Il Teatro Persiani di Recanati torna ad aprire le sue porte a una nuova stagione di spettacolo dal vivo, promossa dal Comune di Recanati con l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC.
“È con soddisfazione che presentiamo la stagione teatrale 2023-2024, dopo il successo straordinario della scorsa, con spettacoli che hanno registrato il tutto esaurito a dimostrazione di quanto il teatro sia al centro della vita culturale della nostra comunità. – Ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi –La programmazione di quest’anno è stata curata con l’obiettivo di accontentare i gusti e gli interessi della maggior parte dei nostri concittadini. Dalle rappresentazioni classiche alle produzioni contemporanee, abbiamo cercato di creare un programma che sia inclusivo e coinvolgente. Il teatro è per eccellenza da sempre nella nostra città un luogo di condivisione, di divertimento e di riflessione per tutti i nostri concittadini.”
“Anche quest’anno la nostra stagione teatrale, dopo le serate da tutto esaurito dello scorso anno, si presenta con spettacoli che possono attrarre un pubblico variegato. – Ha affermato l’assessora alle Culture Rita Soccio – Il teatro è magia ed è per questo che abbiamo dedicato particolare attenzione a una stagione rivolta ai più piccoli, con spettacoli appositamente pensati per loro, invitando le famiglie a condividere questa esperienza speciale. Il teatro è un luogo di apprendimento, immaginazione e crescita e crediamo che debba far parte della vita di ogni bambina e bambino. Insieme, possiamo creare momenti straordinari e stimolare la creatività nei nostri piccoli cittadini e cittadine.”
I ragazzi irresistibili di Neil Simon, uno dei maggiori scrittori americani degli ultimi cinquant’anni, con due mostri sacri del teatro italiano, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, diretti da Massimo Popolizio, tra i maggiori registi della scena italiana, inaugura il cartellone il 5 dicembre con un omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole e deliziose manie e tragiche miserie. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile Quartetto Cetra sono riproposti il 21 dicembre in Cetra… una volta di Toni Fornari con Stefano Fresi, Toni Fornari, Emanuela Fresi, diretti da Augusto Fornari, un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto. Il 16 gennaio il nuovo anno a teatro si apre con Il figlio, un testo di Florian Zeller lucido, intelligente e carico di emozioni, un bel pezzo di teatro contemporaneo di parola affidato alla maestria interpretativa di Cesare Bocci e Galatea Ranzi con Giulio Pranno e Marta Gastini per la regia di Piero Maccarinelli. Con umorismo ed empatia, la coreografa Silvia Gribaudi eleva le concezioni di imperfezione umana a forma d’arte il 31 gennaio con Graces, progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817. Drusilla Foer, amatissima attrice, cantante e autrice, è attesa al Persiani il 21 febbraio con il suo nuovo spettacolo, Venere Nemica. L’iconica Signora dallo stile unico porta in scena un testo ispirato alla favola di Apuleio Amore e Psiche, riletta in modo divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi, come la competizione suocera/nuora, che si rivelano di un’attualità disarmante, resa ancora più evidente dal trasparire della personalità spiccata dell’interprete. Il Teatro Persiani conferma la sua vocazione di luogo di creazione artistica ospitando la residenza di riallestimento di La dodicesima notte (o quello che volete) diretta dal giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, che precede il debutto del 3 marzo. Considerata da molti critici la migliore commedia di Shakespeare, La dodicesima notte è un testo sorprendente, amaro ma lieve, profondamente malinconico e irresistibilmente divertente messo in scena dagli abilissimi Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi, Giovanni Drago, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso, Edoardo Sorgente, Aurora Spreafico. Conclude la stagione il 5 aprile Una giornata qualunque con Gaia De Laurentiis e Stefano Artissunch che firma anche la regia. La commedia, divertente e vivace, offre un ritratto delle nevrosi femminili e condensa al meglio la comicità di Dario Fo e Franca Rame autori del testo arricchito dalle musiche vivaci della Banda Osiris.
Il Teatro Persiani rinnova l’atteso appuntamento con La domenica al Persiani, stagione dedicata alle famiglie con quattro appuntamenti. Si inizia sabato 9 dicembre con Ci vuole un fiore. Le canzoni di Gianni Rodari di CircoRibolle e si prosegue il 18 febbraio con Cappuccetto rosso di ErsiliaDanza, il 10 marzo con Robin Hood di Armamaxa Teatro / Teatro Giovani Teatro Pirata e il 7 aprile con Storia d’amore e alberi di Inti.
Nuovi abbonamenti dal 21 novembre presso ex sede Agenzia delle Entrate (piano terra, Piazza Giacomo Leopardi – 31339 1046293). Biglietteria Teatro Persiani dal 5 dicembre (071 7579445). Informazioni AMAT 071 2072439.
MARTEDÌ
5 DICEMBRE
I RAGAZZI
IRRESISTIBILI
di Neil Simon
con Umberto Orsini e Franco Branciaroli
e con Flavio Francucci, Chiara Stoppa
Eros Pascale, Emanuela Saccardi
regia Massimo Popolizio
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Carlo Pediani
suono Alessandro Saviozzi
produzione Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Orsini e Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con AMAT e Comune di Fabriano
I due protagonisti della commedia di Neil Simon, giustamente giudicato uno dei maggiori scrittori americani degli ultimi cinquant’anni, sono due anziani attori di varietà che hanno lavorato in coppia per tutta la loro vita dando vita ad un duo diventato famoso come “I ragazzi irresistibili” e che, dopo essersi separati per insanabili incomprensioni, sono chiamati a riunirsi, undici anni dopo, in occasione di una trasmissione televisiva che li vuole insieme, per una sola sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. In scena vediamo i due vecchi attori che, con le loro diverse personalità, cercano di ricucire quello strappo che li ha separati per tanti anni nel tentativo di ridare vita a un numero comico che li ha resi famosi. Le incomprensioni antiche si ripresentano più radicate e questa difficile alchimia è il pretesto per un gioco di geniale comicità e di profonda melanconia. Certi scambi di battute e situazioni esilaranti sono fonte non solo di comicità ma anche di uno sguardo di profonda tenerezza per quel mondo del teatro che, quando vede i suoi protagonisti avviati sul viale del declino, mostra tutta la sua umana fragilità.
Umberto Orsini e Franco Branciaroli si ritrovano insieme per ridare vita a questo testo, che in questi anni è diventato un classico, nel tentativo di cogliere tutto quello che lo rende più vicino al teatro di un Beckett (Finale di partita) o addirittura a un Čechov (Il canto del cigno) piuttosto che a un lavoro di puro intrattenimento. In questo omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole e deliziose manie e tragiche miserie, li affianca la regia di Massimo Popolizio che ritrova nei due protagonisti quei compagni di strada coi quali ha condiviso tante esperienze tra le più intense e significative del teatro di questi anni.
GIOVEDÌ
21 DICEMBRE
CETRA…
UNA VOLTA
di Toni Fornari
con Stefano Fresi
Toni Fornari, Emanuela Fresi
regia Augusto Fornari
scene Alessandro Chiti
produzione Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli / A.T.P.R. Associazione Teatri per Roma
Un concerto spettacolo che vuole essere un tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80, il quartetto Cetra. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile Quartetto Cetra sono riproposti in questo spettacolo da tre interpreti eccezionali che costituiscono un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto e trascinano il pubblico nell’epoca splendente dei grandi varietà televisivi. Un omaggio al mitico quartetto che, dopo la morte di Lucia Mannucci, chiude la meravigliosa parentesi di un gruppo che ha fatto la storia della televisione e del teatro italiano.
Per questo ancora una volta si sono riuniti i Favete Linguis, trio vocale composto da Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi i quali, fin dall’inizio della loro carriera, si sono ispirati al Quartetto Cetra, ricalcando il loro peculiare stile comico-parodistico. In questo spettacolo interpretano tutte le canzoni di maggior successo dei Cetra e si esibiscono altresì in esilaranti parodie musicali, sempre ricalcando lo stile raffinato ed elegante del quartetto, mescolando divertimento scenico e virtuosismo vocale.
Cetra… una volta non è un racconto filologico, non solo la storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d’amore per ciò che ci ha ispirato, canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere. Ho voluto, insieme allo scenografo Alessandro Chiti, creare una scena che abbracciasse gli interpreti, li contenesse e che potesse essere, di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, teatro. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda. Augusto Fornari
MARTEDÌ
16 GENNAIO
IL FIGLIO
di Florian Zeller
traduzione e regia Piero Maccarinelli
con Cesare Bocci, Galatea Ranzi
Giulio Pranno, Marta Gastini
scene Carlo Di Marino
costumi Gianluca Sbicca
produzione ilParioli, Teatro della Pergola
Il testo di Florian Zeller fa parte di una trilogia Il Padre, La Madre, Il Figlio testi non collegati fra loro se non dal numero dei personaggi-6- e dalle implicazioni umane e sociali.
Il Padre da me diretto in Italia con Haber nel ruolo del titolo è poi diventato un film con Anthony Hopkins che ha vinto l’Oscar e una sceneggiatura firmata da Zeller anche regista e da Hampton che a sua volta ha vinto l’Oscar.
Anche Il Figlio si appresta a divenire film sempre per la regia di Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern e Vanessa Kirby eduna sicura sorpresa nel ruolo del figlio.
Mentre ne Il Padre venivano analizzati i rapporti degli altri in rapporto all’Alzheimer, qui Zeller ci conduce sapientemente per mano sul terreno delle incomprensioni generazionali all’interno del nucleo familiare.
La trama inizialmente è semplice: Nicola frequenta l’ultima classe del liceo e vive a casa della madre Anna. Suo padre Piero ha appena avuto un altro figlio con la sua nuova compagna Sofia. Anna informa il padre che Nicola da tre mesi non ha più frequentato il liceo e secondo lei ha una depressione adolescenziale. Piero ne parla con Nicola che esprime il desiderio di andare a vivere da lui e Sofia. Piero a quel punto decide di cambiare scuola a Nicola, adoperandosi, nei suoi limiti, per ridare a Nicola il gusto di vivere. Qui mi fermo con quello che Zeller ci riserva.
La trama è semplice ma non il tessuto di emozioni, la voglia di svelare quello che spesso troppo spesso si nasconde. Il testo conquista grazie non solo alla bellezza del linguaggio ma alla capacità di introspezione, ai rimandi fra un personaggio e l’altro, al manifestarsi delle loro debolezze e incapacità di capire se stessi e gli altri.
[…] Rappresentato già in moltissimi paesi è un onore per me dirigere questo testo di Florian Zeller, lucido intelligente e carico di emozioni, un gran bel pezzo di teatro contemporaneo di parola. Piero Maccarinelli
MERCOLEDÌ
31 GENNAIO
GRACES
coreografia Silvia Gribaudi
drammaturgia Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti
danzatori Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo
disegno luci Antonio Rinaldi
costumi Elena Rossi
produzione Zebra
coproduzione Santarcangelo Festival
con il sostegno di MiC
progetto realizzato con il contributo di
ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia – progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, Zona K
residenze artistiche ARTEFICI – Artisti Associati di Gorizia
Klap – Maison Pour la danse Marsiglia
Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa
Centro di Residenza Armunia/CapoTrave Kilowatt
L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale: Centro di Residenza Emilia-Romagna
Dansstationen, Danscentrum Syd, Skånesdansteater Malmö – Svezia
CollaborAction#4 2018/2019 in collaborazione con festival, rassegne e stagioni a cura di
Anticorpi, Ater, Interplay, Piemonte dal Vivo, AMAT, Arteven, Teatro Comunale di Vicenza
Artedanzae20, Teatro Pubblico Pugliese, C.L.A.P.Spettacolodalvivo, Armunia, FTS Onlus
Vincitore del premio Danza&Danza 2019 “Produzione Italiana dell’anno”
Vincitore dell’azione CollaborAction#4 2018/2019
Finalista premio Rete Critica 2019
Spettacolo selezionato a NID Platform 2019
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova
realizzò tra il 1812 e il 1817. L’ispirazione è mitologica. Le 3 figlie di Zeus – Aglaia, Eufrosine e Talia – erano creature divine che diffondevano splendore, gioia e prosperità. In scena tre corpi maschili, tre danzatori (Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo) dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto. Qui il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli, liberi, danzando il ritmo stesso della natura.
In scena anche l’autrice Silvia Gribaudi che ama definirsi “autrice del corpo” perché la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts. Negli ultimi 10 anni Silvia Gribaudi si è interrogata sugli stereotipi di genere, sull’identità del femminile e sul concetto di virtuosismo nella danza e nel vivere quotidiano, andando oltre la forma apparente, cercando la leggerezza, l’ironia e lo humour nelle trasformazioni fisiche, nell’invecchiamento e nell’ammorbidirsi dei corpi in dialogo col tempo.
Graces si è realizzato grazie allo sguardo registico e visivo di Matteo Maffesanti (regista, formatore e videomaker)
che ha seguito con Silvia Gribaudi tutto il processo artistico che si è sviluppato con tappe di lavoro che comprendevano laboratori con cittadini sui materiali coreografici.
“Con un umorismo generoso e un’empatia radicale, la coreografa italiana Silvia Gribaudi eleva le concezioni di imperfezione umana a forma d’arte al di là dei cliché e delle apparenze. Ispirandosi alla scultura Le tre grazie (Antonio Canova 1812-1817) – che rappresenta le figlie di Zeus Eufrosine, Aglaea e Thalia – i tre interpreti maschili
insieme a Silvia cercano nuovi significati della parola ‘grazia’. Con la danza e la parola, ma soprattutto con calore e leggerezza, lo spettacolo rivela una parte fondamentale della nostra umanità”. Annette Van Zwoll, dramaturg
MERCOLEDÌ
21 FEBBRAIO
VENERE
NEMICA
scritto da Drusilla Foer e Giancarlo Marinelli
con Drusilla Foer
e con Elena Talenti
regia Dimitri Milopulos
produzione artistica Franco Godi per Best Sound
produzione esecutiva e distribuzione Savà Produzioni Creative
Venere, Dea della bellezza e dell’amore esiste ancora. Creatura immortale, l’antica Dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come la Dea stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi, fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze sentimenti. Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani. Si sa, in tempi duri per tutti – in particolare per gli dei in deficit crescente di fede e consenso – potersi permettere finalmente di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso, non è cosa da poco per la nostra immortale eroina.
Grazie al rapporto con la sua misteriosa e inseparabile cameriera, bellissima, Venere, quasi per gioco, nel momento in cui gli uomini non credono più agli dei ma agli eroi, ripiomba nel passato: nella storia di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale Venere- da suocera nemica- riversa tutto il suo rancore di Dea frustrata e di Madre tradita. Ma nel paradosso feroce e dolcissimo della vita che non risparmia nessuno, nemmeno gli Dei, Venere insieme all’odio scoprirà anche l’amore, un amore infinito e incondizionato per quel figlio ferito che, in fuga dall’amata, torna da sua madre per curare le ferite del corpo e dell’anima.
Ispirato alla favola di Apuleio Amore e Psiche, Venere nemica – supportata dalla musica con un repertorio inaspettato, intenso crudele, a tratti musical – rilegge il mito in modo divertente e commovente a un tempo, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del classico nella contemporaneità.
DOMENICA
3 MARZO
[RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO]
LA DODICESIMA
NOTTE
(O QUELLO
CHE VOLETE)
di William Shakespeare
traduzione Federico Bellini
adattamento e regia Giovanni Ortoleva
con [in ordine alfabetico] Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi
Giovanni Drago, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso
Edoardo Sorgente, Aurora Spreafico
scene Paolo Di Benedetto
costumi Margherita Baldoni
luci Fabio Bozzetta
progetto sonoro Franco Visioli
assistente alla regia Alice Sinigaglia
assistente scenografo Andrea Colombo
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
Centro D’arte Contemporanea Teatro Carcano, Arca Azzurra
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco
Il giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, firma adattamento e regia de La dodicesima notte, considerata da molti critici la migliore commedia di Shakespeare, composta intorno al 1600, l’ultima giocosa del Bardo prima della stagione delle grandi tragedie e delle commedie nere.
Sulle coste dell’Illiria, l’amore si diffonde a ritmo endemico. Il duca Orsino è innamorato di Olivia, ricca contessa che si nega alla sua vista per onorare il ricordo del fratello scomparso. Quando nel paese arriva Viola, una giovane reduce da un naufragio che prende servizio dal duca travestendosi da uomo col nome di Cesario, la ragazza si innamora perdutamente di Orsino e fa innamorare di sé la contessa Olivia, creando un triangolo irrisolvibile. Nel frattempo, presso la corte di Olivia, il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cortigiani – il fool Feste, la cameriera Maria, Sir Tobia e Sir Andrea (amico di Sir Tobia e pretendente di Olivia) –, i quali gli fanno credere di essere amato dalla padrona. A complicare ulteriormente la situazione arriverà in Illiria anche il gemello creduto
morto di Viola, Sebastiano; dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti, la storia troverà finalmente il suo “lieto” fine.
Una commedia sorprendente, amara ma lieve, surreale ma terrena, profondamente malinconica e irresistibilmente divertente.
VENERDÌ
5 APRILE
UNA GIORNATA
QUALUNQUE
di Dario Fo e Franca Rame
con Gaia De Laurentiis, Stefano Artissunch
regia Stefano Artissunch
musiche Banda Osiris
produzione Synergie Arte Teatro
Commedia divertente e vivace, traccia un caustico ritratto delle nevrosi femminili condensando il meglio della comicità di Dario Fo e Franca Rame. La protagonista è una donna, Giulia che si è separata dal marito dopo 35 anni di matrimonio e che vive sola in una casa piena di aggeggi elettronici. Di mestiere fa la manager pubblicitaria e quindi ha nella sua casa-ufficio tutta la strumentazione necessaria per fare filmati. La solitudine la sta logorando e non ha più voglia di vivere. Ha deciso di suicidarsi e di lascia-re un messaggio video all’ex marito nel quale vuole confessargli di averlo molto amato e dove vuole parlargli della sofferenza della separazione dalla quale sono scaturiti per lei molti vizi come il fumo, l’alcol ed il mangiare senza regole. Nel suo monolocale ha creato diversi “congegni elettronici” per contrastare questi vizi. Mentre si organizza per registrare il videomessaggio e per compiere il “gesto estremo” comincia a suonare il telefono. Si scopre che un giornale dall’invitante titolo “Salute” ha pubblicato un articolo di una psichiatra che dà consigli contro la depressione. Alla fine dell’articolo com-pare un numero di telefono, che è inopinatamente quello di Giulia. Così riceve telefonate da donne disperate che hanno bisogno di consiglio e di aiuto. Inutilmente cerca di far capire di non essere lei la psichiatra. Le donne insistono, vogliono sapere, e così nascono delle conversazioni che finiscono per diventare molto comiche e surreali. Oltre alle telefonate continue di vari personaggi irrompe nella casa di Giulia anche un ladro che contribuisce rendere ancora più esilarante la situazione. Tutto si risolve in maniera comica e grottesca perché le strampalate vicissitudini-accadimenti concorrono a far sì che Giulia non raggiunga lo scopo di passare a miglior vita, soprattutto lei stessa si rende conto di non essere la sola ad avere problemi e che il mondo fuori da casa è strapieno di solitudine.
Con questa bellissima commedia di Dario Fo e Franca Rame torno alla possibilità di ideare una messa in scena fantasiosa cosa per me fondamentale nella scelta di un testo e torno a dirigere Gaia De Laurentiis diplomata presso il Teatro Piccolo di Milano diretto da Giorgio Strehler, attrice poliedrica dalle spiccate capacità brillanti e versatile nell’interpretare i più svariati personaggi. Lo spettacolo Una giornata qualunque è un vero e proprio “match teatrale”, un incontro/ scontro tra la protagonista Giulia/Gaia De Laurentiis e tutti gli altri personaggi portati sulla scena con arte performativa dal sottoscritto, il match è ben ingegnato grazie ai dialoghi brillanti scritti dalla penna raffinata di Fo/Rame, alle musiche vivaci della Banda Osiris nonché grazie alle situazioni comiche e paradossali che sdrammatizzano i vari “problemi” della protagonista Giulia (la solitudine, il timore di aver perduto la propria bellezza, l’ossessione di essere amata). Alle fin fine ne viene fuori una commedia che mette buon umore e fa amare la vita proprio perché ridicolizza il dramma che ognuno ha in sé facendo maturare la consapevolezza che tutti al mondo hanno problemi e che, come dice Dario Fo: ”ognuno per vincere la solitudine ed i propri disagi anziché sentirsi al centro dell’Universo dovrebbe solo pensare di esserne parte”. Stefano Artissunch
LA DOMENICA
AL PERSIANI
SABATO
9 DICEMBRE
CI VUOLE
UN FIORE
le canzoni di
Gianni Rodari
regia Michelangelo Ricci
con Alessio Lega, Maurizio Muzzi, Maria Grazia Fiore, Rocco Marchi
musiche Sergio Endrigo, Virgilio Savona, Alessio Lega e Rocco Marchi
produzione CircoRibolle Srls
Le canzoni di Gianni Rodari portate al successo in un famosissimo disco di Sergio Endrigo, interpretate per la prima volta dal vivo, in uno spettacolo nel centesimo anniversario della nascita dell’autore: un viaggio poetico
in musica che fa ascoltare le più famose favole e filastrocche del Novecento, fluttuanti tra le bolle.
Grazie agli arrangiamenti originali suonati dal vivo, ai dialoghi scherzosi, alle poesie stimolanti e alla magia sospesa delle bolle di sapone, lo spettacolo si presenta come un trionfo di intelligenza e un’allegra provocazione, quasi un laboratorio di poesia interattivo, con decine di ritornelli ripresi continuamente in coro dal pubblico.
Parole, musica e bolle di sapone, giochi, gag e nonsensi creativi per raccontare ai bambini di ogni età il genio di Rodari: tutta la poetica del maestro più conosciuto d’Italia si ritrova in questo spettacolo, che è una iniezione di allegria, un inno divertente e liberatorio alla fantasia, una gioia per gli occhi e per le orecchie.
LA DOMENICA
AL PERSIANI
DOMENICA
18 FEBBRAIO
CAPPUCCETTO
ROSSO
ideazione, coreografia, regia e testi Laura Corradi
con Midori Watanabe, Alberto Munarin
musiche originali Fabio Basile
disegno luci e allestimento scenico Alberta Finocchiaro
assistente alla coreografia Midori Watanabe
costumi Silvia Bonetti, Ilenia Rossit
adattamento voci registrate Alfonso De Filippis
voci Alfonso De Filippis, Augusto Radice
Alberta Finocchiaro, Laura Corradi
produzione ErsiliaDanza, Estate Teatrale Veronese
in collaborazione con Fondazione Teatro Nuovo di Torino
Ente Promozione Danza
con il sostegno di MiC, Regione del Veneto-Arco
La fiaba è sempre cominciata così: Cappuccetto disobbedisce e abbandona il sentiero per addentrarsi nel bosco… Anche qui, Cappuccetto e il Lupo, nel ripercorrere la storia, prendono strade laterali, trasgrediscono, aprono varchi di libertà che nessuna delle stesure originali aveva previsto. Ben presto ci si chiede chi sta conducendo il
gioco, Lupo o Cappuccetto? Chi sta ingannando l’altro? E intanto scorrono fiori e seduzione, travestimenti, foto ingiallite, boschi, giochi pericolosi e paura, un cacciatore che spara a tutto quel che muove.
Si crea scompiglio in un angolo di cielo dove sono riunite per l’occasione le anime dei “padri” della fiaba, Charles Perrault e i fratelli Grimm, e qualche altra inattesa figura, tutti preoccupati perché la fiaba prende forme inconsuete.
È un altro pubblico, invisibile, che assiste, sussurra al vicino, brontola, parteggia, litiga e, in nome della tradizione, interviene. È il mondo adulto che, pur di rimettere ogni cosa al suo posto, dimentica di cambiare lo sguardo e di accettare il cambiamento.
Cappuccetto e il Lupo ne hanno passate tante insieme, tante fiabe, tante epoche e tutte le lingue del mondo. Lei una ragazzina e lui pur sempre un lupo, ma il tempo rovescia tutto e loro adesso farebbero qualsiasi cosa per non dover arrivare alla battuta fatale: oh nonna, che bocca grande hai….
Laura Corradi
LA DOMENICA
AL PERSIANI
DOMENICA
10 MARZO
ROBIN HOOD
con Giacomo Dimase ed Enrico Desimoni
regia Enrico Messina
assistenza regia, luci e suono Simone Guerro
produzione Armamaxa Teatro / Teatro Giovani Teatro Pirata
Robin Hood di Sherwood, il fuorilegge per antonomasia, è forse l’unico personaggio della cultura europea che sia riuscito ad attraversare con perfetta naturalezza tutti i ‘media’ che si sono succeduti dal Basso Medioevo fino ad oggi: dalla tradizione orale dei mercati e delle fiere, dalla letteratura al cinema e alla televisione.
Ladro e brigante, bandito e gentiluomo, il “miglior arciere d’Inghilterra”, sceglie di stare fuori dalle regole e incarna la figura di chi ha il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie e alle prepotenze. Brigante e paladino insieme, ruba ai ricchi per dare ai poveri: sta dalla parte degli ultimi e dei disperati. un personaggio affascinante e quantomai attuale, proprio come le ragioni che ne motivano le scelte e le azioni. Difensore del popolo angariato dai potenti, coraggioso furfante che ignora i vincoli del diritto, Robin rappresenta l’aspirazione universale dell’uomo alla
libertà e alla giustizia: le sue gesta manifestano la ricerca e l’affermazione di una dignità che riscatti una vita marginale e degradata.
Raccontare oggi la storia di Robin Hood offre, dunque, l’occasione di riflettere sulle regole: come ci si pone davanti ad una regola? le regole vanno rispettate – certo! – ma quando non sono giuste bisogna trovare il coraggio di dire di no e di opporcisi!
Con i modi di un teatro essenziale e un po’ d’altri tempi, fatto di scene povere costruite con materiali semplici, i due attori parlano ai piccoli con il linguaggio del racconto per riavvicinarli alla dimensione dell’ascolto; evocano la storia di Robin e, come cantastorie da piccolo borgo, la trasformano, la re-inventano e ci giocano, se la cuciono addosso e ci si ritrovano dentro, bambini anche loro, impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio come Robin Hood e il suo compagno Little John. C’era una volta un famoso bandito che, per sottrarsi alle ingiuste leggi del suo tempo, decise costruire il suo rifugio sugli alberi. E si ritrovò a guardare il mondo che da lassù gli sembrò piccolo, a portata di mano, a portata di tutti, senza servi ne’ padroni.
LA DOMENICA
AL PERSIANI
DOMENICA
7 APRILE
STORIA D’AMORE
E ALBERI
molto liberamente ispirato a L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono
di Francesco Niccolini
con Simona Gambaro
regia Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
oggetti scenici Luigi D’Elia e Simona Gambaro
luci Luca Telleschi
musiche Bevano Est e Antonio Catalano
produzione INTI
con il sostegno di Catalyst-Teatro Corsini Barberino di Mugello e Giallo Mare Minimal Teatro Empoli
nell’ambito del progetto Residenze Art. 43 MiC-Regione Toscana
Storia d’amore e alberi è stato il primo spettacolo che Francesco Niccolini e Luigi D’Elia hanno realizzato insieme e per dieci anni Luigi D’Elia lo ha portato in tournée per centinaia di repliche in tutta Italia, provocando un fenomeno eccezionale di mini forestazione diffusa grazie all’opera di migliaia di bambini che sono stati coinvolti – grazie allo spettacolo – nel gioco più importante che possiamo immaginare, piantare alberi.
A distanza di più di dieci anni dalla prima replica, datata 8 dicembre 2009, Luigi D’Elia lascia il testimone a Simona Gambaro per una nuova versione su misura. Così, a distanza di più di vent’anni dalla prima edizione di questo testo fortunatissimo (era il 1998), il protagonista dello spettacolo torna a essere una donna. Nate infatti per Roberta Biagiarelli, passate sulla schiena di Luigi D’Elia, ecco che le ali del buffo angelo pasticcione protagonista di questa storia tornano sulle spalle di un’attrice, la bravissima e sorprendente Simona Gambaro.
Storia d’amore e alberi è liberamente ispirata al Romanzo di Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi, un piccolo libro del 1980 diventato nel tempo un racconto simbolo per la difesa della natura e l’impegno civile, un messaggio d’amore per l’albero e il suo valore universale. Il romanzo racconta del solitario pastore Elzeard Bouffier che per amore comincia a piantare querce in una terra desolata e aspra e attraverso questa ostinata pratica quotidiana torna a essere felice. Lentamente e meravigliosamente il mondo intorno a lui cambia come in una lenta e silenziosa rivoluzione.
CAMPAGNA ABBONAMENTI
15 – 16 novembre rinnovi con conferma del posto
17 – 18 novembre rinnovi con possibilità di cambio posto
21 – 25 novembre nuovi
[7 spettacoli]
settore A euro 160 ridotto* euro 130
settore B euro 130 ridotto* euro 95
settore C euro 95 ridotto* euro 65
BIGLIETTI
dal 29 novembre
settore A euro 25 ridotto* euro 20
settore B euro 20 ridotto* euro 15
settore C euro 15 ridotto* euro 10
loggione euro 10
*riduzione fino a 25 anni e oltre i 65 anni, possessori Marche Cultura Card e convenzionati vari. Per Graces anche per iscritti scuole danza. Riduzioni previste anche per possessori Carta Regionale dello Studente.
LA DOMENICA AL PERSIANI
posto unico numerato euro 6
BIGLIETTERIA PRESSO PALAZZO COMUNALE
339 1046293 Piazza Giacomo Leopardi 31
ex sede Agenzia delle Entrate (piano terra)
in campagna abbonamenti
nei giorni indicati dalle ore 17 alle ore 19.30
dal 29 novembre
dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30
BIGLIETTERIA TEATRO PERSIANI
dal 5 dicembre
dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30
nei giorni di spettacolo feriali dalle ore 17
domenica di spettacolo dalle ore 15
INFORMAZIONI
Biglietteria presso Palazzo Comunale 339 1046293 (Piazza Giacomo Leopardi)
Biglietteria Teatro Persiani 071 7579445 (Corso Cavour)
AMAT 071 2072439
VENDITA ONLINE
www.vivaticket.com
L’acquisto on line comporta un aggravio del costo in favore del gestore del servizio e non consente di accedere alle categorie di riduzione.
INIZIO SPETTACOLI
ore 21.15 | domenica ore 17
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