Nell’incontro del 16 giugno sul Dissesto idrogeologico organizzato a Recanati dall’Associazione “Altraeco” e dal Circolo Acli “Don Milani” è emersa la necessità di individuare alcuni “punti-fermi” sui principali temi ambientali (acqua, dissesto idrogeologico, difesa del suolo, agricoltura sostenibile ecc.). Proviamo a elencare quelli emersi da un recente Corso di formazione promosso dall’Istituto storico di Macerata
1) – L’acqua è uno dei principali benefici forniti al genere umano dagli ecosistemi naturali e quindi è uno dei principali servizi ecosistemici.
2) – L’acqua è un comparto che comprende non solo l’attività di depurazione e la gestione delle reti idriche, ma anche la manutenzione degli invasi, con i problemi e le difficoltà che tale gestione e tale manutenzione comportano (lo dimostra l’esempio dell’acquedotto del Nera.
3) – L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, come è stato riconosciuto da una risoluzione delle Nazioni Unite nel 2010 che ha definito “l’acqua come un diritto essenziale alla vita e alla fruizione di tutti gli altri diritti umani”. Questa definizione che nel 2015 è stata ripresa e ribadita nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco: l’accesso all’acqua “è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale”, perché “è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”.
4) – Infine l’acqua è un sistema ambientale complesso che richiede quindi non solo una profonda conoscenza del ciclo dell’acqua, ma anche un approccio sistemico.
Una gestione sistemica a livello territoriale oggi è assolutamente necessaria. Una gestione sistemica deve porsi, però, alcuni obiettivi indispensabili:
- A) dobbiamo evitare lo spezzettamento delle competenze (come purtroppo avviene in Italia);
- B) dobbiamo evitare consumi eccessivi e sprechi di una risorsa sempre più limitata: in Italia si consumano 245 d’acqua pro capite, circa il doppio della media europea;
- C) dobbiamo ridurre la dispersione dell’acqua: le reti idriche italiane hanno perdite intorno al 40 per cento, mentre in Europa non si supera la media del 15 per cento;
- D) dobbiamo stoccare una quantità maggiore dell’acqua da pioggia: riusciamo a immagazzinarne soltanto l’11 per cento, un risultato addirittura inferiore a quello di 50 anni fa, quando eravamo al 14 per cento;
- E) dobbiamo evitare gli effetti catastrofici a livello territoriale di una cattiva gestione delle acque, in particolare alluvioni e frane.
- F) dobbiamo ridurre l’inquinamento dei fiumi e dei mari: come è noto, da anni l’Italia è stata condannata dall’Europa a pagare 60 milioni di euro all’anno perché non depura l’acqua di fogna che viene scaricata nei fiumi. Lo fanno anche alcuni Comuni delle Marche.
- G) Infine, dobbiamo realizzare il reimpiego dell’acqua di depurazione che viene gettata in mare senza essere riutilizzata: uno spreco che a breve potrebbe portare a una nuova condanna dell’Unione Europea.
Lavoriamo per realizzare questi “punti fermi”.
Centro Studi Acli Marche – Giugno 2023
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