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In memoriam La morte di un giovane ucraino arriva tra i messaggi di una chat di amici su WhatsApp

bogdan-1200x770di Viktoriia Lapa

Bogdan Bratanov era un ex pubblico ministero, un padre e un marito. Dall’inizio
dell’offensiva russa si è arruolato al fronte e l’anno scorso ha perso la vita durante un attacco
a Priyutne. Della sua storia, e di quelli di tanti altri, dovremmo ricordarci ogni volta che
sventoliamo la bandiera della pace
Immaginate: siete un giovane europeo, laureato in giurisprudenza in una città universitaria come
Bologna, ottenete un lavoro prestigioso come pubblico ministero. Vi sposate e avete un figlio. Per
discutere di partite di calcio o organizzare riunioni i tuoi compagni di corso create chat su
WhatsApp. Funziona tutto come in Italia, con una differenza: in queste chat può capitare di ricevere
il messaggio che un compagno di classe è stato ucciso al fronte. Ucciso, in prima linea, in Europa,
nel 2023. Sembra surreale che un giovane ex pubblico ministero muoia in trincea nel 2023, ma
questo è uno scenario che può verificarsi se sei ucraino.
Io lo sono, e quella chat di WhatsApp con quell’amico ucciso al fronte ce l’ho. Era Bogdan
Bratanov. Lui come molti altri giovani ucraini ha rinunciato alla sua vita per la libertà, e grazie al
suo sacrificio l’Ucraina sta in piedi e l’Europa ha il tempo di prepararsi per affrontare la Russia. La
sua storia merita di essere ascoltata.
Bogdan non aveva nulla a che fare con la professione militare, ha lavorato come procuratore per
quattro anni nella regione di Kyjiv. Dopo l’invasione russa nelle regioni di Donetsk e Luhansk,
Bogdan si è recato lì a prestare servizio tra il 2015 e il 2016. Al suo ritorno ha iniziato a lavorare
come avvocato e a crescere suo figlio insieme alla moglie.
Tutto sembrava procedere bene: lavorava, praticava pugilato e viaggiava. Poi nel 2022 la Russia ha
deciso per un’invasione su larga scala. Senza alcuna esitazione Bogdan si è diretto all’ufficio di
reclutamento il giorno successivo ed è stato chiamato l’11 marzo 2022, da quel momento ha difeso
con successo la regione di Kharkiv. Ricordo che il giorno della liberazione di Izyum sono corsa a
comprare i giornali italiani per trovare Bogdan nelle foto, perché sapevo che era tra coloro che
avevano contribuito a liberarla.
Dopo quell’operazione ottenne una promozione e venne nominato capo della nuova brigata
costituita per la controffensiva nel sud dell’Ucraina. Bogdan si è sempre dimostrato così vicino ai
suoi soldati che nonostante non fosse chiamato a stare in trincea decideva comunque di andare
insieme ai suoi soldati. Una di queste occasioni gli è stata fatale. Bogdan viene ucciso vicino al
villaggio di Priyutne il 27 giugno 2023.
Il messaggio che annunciava la sua morte su quella chat di WhatsApp è arrivato da un altro
procuratore, suo ex compagno di classe, il 27 giugno 2023: «Oggi è arrivata la triste notizia.
Bogdan è stato ucciso. Vi informerò più tardi sul funerale e sull’orario. Gli eroi sono sempre con
noi! Abbiate rispetto per ogni minuto di libertà, perché ci viene concessa a prezzo della vita».
Questo messaggio voglio trasmetterlo anche a tutti i giovani europei, perché il mio amico Bodgan
avrà per sempre trentaquattro anni.

Spero che tutti i cittadini dell’Unione europea sfruttino a pieno il tempo che il suo sacrificio gli sta
offrendo, perché la Russia non si fermerà, e chissà quali messaggi potrebbero mai arrivare anche
nelle vostre chat.
È difficile per i giovani italiani immaginare che i loro compagni di classe possano perdere la vita
non per una malattia, per un incidente stradale o per un fatto di criminalità, ma a causa di
combattimenti in prima linea. Ma questo è esattamente ciò che la giovane generazione ucraina si
trova ad affrontare combattendo per la libertà, la democrazia e la pace (quella che alcuni europei
credono si possa ottenere sventolando la bandiera “pace”). In realtà, quando sei sotto attacco, la
pace e la libertà devono essere difese non dagli unicorni, ma da persone reali. Quelli come Bogdan,
un ex pubblico ministero trentaquattrenne ucraino. Memoria eterna.

Linkiesta, Esteri, 28 giugno 2024

di Viktoriia Lapa

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