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Nuova Antologia di Spoon River al tempo del Coronavirus

Fonte internet

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“Gentili signori e signore, buona sera. Qui è il Prater di Vienna. E’ Nicolò Carosio che vi parla e vi saluta. L’Inter scende in campo con la seguente formazione: Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso”. Era il 27 maggio 1963. L’Inter si aggiudicò la nona Coppa Campioni, vincendo per 3 ad 1, con due gol di Mazzola e uno di Milani sul grande Real Madrid di Santamaria, Gento, Di Stefano, Amancio e Puskas. Il gol della bandiera fu realizzato per la squadra madrilena da Felo al 70° minuto. Ma è un semplice dettaglio. Da quella serata indimenticabile nacque la leggenda della Grande Inter, allenata da Helenio Herrera, presidente Angelo Moratti. Per anni, i tifosi neroazzurri ripeteranno la formazione della propria squadra del cuore come un mantra, una filastrocca, imparate a memoria. A quella formazione si aggiunsero solo altri tre giocatori: Bedin, Domenghini, Peirò. La nuova formazione diventava pertanto: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Domenghini (Peirò), Suarez, Corso.

Si studiava Latino, Greco, Storia, Filosofia, Italiano, Matematica ma si stava dietro anche alla propria squadra del cuore. Di quella formazione, il giocatore più eccentrico e geniale era senz’altro Mario Corso. Giocava con un piede solo, il sinistro, l’altro lo usava quasi come una stampella, ma con il mancino incantava, con le sue punizioni a foglia morta. Corso, participio passato del verbo correre, diceva di lui, proprio questo, il grande giornalista Gianni Brera ma era solo un modo di dire. Il giocatore, quando era in vena, sapeva correre, palla incollata al piede sinistro e fiondarsi verso la porta avversaria dopo uno, due, tre scambi veloci con in propri compagni di squadra.

Non sapevo giocare a calcio ma mi ero talmente innamorato del suo gioco che mi intestardivo a giocare anche io di sinistro pur sapendo calciare anche con il destro. Ricordo una delle tante partitelle tra compagni di scuola, negli anni del Liceo. Avevo la palla sul destro, invece di calciare per darla ad un compagno smarcato, me la passai sul sinistro per crossarla. Persi del tempo prezioso, favorendo il recupero di chi mi marcava. Sentii solo le urla di Serafino che era tutto solo nell’area avversaria. Un’altra volta invece mi andò bene, Dal centro campo, sempre sullo stesso campo, rettangolo di gioco ridotto, feci un lancio proprio di sinistro, mettendo il pallone sopra la testa di un compagno che segnò un gol strepitoso. Lo stesso corse ad abbracciarmi e si congratulò con me. Vissi solo un momentaneo attimo di gloria ma niente più.

Il 2020 verrà ricordato come l’anno della pandemia da Coronavirus che ha causato e sta causando, perché l’emergenza non è affatto terminata, un numero impressionante di morti in ogni angolo del pianeta, ma è anche l’anno che ci ha portato via, rimanendo solo nel mondo del calcio, tanti campioni del passato: Mario Corso (Verona, 25 agosto 1941 – Milano, 20 giugno 2020), Pierino Prati (Cinisello Balsamo, 13 dicembre 1946 – Montorfano, 22 giugno 2020), Paolo Rossi (Prato, 23 settembre 1956 – Siena, 9 dicembre 2020), Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020), Gigi Simoni (Crevalcore, 22 gennaio 1939 – Pisa, 22 maggio 2020), Joaquìn Peirò (Madrid, 29 gennaio 1936 – Madrid, 18 marzo 2020).

Nel mondo delle arti e di altre professioni, il necrologio è ancora più triste: Sergio Zavoli (giornalista), Roberto Gervaso (giornalista e scrittore), Giampaolo Pansa (giornalista), Emanuele Severino (filosofo), Vittorio Gregotti (architetto), Gianni Mura (giornalista), Lucia Bosè (attrice), Franco Lauro (giornalista), Giulietto Chiesa (giornalista e politico), Ezio Bosso (pianista), Claudio Ferretti (giornalista), Giulio Giorello (filosofo), Ennio Morricone (compositore), Gianrico Tedeschi (attore), Franca Valeri (attrice), Cesare Romiti (manager), Arrigo Levi (giornalista), Philippe Daverio (storico dell’arte), Rossana Rossanda (giornalista e deputata), Gianfranco De Laurentis (giornalista), Bartolomeo Sorge (politologo), Gigi Proietti (attore), Stefano D’Orazio (musicista), Lidia Menapace (partigiana, ex senatrice), Nedo Fiano (superstite della Shoa), Pino Scaccia (giornalista), Germano Nicolini (partigiano), Jole Santelli (politica). E’ un piccolo elenco al quale vanno aggiunti personaggi famosi di altri nazioni, tra tutti: Luis Sepulveda (scrittore), Sean Connery (attore). Con la loro scomparsa siamo rimasti tutti più poveri.

Philippe Daverio e Giulio Giorello sono stati ospiti a Civitanova Marche, in anni diversi, delle tre rassegne d’arte, cultura, politica e società, dalla prima rivista, Tutto in gioco, a Futura Festival a Popsophia. In tutte le occasioni hanno richiamato sempre folle di persone. L’ultima edizione di Popsophia si è tenuta in città dal 18 al 28 luglio 2019. Su Nedo Fiano rimando all’articolo Per non dimenticare, testimonianza di Nedo fiano sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, pubblicato su Lo Specchio in data 24.01.2018, cliccando il link riportato sotto.

http://www.specchiomagazine.it/2018/01/per-non-dimenticare-testimonianza-di-nedo-fiano-sopravvissuto-al-campo-di-sterminio-di-auschwitz/.

“Abbiamo tutti un albero che non c’è più / E tutti almeno un verso di una poesia / Un cinema all’aperto ed un maglione blu / Prestato ad un amore che è volato via” . Sono quattro versi della canzone Come passa il tempo. Uomini e donne quelli ricordati sopra, ognuno nel proprio campo, erano degli alberi piantati lungo il fiume della nostra vita. Non ci sono più e con loro, amici, persone che abbiamo conosciuto, con le quali abbiamo condiviso valori e ideali. Sta a noi fare memoria di quello che abbiamo imparato ad essere, grazie a loro.

 

Stati Uniti d’America: Irruzione di manifestanti pro Trump dentro  il Campidoglio

Il 2021, appena iniziato, non ci sta portando niente di nuovo, anzi continua la paura per il Covid 19, aumenta lo stress psicologico per fronteggiare nel migliore dei modi la pandemia in atto. Tornano qua e là preoccupanti segni di depressione che non fanno presagire nulla di buono. Come se non bastasse tutto questo, dagli Stati Uniti d’America giungono immagini raccapriccianti sull’occupazione del Campidoglio da parte di una folta rappresentanza di sostenitori di Donald Trump, istigati da lui stesso, stando a quanto viene riportato dalla stampa e da altri organi di informazione. .

Come passa il tempo che non ripassa mai”. “Era la notte del 4 novembre 2008. Barack Obama è stato appena eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Lo sfidante, John Mc Cain, repubblicano, saliva sul palco a Phoenix davanti ai suo sostenitori e pronunciava uno dei discorsi della sconfitta più belli e ispirati mai pronunciati”. Il discorso è stato pubblicato dall’Avvenire nel link qui riportato. Vale la pena rileggerlo.

 

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/lo-stile-di-mccain-lo-show-di-trump-oltre-gli impresentabili-di-successo

 

L’occupazione del Campidoglio americano è la fine del sogno americano, dice qualcuno. Eppure quel sogno ha nutrito le speranze di un’intera generazione, attraverso la letteratura, il cinema, la canzone. Steinbeck,  Fitzgerald, Hemingway, Salinger, Kerouac, E. Lee Masters sono stati gli autori più amati, fatti conoscere in Italia da Fernanda Pivano e Cesare Pavese. Nel mondo della canzone d’autore si va da Woody Guthrie a Joan Baez, Bob Dylan, Elvis Presley. Nel cinema, il cult per Marilyn Monroe, James Dean, il film Easy Rider, Gioventù bruciata, La valle dell’Eden.  Poi J. F. Kennedy, Bob Kennedy, M. L. King.

“Abbiamo tutti dentro una periferia / Una ragazza, un plaid, una domenica / Noi che avevamo sempre voglia di andar via / Noi che eravamo pazzi dell’America”. Sono altri versi della canzone ricordata sopra. Ai giovani non dirà nulla ma ai non più giovani è la colonna sonora che ha alimentato sogni, speranze, insieme a tante altre, tra tutte, Blowin in the wind e Why shall overcome.
Come passa il tempo.

“Abbiamo tutti un sogno, una fotografia / Una canzone prigioniera in un jukebox / Che ci ha lasciato un segno, un po’ di nostalgia / In quell’estate al mare intorno ad un falò // E c’era una chitarra / Che non smetteva mai / Era così la nostra isola di Wight // Abbiamo tutti dentro una periferia / Una ragazza, un plaid, una domenica / Noi che avevamo sempre voglia di andar via / Noi che eravamo pazzi dell’America // E tutto era più bello / O ci sembrava a noi / Ma come passa il tempo dai vent’anni in poi // Come passa il tempo / Come si butta via / Io che non sono un Santo / E ho sbagliato tanto in vita mia // Come passa il tempo / Che non ripassa mai / Va come una Seicento / E quei ragazzi dentro siamo noi // (Come passa il tempo) / Abbiamo tutti un albero che non c’è più / E tutti almeno un verso di una poesia / Un cinema all’aperto ed un maglione blu / Prestato ad un amore che è volato via // Ci credevamo eterni / Ci credevamo eroi / Ma il tempo se ne frega e passa su di noi // Come passa il tempo / Sulla felicità / Noi non abbiamo vinto / Ma viviamo e il sogno va più in là // Come passa il tempo (come passa) / Va dove tutto va (come passa) / Va e ci sembra lento / Ieri era tanto tempo fa / Tanto tempo fa // (Va, come passa il tempo) come passa / (Va dove tutto va) come passa / (Va e ci sembra lento) e ci sembra lento / (Ieri era tanto tempo fa) / Tanto tempo fa” (Camaleonti, Dik Dik, Vandelli).

https://www.youtube.com/watch?v=F1dUvfNvlnE

Oggi 13 gennaio 2021, la televisione e la stampa, Avvenire, Corriere della Sera, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano, Repubblica, La Stampa hanno dato notizia di un triste episodio di nazisti telematici contro Lia Tagliacozzo. Sono entrati nella piattaforma digitale Zoom mentre veniva presentato in videoconferenza un saggio della scrittrice. Hanno inneggiato all’odio contro gli ebrei inneggiando ai simboli odiosi del passato nazista. Emergenza sanitaria per la pandemia da Coronavirus in atto, conseguente crisi economica costituiscono una miscela esplosiva. Quando le cose vanno male si trova sempre il nemico di turno da odiare. Preoccupante poi, come ricordato dalla televisione in questi giorni è la persecuzione e l’uccisione di fedeli cristiani in ogni parte del mondo, soprattutto in alcuni stati africani. In alcuni stati del Medio Oriente invece, Siria e Iraq, i cristiani stanno svolgendo una grande ruolo di supporto alle tragedie in corso da decenni, portando aiuti e soccorso di ogni genere per alleviare le sofferenze di chi vive da anni in un permanente stato di guerra.

Come se non bastassero questi ed altri problemi, è di questi giorni la crisi politica del governo italiano, scoppiata in piena emergenza pandemica ed economica. Possiamo solo augurarci che ognuno sia responsabile di ciò che fa, pensando al bene comune. Non possiamo che dire: “Mentes tuorum visita”. Visita le menti dei tuoi.

Raimondo Giustozzi

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