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FIORI D’ACCIAIO: TOSCA D’AQUINO, MARTINA COLOMBARI, GIOIA SPAZIANI, MARTINA DIFONTE STEFANIA MICHELI E ROSSELLA PUGLIESE PROTAGONISTE DA MARTEDÌ 11 APRILE NEI TEATRI DI OSIMO, FERMO, FANO, SAN SEVERINO E FABRIANO

FIORICCIAIOTosca D’Aquino, Martina Colombari, Gioia Spaziani, Martina Difonte, Stefania Micheli e Rossella Pugliese sono le protagoniste di Fiori d’acciaio, commedia di Robert Harling che va in scena, con la regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, da martedì 11 a mercoledì 19 aprile nei teatri di Osimo (La Nuova Fenice, martedì 11), Fermo (dell’Aquila mercoledì 12 e giovedì 13), Fano (della Fortuna da venerdì 14 a domenica 16), San Severino Marche (Feronia lunedì 17) e Fabriano (Gentile mercoledì 19) per le stagioni realizzate dai rispettivi Comuni e AMAT con il contributo di MiC e Regione Marche.

 

Fiori d’acciaio, nella sua versione cinematografica — scrive la regista Michela Andreozzi nelle note di presentazione —, è uno dei romanzi di formazione che hanno accompagnato la mia prima giovinezza, insieme a Piccole donne, Harry ti presento Sally e Colazione da Tiffany: storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Più della letteratura, o forse in modo più efficace, il cinema mi ha insegnato gli infiniti modi di affrontare la vita: Fiori d’acciaio, che vidi in sala poco più che adolescente, è stato il film che più di ogni altro mi ha spiegato cosa significhi essere donne e, nonostante ciò, fare fronte comune, ovvero la famosa, leggendaria, solidarietà femminile. Che poi, tradotto in azione, significa conservare la propria identità, ritagliarsi un ruolo nel mondo, costruirsi uno spazio, intessere delle relazioni o alimentare dei conflitti e, malgrado tutto, essere capaci di unirsi. Obiettivo non sempre facile, che però perseguo da sempre: nei miei progetti, nel cinema, nel teatro, nella vita privata. Ormai, per me, fare fronte comune è diventata una sfida, crederci una fede e lavorarci una questione di coerenza. Alla luce di questo modus vivendi, Fiori d’acciaio è per me l’occasione di costruire, con un cast così ricco e variegato, una banda di soliste, in grado di suonare insieme ma di battere in volata quando serve; disegnare personaggi anche estremi ma capaci di ascoltarsi, o di imparare strada facendo ad accogliersi senza snaturarsi. Solo da adulta ho scoperto che il film era tratto da una pièce teatrale, ancora attualissima, sotto un superficiale strato di polvere fisiologico, e perfettamente rappresentativa di un microcosmo, quello del negozio di provincia, che è specchio di macrocosmi le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché ci permette di osservare un tempo appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. E forse anche perché l’immagine e lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono ormai identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Oltre al fatto che certe modalità, oggi, sarebbero condizionate dalla tecnologia. Tutto questo mi hanno fatto approcciare al testo e al progetto con l’entusiasmo. E poi c’è l’affetto. Per me, un teatro affettuoso è ciò di cui abbiamo bisogno, un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinica, mai diventa sarcasmo. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare”.

 

Lo spettacolo è prodotto da Virginy L’isola Trovata. Biglietti nelle biglietterie dei teatri che ospitano lo spettacolo (Osimo, Teatro La Nuova Fenice 071/9307050; Fermo, Teatro dell’Aquila 0734/284295; Fano, Teatro della Fortuna 0721/830742; San Severino, Teatro Feronia 0733/634369; Fabriano, Teatro Gentile 0732/3644), biglietterie del circuito AMAT/vivaticket e su vivaticket.com. Inizio spettacoli: Osimo, ore 21.15; Fermo ore 21; Fano ore 21, domenica ore 17; San Severino ore 20.45; Fabriano ore 21.

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