MIE MARCHE
Non ti conosco mai abbastanza
mia terra gentile.
Eppure sollevi il mio sguardo
ai tuoi articolati misteri.
Non si esaurisce l’incanto
di viaggi ideali e reali
nelle multiformi espressioni del tuo volto.
Ti plasmano
il tempo, gli elementi e chi ti abita,
semidea ferita e mai piegata.
Non neghi di te
i variopinti tesori.
Ed io posso solo cantare per te,
gioire vorticosa
come in un ebbro Bolero.
Confondo in me
acque, colori, altezze, golosità e genialità.
Angelica e demonica
mi mescolo alle tue zolle
trasudanti aromi
di brezze insinuanti.
Alessandra Gabbanelli
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