bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
febbraio 2023
L M M G V S D
« Gen   Mar »
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728  

Libri sei nuove recensioni

Dario Ferrari Fonte internet

Dario Ferrari Fonte internet

di Valerio Calzolaio

La ricreazione è finita
Dario Ferrari
Noir universitario letterario
Sellerio Palermo
2023
Pag. 469 euro 16
Valerio Calzolaio
Viareggio, Pisa e Parigi. Settembre 2016 – dicembre 2019. Marcello Gori (Viareggio, 1986) è un inconcludente giovane alla soglia dei trent’anni. Studente universitario abbastanza mediocre, si è laureato in Lettere poco più di un decennio dopo l’iscrizione, con una tesi su Kafka. Vive ancora con la madre e gira in Vespa PK; è fidanzato senza sforzo con Letizia (più giovane, ricca, perfetta, studentessa di Medicina, “il miglior acchiappo immaginabile”); il quasi 70enne e separato padre interista ha un bar e lui non lo vuole assolutamente ereditarlo; accumula lavoretti e racimola in nero non più di 500 euro al mese. Per caso e per spirito di contraddizione, dopo aver incontrato l’assegnista del dipartimento di Italianistica Carlo Ceccanti, pur sapendo di avere poche possibilità di farcela, decide di partecipare al concorso che assegnerà due borse di dottorato. Probabilmente il potente carismatico preside della facoltà Raffaele Sacrosanti (alto, folti capelli grigi con ciuffo imperioso), deus ex machina del dipartimento, avrà già i suoi prescelti. Comunque, dopo lo scritto sul grottesco, viene ammesso bene all’orale, arriva secondo dietro l’eccelsa favorita Agnese e subito prima degli altri quotati Pier Paolo e Virginia. Le “chiacchiere” ci sono il 10 novembre e, alla fine, risulta terzo. Accade che la prima rinunci, ha vinto, dopo cinque anni si toglie la barba, può iniziare! Quando presenta un personale progetto di ricerca, il professore lo indirizza, invece, sul viareggino Tito Sella (1953-1998), terrorista negli anni settanta (ai tempi in cui pure Sacrosanti era un rivoluzionario con l’eskimo e le molotov), morto in carcere da apprezzato scrittore (poi presto dimenticato). Dovrebbero esserci archivio e inediti autobiografici presto disponibili alla Biblioteca Nazionale Mitterrand a Parigi. Marcello inizia con i romanzi e si appassiona. Deciderà addirittura di andare nella capitale francese. Gli cambierà la vita e l’indagine su quanto accadde davvero il 17 ottobre 1977 sarà quasi un colto giallo, con tristi foschie noir.
Lo scrittore Dario Ferrari (Viareggio, 1982), laureato in filosofia e dottore di ricerca a Pisa, è oggi autore di un gran bel romanzo. Il titolo è una frase pronunciata all’interno della Brigata Ravachol di Viareggio, il gruppetto di fuoco dei rivoluzionari cani sciolti che decide di passare all’azione dopo il “non luogo a procedere” verso chi aveva buttato giù un operaio dalla balaustra del Ponte di Pisa: furto, azione dimostrativa durante il Carnevale, auto fatta esplodere, esproprio proletario, rapina, sequestro, infine un rapimento vendicativo finito male. La frase spesso usata dal nuovo leader ribalta il senso di quella pronunciata da De Gaulle; sempre dopo i contorcimenti dialettici degli avversari, non arriva la politica autoritaria, piuttosto la scelta violenta. Il periodo della contestazione 1968-1977 e la stagione degli anni di piombo assorbono tutta la curata parte centrale della narrazione (qui in terza persona, fissa sull’evoluzione di Tito), circa centocinquanta pagine intitolate La Fantasima, ricostruite tramite gli appunti privati rintracciati a Parigi. I tre capitoli precedenti e il successivo (insieme all’epilogo) costituiscono invece il racconto in prima persona al presente dei tre anni di dottorato dell’ipersensibile Marcello (che via via affina altre “arti”): lo studio intenso e meditato dei romanzi di Sella, le dinamiche di baronie e intrighi dentro l’accademia universitaria (i personaggi dei confronti sulla storia della letteratura e di alcuni incontri “seri” sono personalità reali, come Gadda o Mari), la relazione e le amicizie comunque coltivate, il lungo periodo di apprendistato parigino, la stesura della tesi finale. La superficialità (di Tito e Marcello) può talora forse “proteggere”, tenendoci “a distanza dal baratro in cui scivola chi si concede integralmente, senza remore e senza protezioni, con il rischio di essere risucchiato dall’abisso senza nemmeno rendersene conto”. Segnalo lo sgarbo al professor Morelli dell’Università di Macerata, durante la preparazione (realisticamente terribile e divertente) del mega convegno, e le note differenze fra i fragili dottorati in Italia e quelli lunghissimi in Francia. Vini e liquori di tutti i tipi, la bolla uterina della generazione di Marcello può essere prodotta solo dagli 883.
v.c.

Recensione Costituzionalismo ambientale

Costituzionalismo ambientale. Atlante giuridico per l’Antropocene
Domenico Amirante
Diritto
Il Mulino Bologna
2022
Pag. 273 euro 24
Valerio Calzolaio

Pianeta. Gli ultimi decenni. Il diritto deve contribuire in maniera decisiva a rafforzare e a dar corpo alle istanze di tutela ambientale, ormai sempre più presenti nelle società contemporanee, e a superare quell’impasse culturale, politica ed economica che le ha costantemente frenate. Finora non ha raggiunto i risultati sperati, in particolare quello ambientale, collezionando una serie di sconfitte sui piani sia della repressione dei comportamenti dannosi sia della delineazione di un quadro normativo efficace (anche nello stimolare comportamenti virtuosi). Per riuscirvi occorre recuperare la dimensione biologica ed ecologica della vita dell’uomo sulla terra e nella terra, partendo dai testi aggiornati o da aggiornare delle costituzioni, dalla trasformazione in senso ambientale degli ordinamenti giuridici nazionali, da una svolta nelle agende politiche di parlamenti e governi. La nozione di Antropocene comporta un superamento oggettivo della distinzione natura-cultura, non si può più aprioristicamente escludere la possibilità di conferire personalità giuridica a elementi naturali, passando dall’individualismo liberale di stampo sette-ottocentesco al concetto di autonomia cooperativa della persona. Ci si sta provando: nel 2022 più di tre quarti degli ordinamenti mondiali riconoscono testualmente la tutela ambientale nelle proprie costituzioni (grazie soprattutto alla spinta propulsiva di molti paesi appartenenti al sud del mondo), la maggior parte degli altri li tutela attraverso la giurisprudenza delle proprie corti supreme. Un nuovo integrale costituzionalismo ambientale non può che constatare che le tre nozioni connesse all’individuale, al sociale e al biologico sono indissociabili: è una bella sfida per tutti.

Il bravo docente universitario napoletano Domenico Amirante disegna un interessante ricco atlante costituzionale comparato di diritto ambientale, che mostra e analizza le più importanti tendenze in atto a livello globale. Nel primo capitolo del bel volume l’autore spiega la metodologia di diritto comparato come bussola per la rivoluzione copernicana imposta dalla nozione di Antropocene. Nel secondo delinea i fondamenti del costituzionalismo ambientale come disciplina multilivello, opzione che consente di evitare i rischi sia dell’approccio universalistico e unificante del diritto internazionale, sia dell’estremo particolarismo e tecnicismo del diritto amministrativo. Nel terzo affronta i relativi percorsi storici, segnalando come siano protagonisti dell’attuale fase adulta molti testi costituzionali di Africa, America Latina e Asia, promulgati o fortemente emendati negli ultimi trent’anni. Nel quarto, anche con l’ausilio di tabelle riepilogative, esamina dettagliatamente i dati quantitativi e qualitativi, globali e accorpati per continente. Il quinto e ultimo capitolo individua le prospettive più innovative, dalle teorie sul costituzionalismo ecologico al nascente costituzionalismo climatico, concentrando l’attenzione sui paradigmi economici, politici e giuridici basati sui concetti di responsabilità e interdipendenza tra l’essere umano e la natura. Si nota talora (anche nelle note bibliografiche e nell’indice dei nomi) una certa approssimazione nei riferimenti alla cultura scientifica proveniente da quello che Amirante chiama “il mondo delle cosiddette scienze esatte”, evidente per esempio nell’idea che “in epoche passate gli esseri umani hanno vissuto in modo sostenibile, in armonia con la natura, rispettando i limiti dei confini planetari e delle regole ecologiche”, in cui si confermano giustamente i danni del modo di produzione degli ultimi secoli ma si rintraccia ancora poco delle culture evoluzionistica, biologica, ecologica, antropologica e demografica che hanno descritto la vita bipede per i milioni di anni delle specie umane e i centinaia di migliaia dei sapiens, nelle nicchie dei vari ecosistemi, globale e specifici. Parziale ma utile l’accenno (nella postfazione) alle recenti modifiche costituzionali italiane degli articoli 9 e 41, anche sulla base di una personale esperienza e competenza.

v.c.

Lettera alla Costituzione
Matteo Zuppi
Con l’ultima lezione di Valerio Onida
Politica
EDB Centro editoriale dehoniano Bologna
2022
Valerio Calzolaio
3

1948-2100. Italia. Nel 2021 il cardinale cattolico italiano Matteo Zuppi, dal 27 ottobre 2015 arcivescovo metropolita di Bologna, indirizzò una bella lettera destinata significativamente alla Costituzione italiana. Ha poi confermato riflessioni culturali e spunti politici dopo essere stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 24 maggio 2022, sempre con l’obiettivo di tentare di ricostruire, nel pieno della pandemia, quel senso civico nazionale che, dopo la catastrofe bellica, aveva permesso di dare vita a un patto costituzionale sul quale è fondata la Repubblica, radicato nella nostra conflittuale storia, e proprio per questo espressione di una memoria consapevole. Affronta temi laici, quelli unificanti in termini sia civici che spirituali, con tono dialogante e interlocutorio. La lettera comincia con l’affermazione che “tu”, cara Costituzione, “hai quasi 75 anni, ma li porti benissimo”. Prosegue dando voce ai tanti anziani morti a causa della malattia Covid-19: nella Costituzione i diritti e i doveri sono collegati a responsabilità collettive, alle libertà positive che servono per curare le ferite dei colpiti nella dignità umana, delle vittime, dei più poveri. La corresponsabilità implica compromessi, significa con-promesso, ovvero promesso insieme. Zuppi cita poi parte ampia dei singoli articoli per sottolineare come possano essere di riferimento e indirizzo anche per il futuro, anche sulla base delle valide parole di “uno dei tuoi padri”, Giuseppe Dossetti. Tutta la lettera guarda all’oggi e all’intero prossimo secolo, prendendo spunto dal passato “in vigore”.
Le riflessioni di Zuppi sono ora divenute un agile interessante volumetto di piccolo formato, che contiene tre testi molto brevi: la lettera del 2021 dell’ottimo rigoroso Matteo Maria Zuppi (Roma, 1955); un’ultima “lezione” dell’esimio costituzionalista Valerio Onida (Milano, 1936-2022), già stimato docente universitario, giudice costituzionale dal 1996 al 2005, Presidente della Corte costituzionale dal 22 settembre 2004 al 30 gennaio 2005, tenuta insieme a Zuppi all’Università di Bologna il 13 aprile 2021, con le risposte ad alcune domande rivoltegli sulla Costituzione; la postfazione di Pierluigi Consorti, riferita soprattutto al testo del cardinale, con alcune note bibliografiche. Frequenti sono ovviamente i riferimenti a discorsi ed encicliche di papa Francesco, espressamente citato da Zuppi in quasi tutti i punti dell’esposizione in forma di missiva. Colpisce poi l’ultima preoccupazione esposta, riguardante non a caso l’articolo 11 della Costituzione italiana, oggi ancor più attuale: “… rischiamo di rendere di nuovo i confini dei muri e motivo di inimicizia, mentre sono ponti, unione con l’altro Paese… E se, come affermi solennemente, ripudiamo la guerra, dobbiamo cercare di trasformare le armi in progetti di pace”.

v.c.
Costituzione
https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione

Recensione Candelaio

Candelaio
Giordano Bruno
Edizione in lingua moderna a cura di Guido del Giudice e Gianmario Ricchezza
Commedia
Di Renzo Roma
2022 (orig. 1582)
Pag. 227 euro 15
Valerio Calzolaio

Napoli. Secondo Cinquecento. Il grande frate e filosofo Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma 1600) concepì nel 1576 un’opera di fiction, la divertente avventurosa geniale commedia “Candelaio”, sette parti introduttive e cinque atti, poi pubblicata a Parigi nel 1582, dedicata all’enigmatica Signora Morgana B., musa e puttana. La trama risulta complicatissima, quasi impossibile da riassumere. Manca, infatti, la struttura tradizionale, pur risultando evidente la conoscenza della tradizione latina e rinascimentale, compresi Boccaccio, Ariosto, Macchiavelli: trovate innovative, anticonformismo irriverente, linguaggio dissacrante e blasfemo nei confronti della Chiesa e dei suoi ministri. Fu realizzata per due quinti in un latino effervescente, per il resto in un volgare italiano abborracciato e dialettale. L’edizione attuale s’inserisce nella bella “traduzione” in italiano moderno (con note e indici) delle opere di Bruno, che voleva farsi ascoltare nel modo più chiaro dal pubblico più ampio.

v.c.

Recensione Guerra fredda

Guerra fredda. Ricostruzione storica dell’ultimo decennio
Luigi Sepe
Prefazione di Gianno Oliva
Storia
Gaspari Udine
2022
Pag. 207 euro 19,50
Valerio Calzolaio

Ovest-Est. 1979-1989. La “Guerra fredda” fu così chiamata da una felice espressione del 1947 del giornalista Lippmann (anticipata nel 1945 da Orwell) e durò all’incirca dal marzo 1947 (o poco dopo) al novembre 1989. Confrontando fonti originali diverse, che spaziano dai documenti della CIA a quelli del KGB e della STASI, e integrandole con saggi, biografie, pubblicazioni governative e riviste specializzate, lo studioso Luigi Sepe, poliziotto e storico, ricostruisce bene l’ultimo decennio del 40ennio, tratteggiandone gli elementi che portarono alla conclusione di quel periodo delle relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica e all’avvio di una fase diversa nelle relazioni fra USA e Russia, all’interno di una geopolitica mondiale in continua evoluzione. I sedici capitoli hanno una bipartizione interna essenziale: la crisi preesistente con l’espansionismo sovietico e il riarmo atlantico, la distensione successiva all’insediamento di Gorbaciov. Ricca bibliografia e utile indice dei nomi.

v.c.

Recensione avrei voluto scarnire il vento

Avrei voluto scarnire il vento
Grazia Frisina
Poesia
Compagnia dei Santi Bevitori Pistoia
2022
Pag. 78 euro 1o
Valerio Calzolaio

Sempiterno eccelso universo femminile. La bravissima poetessa e insegnante (a ragazzi e ragazze di molte età) Grazia Frisina è nata in Sicilia, per trapiantarsi quiindi prima a Torino poi in Toscana. Dopo varie opere e premi, raccoglie ora in “avrei voluto scarnire il vento” trentasette brevi componimenti poetici intitolati ai nomi di note personalità femminili di epoche antichissime, moderne e recenti (da Marianna, Lilith, Sylvia, Eloisa, Principessa, Fimmina Terra a Persefone, Teresa, Giovanna, Amelia, “Me”). Con uno stile personale, attraversando territori reali e fantastici, le donne vengono narrate in vario modo (prima, seconda, terza persona), tra mito, storia, religione, letteratura, arte. Magnifiche creature carnalmente calate dentro il destino sapiens, mai appiattite né dalla necessità né dalle convenienze, e mai asservite alla tiepidezza del vivere, raccontano in versi una specifica “essenza” di genere, la propria ingombra bellezza, la corsa del proprio vento, senza confini.

v.c.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>