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Recanati . “Non una di Meno” presenta l’antologia “Future”: l’Italia vista dalle autrici afroitaliane, tra razzismo, identità e speranze di Noemi Milani. Fonti San Lorenzo venerdì 22 novembre ore 21,00

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Undici autrici afroitaliane raccontano di futuro, generazioni e radici. Un’antologia alla ricerca di una nuova lingua, di nuove idee, di prospettive forti, differenti e inesplorate. Un’antologia che parte da dove viviamo, l’Italia, e guarda altrove, con straordinaria forza ed emozione. Un libro che vuole marcare un passo verso il domani, narrandolo, inventandolo, osservando il presente e il passato.
“Io sono nata bianca da chi ha fallito nell’esserlo. Sono nata e sono stata cresciuta nell’implicito dovere di cancellare il marchio, di nascondere l’indicibile da cui avevo origine, per spezzare così la catena del fallimento. Sono cresciuta nell’angoscia di dover mascherare un’infamia originaria. Non ho imparato la lingua di mio padre, non ho mai visto la sua terra, non conosco la storia della mia famiglia: ero bianca. Ma la normalità è stata la mia angoscia.”

– Marie Moïse, Abbiamo pianto un fiume di risate
A cura di Igiaba Scego è una scrittrice italosomala. Collabora con «Internazionale» e «Il Manifesto»; tra le sue pubblicazioni Oltre Babilonia (Donzelli, 2008), La mia casa è dove sono (Rizzoli, 2010), Adua (Giunti, 2015).
Le autrici dell’antologia: Leila El Houssi; Lucia Ghebreghiorges; Alesa Herero; Esperance H. Ripanti; Djarah Kan; Ndack Mbaye; Marie Moïse; Leaticia Ouedraogo; Angelica Pesarini; Addes Tesfamariam; Wii.
Prefazione e postfazione: Prisca Agustoni, Camilla Hawthorne
Marie Moïse, attivista, è dottoranda in filosofia politica all’Università di Padova e Tolosa II, scrive di razzismo e colonialismo da una prospettiva femminista, con Alberto Prunetti ha tradotto Donne, razza e classe di Angela Davis (Alegre, 2018).

 

L’antologia “Future”: l’Italia vista dalle autrici afroitaliane, tra razzismo, identità e speranze

di Noemi Milani

 

“Future” è un progetto nato dall’Italia “distopica, dove viviamo, amiamo, mangiamo, dormiamo, piangiamo e ridiamo”, come scrive l’autrice somaloitaliana Igiaba Scego, curatrice dell’antologia che ha coinvolto undici giovani afroitaliane. Nei loro racconti il ritratto di un passato e di un presente dolorosi, tra razzismo, pregiudizi e radici strappate che faticano a trovare un suolo in cui piantarsi nuovamente .

 

Undici giovani donne italiane di origine africana raccontano il Paese in cui vivono, le loro radici e immaginano il futuro: questa è l’antologia Future, il domani narrato dalle voci di oggi, pubblicata da effequ.

 

Un progetto nato dal presente e dall’Italia “distopica, dove viviamo, amiamo, mangiamo, dormiamo, piangiamo e ridiamo”, come scrive l’autrice somaloitaliana Igiaba Scego, curatrice della raccolta, che ha coinvolto Leila El Houssi, Lucia Ghebreghiorges, Alesa Herero, Esperance H. Ripanti, Djarah Kan, Ndack Mbaye, Marie Moïse, Leaticia Ouedraogo, Angelica Pesarini, Addes Tesfamariam, Wii.

 

Future scrittrici afroitaliane

 

Gli undici racconti che compongono Future sono il ritratto di un passato e di un presente dolorosi, di razzismo e pregiudizi, di radici strappate che faticano a trovare un suolo in cui piantarsi nuovamente. Spazio, però, anche per uno spiraglio di speranza.

 

Marie Moïse, redattrice di Jacobin Italia, attivista femminista e antirazzista, dedica il suo racconto al passato e alle radici del ramo haitiano della sua famiglia: “Non ho potuto imparare la loro lingua, non sono nera come loro, non ho potuto sapere niente del loro passato, ma c’è un male di cui sto male che non è bianco. È la maledizione della tua famiglia haitiana, mi ha detto mia madre una volta, una sorta gene malato che ho ereditato per parte nera”.

 

Dallo sradicamento vissuto dai propri avi, nel caso di Moïse del nonno, si accostano storie vissute in prima persona, come quella raccontata da Leaticia Ouedraogo, nata in Burkina Faso nel 1997 e trasferitasi in Italia nel 2008 con la madre per raggiungere il padre, emigrato già da dieci anni.

Il racconto di Ouedraogo è la storia straziante di una famiglia intera vessata dal razzismo: un padre impotente davanti ai soprusi, una madre che cade in depressione, una figlia poco più che bambina che porta sulle sue spalle la sofferenza dei suoi. Come scrive l’autrice, riferendosi alla situazione delle nuove generazioni: “sulle nostre spalle da adolescenti, ancora in preda agli sballi ormonali della crescita, gravavano anche le pene dei nostri genitori. Madri o padri: dei dannati della terra che, nonostante ci volessero bene, avevano un modo particolare di dimostrarcelo, e ci riempivano di responsabilità e colpe per quello che succedeva a noi, ma anche per quello che subivano loro”.

 

La mancanza di una terra da chiamare casa risuona in Che ne sarà dei biscotti, il racconto di Wii, attivista transfemminista e artista, che scrive: “Vivevo nel verde, nella monotonia, amicizie saltuarie, tra famiglie che abitano quello spazio da generazioni e lo sentono, io non sentivo nulla se non un vuoto cosmico.”

Djarah Kan, nata nel 1993 e cresciuta nella periferia di Caserta, racconta l’incontro tra una ragazzina, Lisbeth, e la ricca Zia, arrivata dal Ghana per fare visita ai parenti, che le svela l’importanza di avere un “nome segreto, un nome degli antenati”. Un nome che Lisbeth non ha, una mancanza che la fa sentire “senza nome, e dunque, senza futuro”.

In Future, come implica il titolo stesso, trova spazio il futuro, come detto sopra. Ma che tipo di avvenire si può costruire sulle fondamenta di un passato non sempre facile da ricostruire e di un presente in cui è difficile affermare la propria identità?

Esperance Hakuzwimana Ripanti, nata nel 1991 in Rwanda, in Lamiere esaspera il clima xenofobo che si respira: “Alla tv si sono sentite novità assurde; censimenti, controllo dei documenti, convocazioni in questura per chi fosse di origine straniera, revoca di cittadinanze senza motivazioni ben precise e strade affollate di corpi spaventati e sperduti. È successo così in fretta che non ce ne siamo resi conto. È successo così piano che non abbiamo nemmeno pianto”.

 

La speranza è riposta nelle generazioni di domani.

 

 

Nota del gruppo Non Una Di Meno

Nasce  il primo gruppo di Non Una Di Meno nelle Marche.

Con diverse donne che hanno aderito a questo progetto,  provenienti da  diverse aree della Regione dopo mesi di dibattiti e confronti, abbiamo dato vita al nodo Non Una Di Meno Transterritoriale Marche  .

Crediamo  che  sia fondamentale che anche sul nostro territorio ci si impegni a costruire  un movimento femminista che partecipi alla lotta  delle donne con una visione chiaramente anticapitalista ed antipatriarcale, antirazzista.

Chi siamo

Siamo soggettività lgbtqia,  donne, meticce, precarie, studentesse, funambole nella vita Il  nostro nuovo percorso iniziato un anno fa ha visto incrociarsi ed intersecare le soggettività lgbtqia alle battaglie e tematiche femministe e lo abbiamo fatto  partendo dalla nostra regione, le Marche, partendo dal nostro essere corpi dissidenti, dalle discriminazioni e difficoltà che affrontiamo quotidianamente.

Di cosa ci occupiamo

Siamo nate dalla necessità di rimettere al centro non solo la violenza di genere ma dei generi un ulteriore salto di narrazione che spesso si appiattisce sulla violenza alla  donna . Siamo nate anche perché sentiamo forte il bisogno che in questo contesto storico di mettere al centro i nostri bisogni, le battaglie sono molteplici dalla precarizzazione delle nostre vite, ai tagli ai finanziamenti ai centri antiviolenza e la mancanza di un percorso reale di inserimento nel mondo del lavoro per una donna a seguito di violenza, la disoccupazione femminile, la disparità salariale. Ma non solo, vogliamo  dare vita anche momenti di studio e confronto di testi, storie, esperienze che possiamo riprodurre nel nostro territorio. Perché sappiamo che la violenza può colpire chiunque di noi , che non ha passaporto, colore, né classe sociale, ma che molto spesso può avere le chiavi di casa. Sentiamo forte l’esigenza di costruire momenti di discussione e di dibattito collettivo in cui la lotta femminista e  transfemminista crei resistenza e alternativa nella costruzione di legami ed intrecci  perché crediamo che sia importante partire da noi e dalle violenze che quotidianamente subiamo fra le mura di casa, sui posti di lavoro, per strada, a scuola, nelle università e sui nostri corpi!

È in quest’ottica che si è tenuto il 15 novembre all’ARCI Macerata Annozero il nostro primo incontro pubblico in preparazione alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne e alla manifestazione nazionale di Nudm del 23 Novembre a Roma .  E’ stato presentato  l’evento “Violenza di genere dentro e fuori le mura domestiche  Cos’è la violenza di genere e quali sono le sue forme? Perché a volte è difficile da riconoscere? Quali mezzi hanno a disposizione le donne quando sono vittime di violenza? Si parlerà della situazione marchigiana, in particolare di quella maceratese, verranno analizzate le criticità e le ipocrisie del codice rosso e valutate strategie di prevenzione

Sono Intervenute:

Bianca Verrillo Avvocata, dal 2011 membro dell’equipe del Centro Antiviolenza di Macerata e dal 2015 coordinatrice; consulente legale della casa di accoglienza per donne vittime di violenza; nel 2017 selezionata per il corso Travaw con cui il Consiglio D’Europa ha formato avvocati per il supporto alle donne vittime di violenza

Delia Moraschin Psicologa, psicoterapeuta in formazione presso la scuola di specializzazione in psicoterapia ad orientamento psicoanalitico lacaniano. Fondatrice dell’associazione Jonas di Ancona nata nel 2003 su idea di Massimo Recalcati. Partecipa e collabora con le Istituzioni legate al festival Kum.

!Mediatrice: Maddalena Manca, Nudm Transterritoriale Marche

 

In quest’ottica lanciamo il nostro appello per la partecipazione alla  manifestazione nazionale di Non Una Di Meno del 23 novembre a Roma.  Saremo a Roma per portare in piazza a i nostri corpi e le nostre relazioni, quelle che costituiscono la nostra discontinuità che nessun governo è in grado di garantirci, quelle che uniscono le vite di milioni di donne e soggettività lgbtqiap+.

Da Ancona partirà un autobus alle ore 7.00 con fermate intermedie a Civitanova h. 7.30 e S. Benedetto h. 8.00 al prezzo di €….

Invitiamo tutte/u a scriverci sulla pagina di Non Una Di Meno transterritoriale Marche,  per mettere insieme tutte le nostre voci!.

 

 

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