Esattamente un anno fa nascevano i Cantieri Mobili di Storia, con l’obiettivo di incontrare e ascoltare le comunità appenniniche maceratesi, partendo dalla storia dei loro paesi e approdando ai problemi e alle prospettive del doposisma. L’esperienza, nonostante le difficoltà logistiche e organizzative, è stata molto positiva e da allora è sicuramente cresciuta. Si è ampliato lo staff di progetto; si sono moltiplicate le collaborazioni con i gruppi e le associazioni che operano nell’Appennino; si sono intensificate le relazioni con le comunità del doposisma, mediante progetti nelle scuole e laboratori di comunità (come quelli di scritture biografiche in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari).
Con il mese di aprile si apre la seconda stagione dei Cantieri Mobili di Storia che, pur riprendendo l’impostazione dello scorso anno, presenta alcune significative novità:
- Sono state individuate tre tematiche che, oltre alla loro rilevanza storica, costituiscono importanti terreni di riflessione e di progettualità per l’immediato futuro delle zone del sisma e, più in generale, del nostro entroterra
- Gli incontri vogliono aprirsi al confronto: con altre zone degli Appennini centro- settentrionali e centro-meridionali; con esperienze innovative di comunità che stanno sperimentando nuovi percorsi di ripresa, nuovi modi di abitare la montagna, nuovi modelli e stili di vita. E’ tempo di licenziare la sfiducia, come scrive Franco Arminio, e di dimostrare che anche in un piccolo paese è possibile una grande vita
- I sei incontri con le comunità si propongono di generare altrettante proposte da sottoporre, in un’assemblea finale, ai rappresentanti politici e istituzionali, per evitare che riflessioni, le domande e i problemi via via emersi si disperdano, senza entrare nel circuito decisionale
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