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Libri Le nuove recensioni GENISI, CASOLA, RAWLENCE, COSMACINI, HOTAKAINEN

Fonte internet

Fonte internet

Lo scammaro avvelenato e altre ricette
Gabriella Genisi
Giallo
Sonzogno Venezia
2023
Pag. 191 euro 15
Valerio Calzolaio

Bari. Una recente fine di novembre. La mitica Lolita Lolì Lobosco, direttrice della sezione Omicidi della questura, buona lettrice e ottima osservatrice, miscredente e scaramantica, un metro e settanta con tacchi da Louboutin e quinta di reggiseno, quella domenica si sveglia sola, la sera prima ha litigato con Giancarlo Caruso che ormai da qualche settimana vive a Mattinata e lavora a Manfredonia, centocinquanta chilometri non sempre facili da percorrere. Viene invitata a pranzo dalla sorella Carmela, i panzerotti sono ancora da preparare, la ricetta è della nonna Dolò con personalissima interpretazione, vogliono farli assaggiare al nuovo inquilino del bed & breakfast che gestisce con la mamma (al terzo piano di un edificio con inquilini chiassosi e attaccabrighe). Si tratta di Enrico Fasulo, già guardia giurata per venticinque anni, in pensione da due anni, ora uno scrittore che, affittando la stanza per settimane o mesi, ha detto di voler scrivere un romanzo ambientato a Bari con notevole bisogno di tranquillità e ispirazione. Carmela si è invaghita, lui ha approfittato della sensualità selvatica di lei (donna delusa) e ora ci prova anche con l’incantatrice iperattiva Lolita, che però, dopo aver mangiato alla grande, scappa dall’amica Marietta, procuratrice capo della Repubblica. Lì la chiamano in causa per un omicidio sul lungomare del 29enne Ivano Lomuscio, incensurato ma legato al traffico di stupefacenti. La commissaria accorre col Maggiolone, la mattina dopo però Fasulo viene trovato morto dalla sorella, avvelenato da tossina botulinica, e la principale indiziata è proprio Carmela, le aveva confessato di volersene andare via molto prima del previsto e lei aveva protestato rumorosamente. Lolita non ci può credere e, comunque, viene necessariamente allontanata dal caso. Dovrà capire come sbrogliare la matassa a distanza.
Ennesima divertente avventura (dal 2010 al 2022) della riuscita serie barese sull’intraprendente decisa commissaria Lolita (nome popolare evocativo) per la brava scrittrice Gabriella Genisi (Bari, 1965). L’arrivo in televisione e il relativo grande successo (merito pure dell’attrice Luisa Ranieri) hanno comportato la necessità di nuove storie. Il decimo romanzo è una sorta di racconto lungo (con impianto proprio di un singolo bell’episodio seriale) arricchito da quasi cento pagine (metà della foliazione) di gustose dettagliate ricette di antipasti, primi piatti, piatti unici, secondi piatti, contorni, sfizi salati, dolci, sfizi di frutta, aperitivi e dopopasti, attribuibili all’attraente Lolì, diffidente di carattere e corvina di capelli, madre siciliana e padre napoletano (carabiniere ammazzato davanti casa quand’era piccolina). Il titolo fa appunto riferimento a una delle ricette, quella “protagonista” dell’episodio: la vittima muore a causa di un ingrediente del sugo misto della pasta, lo scammaro può essere adattato come si vuole, era il preferito di Eduardo De Filippo, diventa avvelenato (mortale) solo se qualcuno interviene con cattive intenzioni. Segnalo l’avvocato Michele Laforgia, cui Lolita si rivolge per difendere la sorella. Si tratta di una personalità vera del mondo democratico e progressista pugliese, “principe del foro barese” in campo penale, uomo di notevole bellezza fra l’altro (pensa Lolì, presumibilmente). Sarà la morte di un cagnolino a metterli sulla buona strada per la risoluzione del giallo. Le ricette andranno provate, non sono previsti gli abbinamenti con il vino e, intanto, a Bari le Peroni (birre) si vendono come l’acqua dalle sette del mattino fino alle tre di notte almeno; anche la commissaria ne approfitta.

v.c.

Recensione Sahel

Sahel. Conflitti, migrazioni e instabilità a sud del Sahara
Camillo Casola
Presentazione di Giovanni Carbone
Politica internazionale
Il Mulino Bologna
2022
Pag. 186 euro 15
Valerio Calzolaio

Mali, Niger, Burkina Faso, Ciad, Mauritania. Gli ultimi decenni. Ai bordi meridionali del deserto del Sahara vi è una lunga (in latitudine) e stretta (in longitudine) fascia di territorio chiamata Sahel, che comprende larghe o piccole parti di tanti Stati africani da ovest a est, dall’Oceano Atlantico al Corno sul Mar Rosso: Senegal, Mauritania, Algeria (minimamente), Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad, Sudan, Eritrea. Nel decennio appena trascorso, le zone centro-occidentali di questa cintura semi-desertica si sono trasformate nell’area più turbolenta dell’intera immensa regione subsahariana. Stravolto nel suo tessuto ecologico e sociale (siccità, desertificazione, carestie, povertà), nelle sue labili recenti istituzioni politiche, nelle sue attività economiche e nelle sue relazioni esterne da un intreccio mutevole di violenze, attori e traffici, il Sahel è uno snodo chiave per la gestione delle migrazioni e il contrasto al terrorismo. Ormai sono passati dieci anni dall’inizio del conflitto in Mali; il 2021 ha fatto registrare un macroscopico incremento delle violenze armate e del numero di vittime, in gran parte civili; a causa delle tensioni interetniche, l’insicurezza si è estesa a Niger e Burkina Faso ed è in corso un’evidente regressione autoritaria su scala regionale, spesso con il ritorno di forme di controllo militare sul potere politico; mentre la crisi climatica produce conseguenze disastrose per le popolazioni civile e le economie locali. Quel che vi accade interessa da vicino l’Europa e l’Italia.
Il giovane competente ricercatore Camillo Casola lavora presso il Centro Studi sull’Africa contemporanea dell’Università di Napoli “L’Orientale” e per il Programma Africa dell’Istituto di Studi per la Politica Internazionale (ISPI). Dopo borse e ricerche in varie sedi, ha iniziato a frequentare di persona il Mali e il Sahel nel novembre 2016 (racconta l’arrivo a Bamako), tornandoci spesso negli anni seguenti, e fornisce ora un’accurata fotografia delle crisi in quell’area. Nel primo capitolo passa in rassegna le caratteristiche dei cinque principali sistemi statuali saheliani membri del G5 (i regimi politici e i modelli di governance in Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger). Nel secondo capitolo approfondisce l’analisi delle dinamiche di instabilità che attraversano la fascia, dagli effetti dei cambiamenti climatici antropici globali al caso del bacino del lago Ciad, dalla diffusione del salafismo jihadista alle origini della penetrazione sociale di gruppi armati di matrice qaidista, dal radicamento di reti criminali alla moltiplicazione di flussi di migrazione forzata. Nel terzo capitolo si concentra sul Sahel centrale per decifrare l’evoluzione attuale delle insurrezioni armate e degli abusi di stato, con i possibili scenari di sviluppo. Il ruolo degli attori esterni, invece, è preso in considerazione nel quarto capitolo, a partire dalla Francia e dagli alleati europei fino alle nuove ambizioni di potenza di Russia e Cina, o di paesi arabo-mediorientali. Note bibliografiche in fondo a ogni capitolo. Le brevissime conclusioni accennano alla questione della presenza politico-militare dell’Italia e di un eventuale ruolo crescente. L’indice dei nomi completa l’interessante testo.

v.c.

Recensione Treeline
Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla Terra
Ben Rawlence
Traduzione (dall’inglese) Alessandra Neve
Scienza (comunicazione scientifica)
Francesco Brioschi Editore Milano
2022 (orig. inglese 2022)
Valerio Calzolaio
3

Emisfero boreale. Ultimi dodicimila anni (circa). Gli alberi antichi sono fonte di meraviglia, profughi di un’altra era con un ciclo vitale molto più lungo di quello umano. I loro areali sono il risultato di cicli planetari geologici, climatici ed evolutivi incredibilmente lunghi. A partire dal Pliocene, tre milioni di anni fa, quando l’esplosione delle piante ha rinfrescato l’atmosfera fino al livello di equilibrio attuale, le ere glaciali hanno interessato il pianeta circa ogni centomila anni. Il Polo Sud è un’isola, i ghiacci nell’emisfero australe sono più rari. Da noi si sono estesi e ritirati ritmicamente e la massa verde con loro, migrando in senso opposto. La fine dell’ultima era glaciale risale a un po’ più di diecimila anni fa, per l’orologio del pianeta è questione di qualche secondo. Dopo la ritirata dei ghiacci gli alberi hanno riconquistato terreno verso Nord nel nostro emisfero, fino alla cosiddetta Treeline, “linea degli alberi”, quella in cui alcune specie (come i tassi in Scozia) crescono floride in ambienti marginali, in terreni inospitali e poveri di nutrimento, in un ecosistema prossimo a quello ghiacciato. Le condizioni di crescita sono limitate sia dall’altitudine (sulle colline o sui fianchi di una montagna) che dalla latitudine (verso i poli), e sono legate soprattutto al contesto vitale, alla disponibilità di terra, a sostanze nutritive, luce, anidride carbonica e calore. Man mano che il ghiaccio si ritira, gli alberi lo seguono lentamente, mettendo radici in terreni poveri, facendo la fotosintesi, perdendo gli aghi e poi morendo, fino a creare il suolo ricco e fertile della Terra, gettando le basi degli habitat di tutte le altre specie viventi. La foresta boreale copre un quinto del globo, il secondo grande bioma dopo l’oceano, e contiene un terzo di tutti gli alberi terrestri. Ora lo sconvolgimento è in corso, i cambiamenti climatici antropici globali stanno provocando effetti irreversibili.
Il giornalista e scrittore inglese Ben Rawlence (1974) è stato a lungo reporter di migrazioni umane forzate, in aree di violazione dei diritti umani, di conflitti civili e guerre internazionali. Vive con la famiglia in Galles, dove ha fondato il Black Mountains College, dedicato allo studio dell’emergenza climatica e ai modi in cui affrontarla. E proprio dal suo Galles parte nel prologo del nuovo bel saggio documentario: Llanelieu, 52° 00’ 01” N. Anche ognuno dei successivi sei capitoli indica la latitudine della località d’inizio del percorso geografico e scientifico verso il sole che sorge, da ovest verso est, fra comunità biologiche e umane del larghissimo “confine” fra vegetazione e ghiaccio. La linea degli alberi è composta da una manciata di specie, un club vegetale esclusivo, i segni distintivi delle terre settentrionali. Si tratta di tre conifere e di tre latifoglie che si sono evolute per sopravvivere al freddo, ognuna capace di impossessarsi di un segmento della linea, prevalendo sulle altre e creando ecosistemi unici (alcuni sapiens accanto a loro): il pino silvestre in Scozia, la betulla in Scandinavia, il larice in Siberia, l’abete in Alaska e, in maniera minore, il pioppo in Canada e il sorbo in Groenlandia. È lì che bisogna guardare per capire cosa resterà dopo le grandi trasformazioni in atto oggi sul pianeta. Fra migliaia o forse milioni di anni, quando la Terra si sarà di nuovo raffreddata, le specie che strisceranno fuori per ripopolarla saranno probabilmente quelle endemiche della foresta boreale. Quando gli esseri umani non saranno più che fossili queste tenaci specie del Nord saranno ancora in piedi e in movimento. Oggi, comunque, non se la passano tanto bene, il viaggio è istruttivo.

v.c.
Alberi
https://it.wikipedia.org/wiki/Taiga

Recensione La grande migrazione

La grande migrazione
Kari Hotakainen
Traduzione di Nicola Rainò
Romanzo
Iperborea Milano
2023 (orig. Tarina, 2020)
Pag. 315 euro 18,50
Valerio Calzolaio

In un futuro non lontano. Verso nord. Adesso praticamente tutti erano in Città, la Campagna vi si era riversata, ma non tutti avevano alloggio o lavoro. Arrivarono tempi di tensioni e tumulti fra i sapiens. D’altra parte, gli animali rimasti dell’Area Ricreativa non riuscivano a spiegarsi l’avvenuta Grande Migrazione: orsi, procioni, conigli, volpi, linci, cerbiatti e uccelli restarono sconcertati, si erano abituati a vivere fra gli umani e alla loro mercé, e dunque era difficile comprendere che si potesse andare a frugare liberamente nei cortili e, per il resto, starsene in santa pace. I lavori d’ufficio erano estinti e anche il mondo delle storie era sottosopra: i romanzi si erano trasformati in resoconti autobiografici. Così, la Precaria Iloma Kuusilehto doveva esaminare domande di alloggio corredate da incredibili narrazioni. “La grande migrazione” (titolo italiano) del bravissimo scrittore finlandese Kari Hotakainen (Pori, 1957) racconta con ironia i possibili corrosivi sviluppi.

v.c.

Recensione La ragazza con il compasso d’oro

La ragazza con il compasso d’oro. La straordinaria vita della scienziata Émilie du Châtelet
Paola Cosmacini
Scienza
Sellerio Palermo
2023
Pag. 250 euro 20
Valerio Calzolaio

La marchesa Émilie du Châtelet, ovvero Gabrielle Émilie Le Tonnelier de Breteuil (Parigi, 1706 – Lunéville, 1749), figlia di un barone e moglie di un marchese, è stata una matematica, fisica, traduttrice e libera filosofa francese, considerata uno dei più straordinari ingegni del XVIII secolo, esperta di Newton e Locke, amica e amante di Voltaire, scienziata in proprio. “La ragazza con il compasso d’oro” è la bella meticolosa biografia che le ha ora dedicato la radiologa e grande storica della medicina Paola Cosmacini (Milano, 1959), restituendola a noi lettori nella sua grandezza e fragilità, donna poliedrica tormentata complessa. Dopo la premessa generale sono dieci i cronologici capitoli, corredati di un’interessante iconografia di illustrazioni, con precise citazioni delle personalità coeve che la frequentarono nella prima metà del Settecento, alle radici dell’Illuminismo e dell’Encyclopédie (che influenzò). Accurate le dettagliate note e l’indice dei nomi (da trattato di storia).

v.c.

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