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Il Circolo ACLI “Don Lorenzo Milani” sul dramma dei migranti oggi

immigrati3Il Circolo ACLI “Don Lorenzo Milani” sul dramma dei migranti oggi

 

Il dramma dei migranti nel Mediterraneo di oggi può essere sintetizzato così: Nascere nel Paese sbagliato. Fuggirne e rischiare la vita. Cercare un Paese migliore. Trovare un Paese-prigione.

Di fronte a questo dramma, invece di investire (come si faceva, ad esempio, nei Progetti SPRAR e Mare Nostrum) nell’accoglienza diffusa, favorendo l’integrazione e valorizzando le risorse umane dei migranti, si continua a puntare su quella che Papa Francesco a Marsiglia ha definito la “propaganda allarmista”.

SI CONTINUA a parlare a sproposito di invasione: gli oltre 130.000 migranti giunti quest’anno non sono numeri insostenibili; lo diventano se sono affrontati come un’emergenza e non in modo strutturale.

SI CONTINUA a proporre misure di emergenza e di respingimento (blocco navale, CPR, cioè di contenimento fino a 18 mesi, addirittura pagamento di una cauzione di 5000 euro da parte del migrante che voglia evitare la reclusione nei centri, espulsioni, polizia ai confini, smantellamento delle navi di soccorso e degli SPRAR, cioè dei progetti di assistenza e integrazione a livello locale).

SI CONTINUA invece a non fare proposte o piani strutturali (corridoi umanitari, accoglienza diffusa, collaborazione e distribuzione equa e solidale dell’Europa, investimenti per lo sviluppo dei Paesi di partenza …).

SI CONTINUA a non capire che i migranti non sono un problema di ordine pubblico, ma una risorsa per un paese come il nostro in grave crisi di denatalità.

SI CONTINUA a adottare il nostro punto di vista: noi e loro; dovremmo assumere invece un diverso punto di vista: migranti anche noi.

SI CONTINUA a non abolire la legge Bossi-Fini.

SI CONTINUA a mantenere i vergognosi decreti Salvini.

SI CONTINUA a non approvare la legge dello jus soli; ancora non si concede la cittadinanza a chi nasce nel nostro Paese.

SI CONTINUA a parlare di difendere i confini e i diritti degli autoctoni; sono idee che rimandano agli stermini del ‘900 perpetrati proprio in nome del falso mito del suolo e del sangue.

SI CONTINUA a trattare il migrante come un fuori luogo, un malvenuto, uno che occupa il posto degli altri.

SI CONTINUA a dimenticare che, se noi occidentali siamo residenti e stabili e se l’umanità si è sviluppata, è perché da sempre i popoli sono emigrati, si sono spostati fuggendo da natura e clima ostili, da fame e guerre.

SI CONTINUA a dire “aiutiamoli a casa loro”, ma gli unici accordi con i Paesi di origine non prevedono seri investimenti di sostegno strutturale all’economia e all’occupazione di quei Paesi; prevedono invece per lo più uno scambio vergognoso: denaro/ contenimento (con campi di concentramento, muri, filo spinato, polizia ai confini, campi profughi disumani …).

SI CONTINUA a distinguere tra migranti, profughi, migranti climatici, migranti economici, migranti giovani che non avrebbero diritto a cercare la felicità, a muoversi liberamente nel mondo come fanno i nostri giovani.

SI CONTINUA a ignorare il diritto all’emigrazione, sancito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che nell’articolo 13 afferma: “Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese” e l’articolo 14 che sancisce il Diritto di asilo. L’art. 3 inoltre dichiara che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”.

 

Circolo ACLI “Don Lorenzo Milani” – R

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