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Dialoghi in corso. “Per Dio nessuno è straniero”

“Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti.”

Fonte Internet

Fonte Internet

“Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti.”

 

Sono trascorsi sei anni dalla sua visita a Lampedusa, il Pontefice lancia un messaggio politico forte: “Gli ultimi vanno aiutati, nessuno può esimersi”

Per Dio “nessuno è straniero” o “escluso”. Lo ha detto il Papa nella preghiera che ha introdotto la messa nella basilica vaticana dedicata ai migranti. Sono trascorsi sei anni dalla sua visita a Lampedusa e a San Pietro sono presenti circa 250 tra migranti e volontari che li assistono.

“O Dio, Padre di tutti gli uomini, per te nessuno è straniero, nessuno è escluso dalla tua paternità; guarda con amore i profughi, gli esuli, le vittime della segregazione, e i bambini abbandonati e indifesi, perché sia dato a tutti il calore di una casa e di una patria, e a noi un cuore sensibile e generoso verso i poveri e gli oppressi”.

Francesco ha rivolto il suo pensiero agli ‘ultimi’, a coloro che “ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono”… “I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati”. Riprendendo l’immagine biblica della scala di Giacobbe tra Cielo e Terra, il Papa ha detto: “Salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo. Si tratta, fratelli e sorelle, di una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare”.

“Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare”… “Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli. Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! ‘Non si tratta solo di migranti!’, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata”.

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