
Bruno Galluccio a Recanati
Bruno Galluccio, poeta partenopeo con una formazione da fisico, già ospite della rassegna recanatese “Versus” curata da Piergiorgio Viti, propone ai lettori dello Specchio una chicca, anzi due. Si tratta didue inediti che Galluccio ha prodotto negli anni che hanno fatto seguito alla pubblicazioneper Einaudi, de “La misura dello zero”, la sua ultima silloge.
Li pubblichiamo volentieri, in esclusiva, a testimonianza dell’affetto e della stima di Galluccio per l’associazione Lo Specchio e del lavoro fin qui svolto.
le colonne di Atene vanno
ad allinearsi nella nostra mente
quelle ostie della carne calate
così profondamente nella storia le ossa
che si avviano all’inverno grande
voltandosi intorno indifese
i legami covalenti instaurati
tra ossigeni e idrogeni il primo
casuale formarsi dell’acqua
lo strappo nel tessuto iniziale della simmetria
le pianure di tempo
quei convogli distanti
e quegli altri convogli più lenti
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finalmente a via Mezzocannone sedici
si saliva attraverso l’integrità di ombre e di luci tagliate
la polvere e le confidenze sussurrate dai legni
poteva essere una borgesiana promessa
di archivi e di specchi su dimensioni trascorse
ma nella grande sala inaspettatamente chiara
del laboratorio di fisica
sui tavoli vivevano le lancette inquiete degli strumenti
le onde sinusoidi di verde degli oscilloscopi
e sulle basi forate come di Lego infantili
cominciavamo a inserire capacità e resistenze
per vedere come l’essere
in serie o in parallelo cambia le intensità
delle correnti elettriche agli estremi
e per esercizio di fuga
ci si chiedeva se anche le anime
(nel condensare e resistere)
si sommino o sommino i propri inversi
a seconda che si diramino dallo stesso nodo
oppure nascano una dalla fine dell’altra
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