
Foto: Sala del Banco Marchigiano con il pubblico presente.
di Raimondo Giustozzi
Grande concorso di pubblico, sabato 1° marzo 2025, alle ore 16,00, nella sala convegni del Banco Marchigiano, in vicolo Nettuno N° 29, Civitanova Marche, alla presentazione del libro: “Notte di sangue, 18 maggio 1977: i tre conflitti a fuoco di Porto San Giorgio e Civitanova Marche”, coautori: Giuseppe Bommarito e Marco Di Stefano. Il primo è avvocato, giornalista e scrittore, lavora a Macerata, è presidente dell’associazione Con Nicola, oltre il deserto dell’indifferenza, fondata nel 2009, dopo la morte per droga del figlio, deceduto a 26 anni. Marco Di Stefano, già comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata, sceglie la vita militare nel 1981. Dopo aver frequentato l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali di Roma, inizia la carriera di Ufficiale dei Carabinieri, durata 41 anni, raggiungendo il grado di Generale di Brigata.
“I valori conseguiti nel passato e affidati alla tradizione, sono il lievito della realtà presente” (Catalfamo)”. “Gli avvenimenti passati non possono essere separati dal presente vivo senza perdere il loro significato. Il vero punto di partenza della storia è sempre qualche situazione attuale con i suoi problemi” (J. Dewey). “La storia è una battaglia dello spirito, è la risposta (elaborata con l’ausilio di documenti) ad una domanda che la curiosità, l’inquietudine, l’angoscia esistenziale, direbbero taluni, l’intelligenza e lo spirito dello storico rivolgono ai misteri del passato” (H. I. Marrou). Tutti gli interventi delle autorità civili, militari e religiose hanno richiamato il coraggio di Sergio Piermanni e di Alfredo Beni (Medaglie d’Oro al Valor Militare alla memoria), per difendere la libertà di tutti.
Il ricordo di avvenimenti accaduti tanti anni fa è diventato memoria. Il dott. Massimo Tombolini, direttore generale del Banco Marchigiano, ha richiamato il dovere, per un Istituto di Credito, di offrire delle iniziative culturali, come quella messa in campo in questo pomeriggio, per la costruzione del bene comune, che non è mai la somma del bene particolare di ognuno. Giuseppe Cognigni, rappresentante del Comune, ha ricordato il bene ultimo di ogni comunità: la libertà di tutti e la repressione di ogni forma di violenza. Don Mario Colabianchi, parroco dell’Unità Pastorale Cristo Re- San Pietro, Civitanova Marche, arcidiocesi di Fermo (Fm), ha sottolineato che il male si vince con il bene (Proverbi, cap. 25) e che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri (Papa Francesco, Fratelli tutti). Sull’onda dei ricordi, diventati memoria, ha ricordato anche che il papà Vincenzo Colabianchi, uomo di poche parole, carabiniere presso la caserma di Fermo all’epoca dei fatti raccontati nel libro, rincasando, ebbe a dire: “E’ successo un fattaccio”.
Il dottore e colonnello, Raffaele Ruocco, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Macerata, ha indicato in Sergio Piermanni e Alfredo Beni esempi luminosi, uomini che sono andati oltre il loro dovere. Aldo Caporaletti, promotore dell’incontro, voluto dal Banco Marchigiano, ha coordinato la prima parte del pomeriggio culturale. La seconda parte è stata orchestrata dal dott. Fulvio Fulvi, redattore di Agorà (Avvenire), che ha intervistato il generale Rosario Aiosa, medaglia d’oro al valore militare, l’avvocato Giuseppe Bommarito, il prof. Francesco Adornato, presenti al tavolo dei relatori e, in video- collegamento dal Cile, il generale Marco Di Stefano, coautore del libro, insieme a Giuseppe Bommarito.
Era presente in sala e in prima fila Dominique Piermanni, figlia secondogenita del Maresciallo Capo Sergio Piermanni, impiegata nel Banco Marchigiano”. La sua presenza ha commosso tutti. Severino Piermanni, nipote del maresciallo capo Sergio Piermanni, ha ricordato lo zio Sergio, dicendo: “Ogni volta che venivo a Civitanova Marche a trovarlo, mi portava in moto lungo la strada che costeggia il lungomare Sud di Civitanova Marche e mi diceva quanto fosse bello il mare”. Il video – collegamento con il generale Marco Di Stefano è andato oltre ogni ottimistica previsione. Ottimi sia l’audio che il video.
Marco Di Stefano e Giuseppe Bommarito hanno raccontato ai presenti che il lavoro di ricerca per la scrittura del libro è durato più di un anno: sopralluogo nei posti dove si consumò la tragedia durante la fatidica notte del diciotto maggio 1977, dalle 0, 20 alle 4, 20 del mattino, lettura di articoli pubblicati nei quotidiani, ricerca negli archivi, nelle biblioteche, assunzione di atti giudiziari, di sentenze emesse dalle autorità inquirenti, interviste fatte a chi aveva vissuto in prima persona i tragici eventi dei tre conflitti a fuoco, i primi due consumati quasi in contemporanea a Porto San Giorgio nell’area antistante al ristorante “Il Caminetto”, il terzo, il più straziante, avvenuto davanti alla stazione di Civitanova Marche. Toccante è stato il racconto del generale Rosario Aiosa, che ha avuto per un attimo un groppo alla gola, quando ha ricordato i tre conflitti a fuoco. Non meno commovente è stato il minuto di silenzio durante la lettura del conferimento delle due medaglie d’oro alla memoria del Maresciallo Capo Sergio Piermanni e dell’appuntato Alfredo Beni.
Nella tragica notte di sangue, nel giro di poche ore morirono due militari dell’Arma dei Carabinieri: l’appuntato Alfredo Beni a Porto San Giorgio e il maresciallo capo Sergio Piermanni a Civitanova Marche. Quattro i malviventi uccisi nei tre conflitti a fuoco, aperto da loro stessi, uno a Porto San Giorgio, Giovanni De Luca, tre a Civitanova Marche, Domenico Di Renzo, Agatino Bonaccorsi, e Angelo Santonocito. Due i feriti tra i Carabinieri nei due conflitti di Porto San Giorgio, uno meno grave, Di Toro Mammarella, e uno molto grave, il capitano Rosario Aiosa, che si salverà miracolosamente, dopo mesi di ricovero presso l’ospedale di Ancona. Carlo Alè, il capo della banda, arrestato il giorno dopo a Francavilla, sarà condannato all’ergastolo. Antonio Rapino, il basista della banda, fu condannato anche lui per reati di detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi. Morì il 6 agosto 1988 per affogamento nel mare Adriatico, a Ortona, suo paese natale.
Nel corso di tutto il pomeriggio culturale, durato per più di due ore, si è riaffermato da tutti il valore della memoria, per altro tenuta sempre viva a Civitanova Marche ogni anno, in occasione della tragedia, con manifestazioni pubbliche sul lungomare sud, intitolato a Sergio Piermanni e davanti alla stele, situata nella piazzetta della stazione. La commemorazione serve per rafforzare il principio della legalità e per stringersi attorno ai Carabinieri, alla Polizia, alla Guardia di Finanza, alle Guardie carcerarie, tutte le forze che garantiscono l’ordine pubblico.
Il libro, ha sottolineato il prof. Francesco Adornato, si presta anche ad una sceneggiatura. Andrebbe proposta la lettura nelle scuole, anche perché racconta, con passione e sentimento, una micro storia, ma che ha coinvolto tutta l’Italia, facendo uscire dall’anonimato due tranquille città di provincia: Porto San Giorgio e Civitanova Marche
Raimondo Giustozzi
P.S. La recensione del libro e il comunicato stampa sono nei due link riportati qui di seguito.
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