riceviamo dal Circolo ACLI “Don Lorenzo Milani” – Recanati
Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Recanati ha approvato le opere di
adeguamento dello Stadio “Nicola Tubaldi” richieste dal Campionato di Serie C al quale
è stata promossa la Recanatese Calcio.
Con una inarrestabile crescita del numero delle famiglie povere, anche a causa del
forte aumento di acqua, luce, gas e carburanti; con le carenze della medicina territoriale
emerse per il Covid e da tutti lamentate anche a Recanati; con le scuole in costruzione
bloccate perché penalizzate dagli aumenti dei prezzi dei materiali; con il diffuso
malessere psicologico provocato dalla pandemia; con le difficoltà di un associazionismo
che svolge un ruolo fondamentale per la tenuta del tessuto sociale e per la coesione della
comunità e con molti altri problemi sociali, non è giusto investire tre milioni di euro
nell’adeguamento dello stadio.
Per il restauro della torre civica era stata aperta una sottoscrizione popolare che ha
dato buoni risultati; anche per l’adeguamento dello stadio si sarebbe potuto tentare la
stessa strada, coinvolgendo aziende e società del territorio. In questo modo, invece, per
oltre venti anni il bilancio comunale sarà soffocato dal debito assunto in questi giorni e
per oltre venti anni la città non potrà fare investimenti significativi nel sociale.
Deve essere chiaro che lo sport, soprattutto quello dilettantistico, svolge un
importante ruolo sociale; ma lo sport professionistico si deve reggere con il sostegno dei
privati: non può essere finanziato prosciugando il bilancio comunale. In queste situazioni
serve il coraggio di andare contro corrente, facendo anche scelte impopolari. Oltretutto
l’Amministrazione comunale ha deciso senza coinvolgere minimamente i cittadini e
senza aprire un dibattito in città. Sarebbe questa la partecipazione che era stata
promessa?
Vogliamo dire con chiarezza quello che nemmeno le opposizioni si azzardano a
dire: la decisione del Consiglio comunale è una scelta sbagliata; tanto più sbagliata per
una Amministrazione che si era dichiarata attenta al sociale.
Noi chiediamo che la stessa attenzione avuta per il calcio ci sia anche per gli altri
sport e per le attività di promozione sociale e che lo stesso impegno sia rivolto alle
famiglie povere e a tutti i cittadini più deboli: dagli anziani ai bambini, dai giovani alle
donne, dai disoccupati agli immigrati. E soprattutto esigiamo che lo stesso impegno sia
garantito per affrontare le carenze dei nostri servizi sociali e culturali: dalle scuole agli
asili nido, dalla biblioteca comunale ai musei, dall’ospedale alla casa di riposo e a tutti i
servizi socio-sanitari.
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