bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
settembre 2024
L M M G V S D
« Ago   Ott »
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30  

Il sogno che Giovannino Bosco ebbe a nove anni è riportato sul murales dell’Oratorio San Domenico Savo della Parrocchia San Marone

IMG_20240916_171109_1di Raimondo Giustozzi

L’Oratorio Salesiano è casa che accoglie, cortile in cui i ragazzi vivono in amicizia ed in allegria, scuola che educa alla vita, parrocchia che evangelizza”. L’epigrafe è riportata nella lapide, posta sulla parete Sud dell’Oratorio Salesiano “San Domenico Savio” della Parrocchia San Marone. Negli ultimi tempi l’Oratorio aveva bisogno di un’opera di restauro per renderlo ancora più bello ed accogliente. Negli anni passati si è provveduto alla tinteggiatura degli interni: corridoi, aule, scalone, salone, aula multi funzionale al secondo piano, al quale si accede anche con l’ascensore. Nell’ultimo anno è stata posta l’attenzione sulla parete esterna, esposta al Nord, bisognosa di un robusto intervento di restauro.

L’ammaloramento era in uno stato avanzato. La ditta Lanciotti ha provveduto all’idro pulitura e rasatura di tutta la superficie, circa 120 mq. Nella fase successiva è provveduto alla messa in opera del nuovo intonaco, utilizzando i migliori fissativi in vendita sul mercato. Il solleone di questa estate, appena trascorsa, ha fatto il resto, asciugando il tutto in breve tempo. Dopo aver constatato che si poteva procedere non si è perso tempo. Occorreva iniziare e portare a termine il progetto attorno al quale si era discusso per un anno intero: creare il grande murales sull’intera superficie.

La stesura del progetto ha richiesto diversi mesi. Don Waldemar, parroco di San Marone e don Alessio Massimi, incaricato dell’Oratorio, si sono incontrati più volte con Giulio Vesprini, coordinatore dell’Associazione “Vedo a Colori”, volta a riqualificare gli spazi urbani della città. In ogni incontro si valutavano quali temi scegliere, da riportare nel murales, trovare l’artista che avrebbe portato a temine l’opera e stendere sulla carta un bozzetto dell’intero lavoro. Dopo ampie discussioni e confronti si è scelto il “Sogno dei nove anni” di San Giovanni Bosco. Il santo torinese è nato a Castel Nuovo d’Asti il 16 agosto 1815, nove anni dopo siamo al 1824, giusto 200 anni fa.

Rise, nome d’arte di Filippo, ragazzo di Parma, è stato scelto come l’artista del murales. Giulio Vesprini, come assistente e curatore dell’intero progetto. Prima di prendere i pennelli in mano, senza l’uso di alcuna bomboletta, e le migliori vernici, sono stati disegnati sull’intera parete i contorni di oggetti e persone, sui quali stendere il colore. Guardando la parete, da sinistra a destra, sul murales sono riportate cinque sequenze narrative: la chiesa di Maria Ausiliatrice di Torino, l’immagine della Madonna, un lupo trasformato in un tenero agnellino, Laura Vicuña con San Giovanni Bosco e San Domenico Savio e per ultimo il campanile del santuario San Marone.

Il lavoro sul murales è durato per una settimana intera, lavorando ogni giorno dalle otto alle venti. Giulio Vesprini e Rise hanno sottolineato la forte sensibilità e la grande collaborazione dimostrata da tutta la comunità parrocchiale. Ambedue ringraziano tutti, da don Alessio a don Waldemar e a quanti si sono adoperati per la buona riuscita del progetto. Giulio Vesprini mi diceva, nel corso di una breve intervista, che si sono sentiti veramente come se fossero stati a casa loro. È stato bello, aggiungeva lo stesso, un passato trascorso nel campetto dell’Oratorio San Marone, di ritrovare dopo tanti anni, lo stesso spirito di famiglia.

Giulio Vesprini, classe 1980, nato a Civitanova Alta, zona Villa Conti, dopo la laurea conseguita nel 2006 presso l‘Accademia di Belle Arti di Macerata, raggiunge la seconda laurea in Architettura nel 2012 ad Ascoli Piceno. In questo modo unisce la passione per la grafica con l’Architettura. Diventa l’artista urbano. Ritorna ai pennelli e ai colori, sua antica passione. Si fa conoscere non solo a Civitanova ma in tutta Italia, gli manca di raggiungere solo la Sardegna. Nel 2009 diventa il direttore del progetto “Vedo a colori”, teso a riqualificare con murales i cantieri navali di Civitanova Marche, il molo, i sottopassi (Broccolo, Indipendenza, Cecchetti, Esso) e le scuole cittadine, di via Regina Elena, Saragat, Ugo Bassi, Quasimodo (Mestica). I finanziamenti per l’attuazione dei progetti promossi da “Vedo a colori” sono elargiti da enti privati (Rotary), ditte private e anche privati cittadini.

L’inaugurazione dell’affresco avverrà, alla presenza delle autorità civili e religiose, domenica 22 settembre alle 19,30 circa, dopo la Santa Messa nella chiesa di Maria Ausiliatrice.

Il sogno dei nove anni (Don Bosco, Memorie)

“All’età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole: – Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù. Confuso e spaventato soggiunsi che io ero un povero ed ignorante fanciullo, incapace di parlare di religione a quei giovanetti. In quel momento quei ragazzi cessando dalle risse, dagli schiamazzi e dalle bestemmie, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava” (Sac. Giovanni Bosco: Memorie. Fonte Internet).

Il testo del sogno dei nove anni può essere trovato facilmente su tanti siti Internet. Quanto a me premeva riportare quello che scriveva don Angel Fernandez Artime, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, nella strenna 2024, Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”, Tipografia Salesiana Roma, gennaio 2024: “Il sogno non ci parla di un passato, ma anche di un presente, di un oggi che è estremamente attuale. Il “Non con le percosse” è un no assoluto. La strada della forza e della violenza non porta nella giusta direzione del carisma. Non con le percosse significa combattere consapevolmente, senza alcuna giustificazione, ogni tipo di violenza: – Violenza fisica che danneggia il corpo (spingere, calciare, schiaffeggiare, mettere alle strette o immobilizzare, lanciare oggetti), – Violenza psicologica e verbale che danneggia l’autostima. Quella violenza che insulta e squalifica, che isola, che monitora e controlla senza rispetto. Quella violenza e quell’abuso psicologico che fanno sì che alcune persone sentano di non dare mai abbastanza di sé; quella violenza che fa sì che le persone si considerino sempre diverse e sbagliate”. C’è poi la Violenza affettivo – sessuale che lede il corpo, il cuore e gli affetti più intimi; che lascia segni indelebili di dolore e può manifestarsi verbalmente o per iscritto, con sguardi o segni che denotano oscenità, molestie, prepotenze e persino abusi. Esiste poi la Violenza economica per la quale il denaro che è tuo o che serve per fare del bene viene trattenuto, sottratto, rubato. Violenza è anche cyber- violenza, “cyberbullismo” con molestie attraverso internet, i siti web, blog, con messaggi di testo, di posta elettronica o video. C’è a violenza che nasce dall’esclusione sociale che vede persone, studenti, adolescenti esclusi, o umiliati pubblicamene, senza alcun rispetto” (don Angel Fernandez Artime, Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”, pp. 26 – 27, Tipografia Salesiana Roma, gennaio 2024).

Nella strenna ce n’è per tutti: sacerdoti, religiosi, educatori, genitori, insegnanti. Basta leggerla e farla propria. Quante volte sentivo, a scuola, qualche docente dare del debosciato all’alunno! Uno a forza di sentirselo dire, alla fine ci credeva davvero.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>