da Raimondo Giustozzi
Di Matteo Pugliese
Gli incendi alle centraline della rete dei treni di Parigi sono stati gestiti con una precisione militare talmente sospetta da far pensare a una matrice comune con altri eventi già accaduti in precedenza. Gli indizi portano al Cremlino
Dalla primavera di quest’anno i servizi di intelligence europei avvertono i governi del pericolo di una campagna di sabotaggi e azioni di destabilizzazione russe in Europa, a cominciare da roghi e manomissioni di infrastrutture che hanno colpito vari paesi. Ad aprile, in Germania, sono stati arrestati due individui russi naturalizzati tedeschi che spiavano le basi militari americane e preparavano sabotaggi ai trasporti di armi verso l’Ucraina.
Per questo motivo, il devastante sabotaggio subìto dalla rete ferroviaria francese nel primo giorno delle Olimpiadi di Parigi fa almeno sorgere il sospetto di una matrice comune. Per i roghi che hanno distrutto le centraline dell’alta velocità e paralizzato tre direttrici su quattro verso la capitale è arrivata una rivendicazione online, firmata da un collettivo che si definisce «una delegazione sconosciuta». Il comunicato è stato veicolato tramite la piattaforma Riseup con sede a Seattle, che spesso offre spazio alle rivendicazioni di gruppi antagonisti o anarchici di vari paesi. Tuttavia, chi ospita il comunicato non può sapere chi siano realmente gli autori dell’operazione. Il solo fatto che il più grave sabotaggio infrastrutturale degli ultimi anni in Europa non sia stato rivendicato da un gruppo con un nome che punta a raccogliere consensi per la sua causa dovrebbe far venire qualche sospetto.
L’operazione è stata gestita con una precisione quasi militare. Sono state identificate le quattro direttrici dell’alta velocità francese e i luoghi in cui incendiare le centraline per fermare i trasporti. Si tratta di località rurali lontane dalla capitale e distanti centinaia di chilometri l’una dall’altra: Croisilles vicino a Calais per fermare i treni da Londra, Pagny-sur-Moselle per bloccare quelli da Strasburgo e dalla Germania, Courtalain invece è stata scelta perché si trova esattamente alla congiunzione delle due linee che arrivano da Rennes e da Bordeaux.
Infine, il sabotaggio dell’importante linea Tgv che arriva da sud è avvenuto a Vergigny, in Borgogna, ma è fallito grazie a dei ferrovieri che si sono accorti di quattro uomini sospetti, fuggiti su un furgone. La polizia ha trovato alcune bottiglie con liquido infiammabile vicino a quella centralina. Una tale operazione implica un’organizzazione capillare su tutto il territorio nazionale, con cellule coordinate, ed è probabile che sia stata preceduta da sopralluoghi per identificare gli obiettivi esatti, sperduti nella campagna francese. Bisogna essere molto ingenui per credere che una simile operazione sia stata ideata, gestita ed eseguita da gruppuscoli anarchici o anticapitalisti, che di solito sono sorvegliati dalla polizia. O almeno che sia loro opera esclusiva.
Si tratta evidentemente di un’azione di destabilizzazione e guerra ibrida, che ha avuto un impatto enorme proprio nel giorno di inaugurazione dei Giochi. I sabotaggi possono essere messi in relazione con altri fatti recenti che hanno riguardato la Francia. Innanzitutto, l’arresto a Parigi del cuoco Kirill Griaznov, che secondo il controspionaggio aveva ricevuto indicazioni precise dai servizi di Mosca per gestire una “vasta operazione di destabilizzazione “durante le Olimpiadi. In questo caso sembra che la professione non fosse solo una copertura, ma si trattasse di un vero cuoco, avvicinato da funzionari dei servizi russi per manovrarlo sul campo.
Un’inchiesta di The Insider aveva fatto il nome di un altro chef russo, Vitalii Kovalev, apparentemente emigrato a New York con la passione della cucina, ma che in realtà era nell’intelligence. È stato arrestato in Florida mentre fuggiva su una Mustang inseguita dalla polizia. A bordo furono trovati congegni elettronici molto insoliti per un cuoco e Kovalev non seppe dare spiegazioni per la sua fuga. Si sospetta che sia coinvolto nella presunta operazione di radiofrequenze che hanno provocato la cosiddetta Havana Syndrome tra diplomatici e funzionari americani nel mondo.
Un secondo episodio molto preoccupante che ha riguardato la Francia risale al 3 giugno, quando un’esplosione ha ferito l’ospite di una stanza d’hotel all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. I soccorsi hanno trovato un giovane uomo con bruciature sul corpo e materiale per la fabbricazione di ordigni. Si trattava di un individuo di nome Maksim, nato nel 1998 in Donbas, che per gli ultimi due anni ha combattuto nell’esercito russo e attualmente si trova in prigione in Francia. Questo serio incidente, se collegato all’arresto del cuoco e ai sabotaggi ferroviari, lascia perlomeno ipotizzare una possibile regia russa di destabilizzazione durante le Olimpiadi.
Le indagini dell’antiterrorismo e del controspionaggio forse diranno se gli incendi alle centraline sono stati materialmente eseguiti da cittadini francesi degli ambienti antagonisti, ma questo non esclude un mandante esterno. È improbabile che un’operazione così rischiosa sia stata compiuta da russi su territorio francese. È possibile quindi che chi l’ha gestita si sia avvicinato a degli ambienti locali con gli stessi obiettivi politici e abbia instillato l’idea di un attacco clamoroso, guidando anche gli aspetti operativi.
Secondo un’inchiesta di Dossier Center, infatti, l’intelligence militare russa del Gru sta reclutando sabotatori in Europa anonimamente attraverso Telegram e TikTok. Spesso gli esecutori materiali vengono istigati da profili anonimi o tramite intermediari, ma restano all’oscuro dei reali mandanti che ispirano i loro piani. È avvenuto esattamente così per l’operazione delle stelle di David disegnate sui muri di Parigi da un gruppo di moldavi, reclutati via TikTok da un profilo gestito dall’imprenditore russo-moldavo Anatolii Prizenko, a sua volta manovrato dall’FSB. Le rivendicazioni di azioni eclatanti da parte di sigle inesistenti sono un grande classico delle misure attive e operazioni coperte.
Sappiamo che negli ultimi anni i servizi russi hanno perso colpi in Europa, con i loro operativi smascherati dal controspionaggio o persino da inchieste del sito Bellingcat. Da poco in Slovenia sono stati scoperti due agenti russi dell’SVR che vivevano a Lubiana sotto falsa identità argentina: Ludwig Gisch, in realtà Artëm Viktorovyč Dultsev nato in Baschiria, e Maria Mayer, alias di Anna Valeryivna Dultseva. Perciò Mosca si è decisa a usare manovalanza locale, almeno per le azioni più rischiose.
Oltre ai moldavi, sappiamo dell’impiego di cittadini bielorussi, serbi, bulgari, polacchi e lituani, ma anche di ultras da stadio e mafiosi, come nel caso dell’omicidio del pilota disertore in Spagna. La Russia è arrivata al punto di usare anche i migranti come arma di questa guerra ibrida, con conseguenze mortali. Infatti, un gendarme polacco ventunenne è stato ucciso da un migrante che dalla Bielorussia lo ha trafitto lanciando una picca rudimentale attraverso la recinzione.
Linkiesta, Esteri, 30 luglio 2024
Di Matteo Pugliese
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