tringà’ – verbo; – 1- ‘bere in abbondanza’, tedesco trinken; trincà’ in Osimo e Numana – 2 – ‘tendere cavi o catene’ tra due punti (in marina); na(v)egà’ a la trìnga (sostantivo derivato), ridurre la velatura tirando i cavi opportuni; spagnolo trinca, messa in tensione di cavi.
trumbó’ – sostantivo maschile, ‘intestino crasso’ di buoi e maiali usato come contenitore di insaccati; perché di forma simile alla tromba; trombò a Cerreto.
turtumàiu – sostantivo maschile, ‘erba urticante di fosso’ o di fratta, spunta in primavera anche ai bordi delle strade; voce rurale; composto da torto, ritorto + maio (latino màius, maggio) nel senso di cespuglio rigoglioso e in questo caso selvatico.
‘uiéttu – sostantivo maschile, ‘trifoglietto’, graminacea per pascolo e per fare il fieno, usata anche come mangime per animali; voce rurale; latino (tri)fòlium con diminutivo.
urdenàriu – aggettivo, ‘di poco valore’; anche ‘maleducato’; ‘a in là, urdenàriu!, spostati, vattene maleducato!; latino ordinàrius; in Osimo urdinàriu, come ad Agugliano e Numana.
urèllu – sostantivo maschile, ‘bordo’; pure orifizio sessuale con riferimento a prostitute o donne ‘facili’ (anche in Agugliano e Numana); latino volgare orèllus, òrulus, orlo; il secondo significato si riscontra in Osimo.
urvìu – sostantivo maschile, ‘orlo della stoffa’; orvivo nel vecchio marchigiano e anche nel romanesco; vedi anche il camerte orvìo, vivagno del panno, cioè l’orlo di una stoffa, la sua parte viva (orlo vivo); urvìo a Recanati.
** per i riferimenti all’aguglianese, Fabio Maria Serpilli, Dizionario dialettale aguglianese; per il numanese, Giovanni Marinelli, Il linguaggio numanese nel novecento; per l’osimano Massimo Morroni, Vocabolario del dialetto osimano; per il recanatese, Gabriele Mariani, Il dialetto recanatese; Maria Canavari, Il Vocabolario di Cerreto.
[1] Tratte da Lino Palanca, Léngua Màtre – Vocabolario del dialetto portorecanatese, Recanati, Bieffe Grafiche 2010. ** per i riferimenti all’aguglianese, Fabio Maria Serpilli, Dizionario dialettale aguglianese; per il numanese, Giovanni Marinelli, Il linguaggio numanese nel novecento; per l’osimano Massimo Morroni, Vocabolario del dialetto osimano; per il recanatese, Gabriele Mariani, Il dialetto recanatese, Maria Canavari, Il Vocabolario di Cerreto.
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