Nuovo appuntamento con “la poesia”, secondo del mese di gennaio 2019, è dedicato ad un progetto che vede un poeta collaborare con un filosofo: Fabio Strinati-Italo Truzzi..
Le parole delle liriche/poesie/musiche si susseguono fra i righi e gli spazi delle pagine come dentro a uno spartito vagano anime di note destinate al bicchiere di una serata senza vicoli sulla schiuma della Luna. Parole che formano una partitura visiva; sonorità mistiche che producono timbri e guizzi che come zampilli di montagna sbraitano sanguigni la propria voglia per l’arte come liberazione dall’inganno di un’essenza onirica e sagace. Un’opera che ancor prima di nascere sul selciato di un cortile poetico si mostra al chiaroscuro di una vita sdoganata da schemi ritmici costrittivi, partoriti da sguardi che si posano sulle dissonanze più pungenti del momento, graffiando la mente nell’istante del godimento come ritmo di un armadio che cigola col suo scheletro infiltrato dentro.
PAGINE
Pagine di un libro rotte e semivuote.
Pagine in un respiro di ferro; microscopio
in un cassetto di lettere spiegate,
e in un taccuino rubato, frasi sparse
di pazzi e di poeti.
Pagine dispari alla mercé dei pari:
in disparte, una seggiola vuota
e una stilografica algebrista
DUALISMO
Natura – benigna
maligna – natura
natura sempre in atto; esistenza,
armonia instabile
NOVELAS
Parole sotto coperchi sottovento
e nel mezzo, relitti, rollìo di virgole
in una spiaccicata falla. Cigolano
di striscio gli isterici i dispeptici
trafiletti da barile, come un ronzìo
d’articolazioni,
punti come strani picciuoli
Fabio Strinati – Italo Truzzi.
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