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Polvere! Dolce, magica e spietata Polvere. L’ignoranza della polvere di Luca Crastolla.

L'ignoranza della polveredi STEFANO BARDI

Da anni ormai il Salento è patria di turismo, arte, cinema, spettacolo e di poesia. Arte questa che ai giorni nostri è contraddistinta dalla nascita di talentuosi studiosi, critici, scrittori e poeti come è dimostrato dal giovane poeta Luca Crastolla nato a Fasano nel 1974 e che nel 2018 pubblica sua opera d’esordio, dal titolo L’ignoranza della polvere.

Una polvere quella del poeta fasanese, che richiama alla mente il romanzo Chiedilo alla polvere dello scrittore italiano-americano John Fante, seppur comunque con una notevole differenza fra i due autori. Polvere quella dello scrittore italo-americano, che può definirsi come uno statico primo piano cinematografico incentrato sul personaggio principale Arturo Bandini e dove tutto il resto, si muove in un’oscura, brumosa e noiosa luce dalle cadaveriche luminosità. Cosa ben diversa è invece la polvere crastolliana, che, come ci suggerisce il titolo della sua opera è ignorante, non però nel senso dispregiativo, ma dai toni ingenuamente fanciulleschi e quindi una polvere che è in grado di creare nella nostra Vita delle inedite immagini che neanche lei medesima sapeva di poterle realizzare. Immagini (alcune) che saranno da me analizzate più nel dettaglio, in questa mia analisi dedicata al poeta fanese e alla sua opera prima.

 

Una prima immagine è quella dei visi dei contadini salentini, che ci vengono mostrati come carni dagli aspri solchi causati dal faticoso lavoro, su una morta e argillosa terra in eterna decomposizione. Contadini che allo stesso tempo però, ci vengono mostrati come creature dai tenaci spiriti in grado di sopravvivere ai gelidi inverni esistenziali e in grado di diffondere amore, calore e Vita a chi gli sta accanto. Una seconda immagine è quella delle tipiche case bianche salentine, che ancora oggi simboleggiano perfettamente l’intimo universo del focolare genitoriale, ovvero un Universo fatto di fratellanza, di vetuste reminiscenze, di dolci calori e infine dove la Morte conserva per l’eternità il ricordo dei nostri defunti consanguinei trasformandoli in ombre, che ogni giorno ci accompagnano nella nostra giornaliera esistenza. Una terza immagine è quella della donna dai toni e dalle fattezze dannunziane, ovvero, una femme fatale e una donna vampiro che succhia la linfa al suo amante procurandogli incurabili ferite psico-carnali in grado di infettargli ogni sua emozione per poi poter ballare la sua ultima alba, sul suo cadaverico cervello in decomposizione. Una quarta immagine prende le sembianze di esistenze sbiadite ed eternamente lacrimanti, ma, costrette a camminare senza uno scopo all’interno di un Mondo privo di luci, emozioni, profumi, amori e Vita. Esistenze queste, che in poche parole sono sì prive di calore e selvaggiamente penetrare nel loro spirito, ma allo stesso tempo però hanno sempre un viso e un sorriso dalla fanciullesca sembianza che profuma di purezza, castità e verginità. Una quinta immagine ha le sembianze dell’acqua che simboleggia la fonte di saggezza e l’unica fonte battesimale, dalla quale rinascere purificati a nuova Vita come creature spiritualmente disinfettate. Una sesta immagine è quella della madre, che è vista dal figlio poeta come una donna premurosa che si prende cura dell’intimo focolare con amore, giustizia e mutando la Vita in un immenso, gioioso e fraterno ballo in maschera. Una settima e ultima immagine infine, che si colora di pentimento e dolore psichico provati dal poeta per un Salento da esso inteso come un universo animato da carni stuprate, velenose e demoniache all’interno di paesaggi accarezzati da sonnolenti inverni cimiteriali, consumati da estati sessualmente insoddisfatte, abitati da insensibili pietre bruciate dal sole e sfruttati infine, da campagne in cui Cristo è stato solo un turista di passaggio.

 

 

Un’opera quella del poeta fasanese, che ci prende mano nella mano per accompagnarci in un viaggio interiore mostrandoci immagini a noi vicine e che non conoscevamo. Immagini, ombre e luminose brume che ci conducono in un Salento che ancora oggi dopo secoli e millenni di Storia, continua a versare intense lacrime di sangue. Il tutto grazie a una scrittura modernamente inedita, in cui si possono vedere precisi rimandi alla poetessa leccese Claudia Ruggeri e alla poetessa cesenatica Nadia Campana, ovvero una scrittura che crea (alcune) liriche senza punti finali e con versi, che cominciano in minuscolo dopo i punti di fine frase. Caratteristiche queste, che sì avvicinano il poeta fanese alle due poetesse, ma, le liriche di Luca Crastolla si alternano fra poesie che iniziano in maiuscolo e poesie che iniziano in minuscolo. Operazione questa dall’importante significato stilistico, poiché le poesie che iniziano in maiuscolo sono scritte dal poeta in carne e ossa, mentre invece quelle scritte in minuscolo sono scritte dall’Io del poeta fanese dandoci l’impressione che siano la continuazione di un discorso più ampio e precedentemente avviato nella mente del poeta, ma chissà per quale oscuro e arcano motivo solo una minima parte di questo discorso, è arrivato a noi.

In conclusione, una polvere quella di Luca Crastolla fatta di luci e di tenebre, ma soprattutto una polvere che ci abbraccia e ci fa compiere viaggi psico-spirituali che creano doppioni di noi medesimi i quali a loro volta, cominciano nuovi viaggi senza finire i viaggi già iniziati, poiché quelli devono essere finiti da chi al di fuori di noi, non crede nella fanciullesca ingenuità della polvere. Polvere quella del poeta fanese nella quale piacevolmente per l’eternità ci addormenteremo, per ricomparire solo e unicamente nei pensieri dei nostri consanguinei, amici e compagni di Vita nei loro tristi momenti esistenziali.

 

 

2 commenti a Polvere! Dolce, magica e spietata Polvere. L’ignoranza della polvere di Luca Crastolla.

  • Giuseppe

    Faccio presente che la silloge in questione è stata pubblicata nel 2018, non nel 2013 come è invece riportato nell’articolo.

    • Redazione

      Abbiamo ricevuto la richiesta di correzione da parte dell’autore dell’articolo. Grazie per il cortese suggerimento
      La Redazione

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