da culturainquieta
Qualche giorno fa c’era una notizia più importante ma che ha avuto meno eco dell’azione dell’iconica urbanita urbana: il pittore inglese è diventato l’artista vivente più costoso della storia.
Banksy diede, di recente, il suo penultimo colpo di stato nel bel mezzo di un’asta in cui stava offrendo il suo lavoro “Girl With Balloon”; Al momento della vendita, per 1,2 milioni di euro, il lavoro si autodistruggeva attraverso un frantoio installato nel telaio e, poiché tutto è così assurdo, rivalutandolo e aumentando il suo valore, si crede che nel doppio.
Quello che Banksy ha fatto nell’asta di Sotherby’s, da un lato mostra la sua ribellione e il suo disaccordo prima di non voler entrare nel mercato dell’arte come è inteso e montato, e dall’altra mostra tutta l’assurdità che c’è al momento di valutare l’arte, in cui si finisce per pagare di più per un concetto che per il lavoro stesso.
“Girl With Balloon” è stato messo all’asta con un prezzo iniziale di 300.000 euro, venduto per oltre 1 milione di euro e ha aumentato il suo valore nel dobre dopo aver reinventato il suo concetto; un prezzo è stato posto nel momento in cui si è autodistrutto e sulla ripercussione dei media che l’evento ha avuto.
Banksy non solo ha preso tutto il risalto di quella notte e ha afferrato tutti i titoli, ma ha anche oscurato la notte di gloria di Jenny Saville.
Saville (Cambridge, 1970) è una pittrice inglese, membro del gruppo Young British Artists, è nota per le sue monumentali pitture nude femminili e, nella notte in cui Banksy è tornato per ottenere tutte le medaglie, in Sotherby è stata venduta “Propped” per 10,8 milioni di euro, il prezzo più alto mai pagato (all’asta) da un artista vivente.
Il fantastico lavoro di Saville mostra donne con corpi obesi e reali; definisce la sua arte come femminile e femminista perché è un’arte dipinta da una donna, non sono donne dipinte da uomini.
È diventato famoso con questi corpi obesi; definiscono i loro dipinti come una chirurgia antiplastica, che denuncia la tirannia dei corpi perfetti e scheletrici che ci vengono imposti dal mondo della moda e della pubblicità.
La vera sfumatura di questo fatto è la barbarie in cui l’arte si sta mutando, l’irrazionalità del fatto che un’opera distrutta aumenta il suo prezzo supponendo una rivoluzione che rivela ancora una volta la stupidità umana e, forse, si trova il merito Banksy, per mostrare all’umanità l’idiozia che regna ai nostri giorni e vendere, nonostante ciò, fumare al prezzo dell’oro.
Tutto questo e molto altro ci è stato spiegato da Banksy nel suo documentario del 2010 “Exit Trough The Git Shop” e che possiamo vedere gratuitamente su YouTube; Ci farà riflettere su molti aspetti, ci farà riflettere su dove stiamo andando e, forse, non è sulla strada giusta.
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