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giugno 2021
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“Cose di casa nostra” (13). Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più . F – G

LENGUA MATREdi Lino Palanca

Dialetto e usanze, storie e storielle che accompagnano il nostro crescere civile. Il tutto pescato qua e là, senza pretese.

Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più [1].

F – G

 

falàscu – sostantivo maschile, ‘erba selvatica’, da una voce mediterranea fàla più suffisso ligure in asco; nell’alto Esino falàschiu; falàsco a Recanati..

fandèlle – sostantivo femminile, ‘grinze’ nel corpo di persona grassa; voce rurale dal gotico fàlda, piega; nell’aguglianese il vocabolo faldèlla vale anche per carne schiacciata; osimano fardèlla (ciambella di grasso)

ffelàtu – aggettivo, ‘trafelato’, costruito sul dialettale fèle, fiele (vedi il Vocabolario Devoto-Oli); trafelato, stanco tanto da sputare fiele?.

fialùta – sostantivo femminile, ‘scintilla’, voluta di fiamma; dal greco phiálē, ‘recipiente’ o ‘tazza’ più latino alùta, scintilla: recipiente dove si contiene la fiamma; per altri dal greco phlégma + lúke, fuoco più luce (Marinelli); fialùda nell’aguglianese; fialùta o anche lùta a Recanati.

fraìmma – sostantivo femminile, ‘nebbia dei giorni freddi d’inverno’, dal latino infra hiemen, autunno, fra autunno e inverno; si veda anche il francese antico frime divenuto oggi frimas, nebbia fredda e spessa; confrontare anche il veneto frìma, autunno.

frajà’ – verbo, ‘spendere per divertirsi in compagnia’, dal latino medievale fratalèa da cui il veneto fràglia (corporazione artigiana, che evoca la compagnia).

fresìllu – sostantivo maschile, piccolo ‘pezzo di stoffa’ reticolata per rifinitura (o per sostenere la cucitura, rinforzarla) non piegata come lo sbieghì’ (nastrino di stoffa per rifiniture di sartoria, tagliato di sbieco) delle cuciture interne; latino phrýgium con diminutivo, fregio, ricamo di Frigia, regione dell’Anatolia centro occidentale (Turchia); confrontare l’italiano frisetto.

galùppa – sostantivo femminile, ‘busta’ (anche da lettere?), fagotto; anche gulùppa; verbo derivato sguluppà’, togliere il viluppo, aprire, svolgere; latino vòlvere; vedi l’antico francese voloper, avviluppare, avvolgere da cui enveloppe, busta, involucro; gulùppa ad Osimo.

gaustèllu – sostantivo femminile, ‘cefalo’, muggine, da una voce meridionale castaurièllu; vedi anche il veneto caustèi.

gnèrecu – aggettivo, ‘incomprensibile’; latino ignàrus; secondo altri la voce viene dal latino negricàre da cui l’italiano nericare, nereggiare, rapportato a un modo di esprimersi non comprensibile, non chiaro (nero); altri ancora mettono in causa il veneto gnèco, debole, quindi che non si sente, non si capisce; a Civitanova gnèreco va detto di chi si sente più male che bene (Aurelio Ciarrocchi, Alcune voci del dizionario della lingua civitanovana, Sant’Elpidio a Mare, 1997)

grìgna – sostantivo femminile, ‘terra secca’, voce rurale: detto: pàlma mmólla, grìgna sécca (se piove verso la domenica della palme in estate la terra sarà secca; a Recanati Pasqua sciùcca, grégna ‘mmòlla); dal sassone grìnian da cui l’italiano grinza, ruga (terra corrugata).

gualìcciu – sostantivo maschile, ‘fattura’, filtro d’amore; vedi lo spagnolo antico gualicho, appunto filtro d’amore.

gumièra – sostantivo femminile, ‘punta del vomere’; anche gumèra; latino vòmer-vòmeris, con trasformazione di v > g come in rgumità’ per vomitare oppure gulà’ per volare e in molti altri casi; confrontare il veneto gomièro, vomere; il vocabolo è presente in larga parte del territorio marchigiano.

 

** per i riferimenti all’aguglianese, Fabio Maria Serpilli, Dizionario dialettale aguglianese; per il numanese, Giovanni Marinelli, Il linguaggio numanese nel novecento; per l’osimano Massimo Morroni, Vocabolario del dialetto osimano; per il recanatese, Gabriele Mariani, Il dialetto recanatese; Maria Canavari, Il Vocabolario di Cerreto.

 

[1] Tratte da Lino Palanca, Léngua Màtre – Vocabolario del dialetto portorecanatese, Recanati, Bieffe Grafiche 2010.

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