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ITALIA NOSTRA: LA RAFFINERIA API VA CHIUSA

L’ennesimo incidente verificatosi all’API con le fiamme alzatesi in cielo e visibili a distanza,
conferma la pericolosità della attività in corso presso l’impianto di raffinazione.
Ormai non si contano più le iniziative di protesta dei cittadini negli anni, così come le indagini
compiute da istituti di ricerca pubblici che hanno dimostrato la incidenza epidemiologica delle
attività presenti in raffineria sulla salute umana. Non per niente la presenza dell’Api e di altre
industrie nella zona fan sì che l’area sia stata riconosciuta prima come Area ad Elevato
Rischio di Crisi Ambientale ed oggi come Sito di Interesse Nazionale dove va attuata
realmente la bonifica prevista dalle normative di legge.
Se questa volta, stando a quanto finora riferito, non ci sono state conseguenze più gravi,
questo non vuol dire che non si sia corso, di nuovo, un rischio grandissimo per la tutela della
salute e della popolazione; non è giustificabile il non aver inviato una immediata
comunicazione di allerta ai cittadini. Affermare che la rottura di una parte dell’impianto, con
la esplosione ed il successivo incendio, non costituisca una emergenza è una offesa
all’intelligenza delle persone ed è dimostrato dalla mobilitazione dei Vigili del Fuoco non solo
di Ancona e provincia ma anche di Macerata e Fermo! Se decretare l’emergenza è compito
della Prefettura di Ancona, si ricorda in ogni caso che la responsabilità anche “politica” della
salute dei cittadini di Falconara è in capo al sindaco.
Dopo anni di incidenti è ora di arrivare alla chiusura delle attività pericolose in atto e
trasformare il sito in qualcosa d’altro. Pertanto, ribadiamo la nostra richiesta, avanzata da
diversi anni, di arrivare alla chiusura della raffineria una volta per tutte.

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