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Italia Nostra contro il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.

Fonte Internet

Fonte Internet

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato, all’alba del 21 dicembre
scorso, un emendamento al Disegno di Legge sul bilancio della Stato che rappresenta un
clamoroso regalo di Natale a quella parte del mondo venatorio più estremista.
La norma introdotta prevede l’adozione di un non meglio definito Piano straordinario per la
gestione e il contenimento della fauna selvatica, il quale dovrebbe occuparsi di “coordinamento e
attuazione dell'attività di gestione e contenimento numerico della presenza della fauna selvatica
sul territorio nazionale mediante abbattimento e cattura.”
La norma, cancella i cosiddetti “metodi ecologici”, catture, dissuasori sonori ecc. incruenti, che
fino ad oggi dovevano prioritariamente essere applicati nel controllo di specie selvatiche che
creano problemi alle attività umane.
Con la nuova versione della legge, di conseguenza, l’unico strumento di contenimento numerico
previsto risulta essere l’abbattimento.
Abbattimenti che potranno avvenire ovunque, sia all’interno delle aree protette, sia in ambienti
urbani: parchi cittadini, viali, giardinetti ecc., anche al di fuori dei periodi di caccia. Immaginiamo
già persone armate appostate sui terrazzi delle abitazioni o in improvvisate altane costruite tra un
dondolo e uno scivolo per bambini e cinture sanitarie nelle aree di caccia per impedire la
circolazione delle persone. Le conseguenze per la sicurezza pubblica non è difficile da
immaginare.
Ma l’aspetto che desta ulteriore preoccupazione è l’annullamento dell’idea di ritenere l’ambiente
naturale un bene primario e collettivo, la cui salvaguardia deve essere un preciso dovere di ogni
amministratore pubblico, come previsto dall’art. 19 bis, di nuova istituzione.
La caccia potrà avvenire senza alcun limite, né territoriale, né di tempo e neppure di specie.
L’associazione della norma introdotta al contenimento del solo cinghiale è del tutto errata. La
norma, infatti, non parla del contenimento del solo cinghiale ma essa potrebbe essere estesa ad
altre specie, come altri ungulati fino a specie non oggetto di attività venatoria come lupi, orsi ecc.
Le attività di controllo della fauna, come recita la norma in approvazione, “non costituiscono
esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree
protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto”, dunque non
sottoposte alle limitazioni previste dalla Legge 157 che disciplina la caccia, salvo poi rivolgersi ai
cacciatori per la sua attuazione e successivo utilizzo a fini alimentari dei capi abbattuti.
Abbiamo appena cautamente gioito per l’introduzione della tutela della biodiversità e degli habitat
naturali all’interno dell’Art. 9 della nostra Costituzione che siamo costretti a rilevare come questo
emendamento, qualora fosse approvato, segue una strada diametralmente opposta, considerando
la fauna non come bene comune da tutelare ma come oggetto a disposizione di una esigua
minoranza che può disporne liberamente.
Inoltre, le scriventi Associazioni contestano con forza il metodo adottato per far approvare la
norma “libera caccia” all’interno e nelle pieghe di una legge di bilancio, con la quale nulla ha a che
vedere, la cui approvazione risulta così molto più semplificata.
Quindi, nessun confronto, nessun parere scientifico a supporto della norma stessa, nessuna
preoccupazione per una probabile procedura di infrazione a sui l’Italia sarà sottoposta da parte
dell’Unione europea, qualora la norma venisse approvata, i cui i costi ricadranno sull’intera
collettività.

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Le Associazioni chiedono quindi con forza che il provvedimento venga ritirato e si riservano, in
caso contrario, di adottare tutte le misure, anche giudiziarie, ritenute utili per evitare questa
ulteriore concessione alle istanze dei settori più retrogradi e oltranzisti del mondo venatorio.
La Alleanza della Associazioni Ambientaliste Marchigiane di: Club Alpino Italiano,
Federazione Pro Natura, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lega Abolizione
Caccia, Lega Anti Vivisezione, Lipu, Lupus in Fabula, Salviamo il Paesaggio, WWF.

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