bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
giugno 2016
L M M G V S D
« Mag   Lug »
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
27282930  

Il Bundestag tedesco riconosce il genocidio armeno: esplode la gioia degli Armeni in Germania

da Rainews.it (02/06/2016)

La Turchia richiama l’ambasciatore a Berlino

Festeggiamenti per riconoscimento del genocidio armeno da parte del Bundestag tedesco, Berlino (Photo credit Getty Images)

Festeggiamenti per riconoscimento del genocidio armeno da parte del Bundestag tedesco, Berlino (Photo credit Getty Images)

Il Parlamento tedesco ha approvato oggi una mozione che definisce “genocidio” la strage degli armeni compiuta dai turchi ottomani un secolo fa. I deputati tedeschi si sono espressi a stragrande maggioranza per riconoscere il genocidio. Immediata la reazione diplomatica della Turchia, che ha richiamato il proprio ambasciatore in Germania. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la risoluzione tedesca sul genocidio in Armenia “comprometterà seriamente i rapporti tra i due paesi”.

Questa mattina, il primo ministro turco Binali Yildirim aveva avvisato Berlino detto che il voto sarebbe stato “un vero test di amicizia” tra i due paesi, riprendendo così l’avvertimento lanciato ieri, secondo cui un’eventuale approvazione della mozione avrebbe danneggiato le relazioni con la Germania.

La risoluzione era stata presentata dalla Cdu, dalla Spd e dai Verdi e, per la prima volta, riconosce e condanna lo sterminio di 1,5 milioni di donne, bambini e uomini armeni avvenuto tra il 1915 e il 1916, durante l’Impero Ottomano.

I vertici delle istituzioni turche ieri avevano condannato il voto del Bundestag, definendolo ‘assurdo e ridicolo’. “Crediamo che il voto sia assurdo e arbitrario. Questi eventi hanno avuto luogo durante la Prima Guerra Mondiale… Noi francamente e apertamente diciamo a tutto il mondo che non abbiamo nulla da nascondere sulla questione”, aveva dichiarato il primo ministro turco Binali Yildirim, sottolineando che un voto positivo sulla risoluzione avrebbe danneggiato le relazioni tedesco-turche. Salvo poi precisare che la decisione del Bundestag non avrebbe portato a nessun cambiamento negli accordi con Bruxelles per la gestione dei migranti, per cui Ankara dovrà ricevere circa 6 miliardi di euro. Anche il presidente Erdogan era intervenuto esprimendo preoccupazione durante una telefonata con la cancelliera e minacciando un deterioramento dei rapporti tra i due Paesi in caso di voto positivo.

Sulla questione era intervenuto anche il presidente armeno, Serz Sargsyan, che aveva lanciato un messaggio ai deputati del Bundestag affinchè non si lasciassero intimidire dal presidente turco.”Non è giusto che non si possa chiamare genocidio il massacro contro gli armeni, solo perché il capo di Stato di un altro Paese ne è disturbato”, aveva affermato in un’intervista pubblicata da Bild. Il Presidente aveva anche espresso incomprensione per quei politici tedeschi che temono le ripercussioni di un passo del genere: “La Germania è uno Stato potente e la voce del Bundestag tedesco è ascoltata in tutto il mondo. Ma, proprio per questo, la Germania ha una responsabilità speciale e non può cedere su ciò che riguarda questioni morali e difesa di valori”.

Sargsyan ha aggiunto: “L’eventuale fallimento dell’accordo sui migranti (tra Turchia e Unione europea, ndr) con tutta sicurezza non avrà nulla a che vedere con l’approvazione della risoluzione” a Berlino. Il presidente ha poi sottolineato che lo scorso anno il presidente tedesco, Joachim Gauck, ha riconosciuto il genocidio armeno.

La Cancelliera Merkel aveva fatto sapere di sostenere la risoluzione e che solo per un impegno di governo non sarebbe stata in Parlamento per votarla. Contro il testo si è invece espresso il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier della Spd. In seguito, Merkel, in una conferenza stampa congiunta insieme al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ha affermato dopo la plenaria che le relazioni fra Germania e Turchia sono molto estese, al di là del fatto che esistano delle differenze, e ha assicurato che sono molte le cose che uniscono i due Paesi. Affrontare questioni controverse “fa parte di una democrazia”, ha sottolineato la cancelliera, mettendo in evidenza i legami fra Turchia e Germania, dove vivono oltre tre milioni di cittadini di origine turca.

I massacri avvennero nell’allora Impero Ottomano e la Turchia nega che costituiscano un genocidio. Finora il genocidio armeno è stato riconosciuto da 22 Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Canada, Grecia, Russia, Uruguay, Argentina, Venezuela, Cile e Bolivia. Altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, preferiscono non usare il termine genocidio.

L’anno scorso, in occasione del centenario, anche papa Francesco aveva definito le le uccisioni degli armeni avvenute tra il 1915 e il 1923 “il primo genocidio del XX secolo”, seguito da quelli compiuti dal nazismo e dallo stalinismo. Erdogan anche allora aveva reagito con ira, negando ripetutamente che le autorità ottomane avessero mai commesso un genocidio, affermando che durante la prima guerra mondiale furono massacrati anche popoli musulmani e accusando il pontefice di dire “stupidaggini”. Addirittura il governo di Ankara aveva richiamato per consultazioni il proprio ambasciatore in Vaticano e aveva convocato il nunzio apostolico in Turchia.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>