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Arte.it Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini

Madonna Benois Fonte Internet

Madonna Benois Fonte Internet

di Aurelia Serra

Mostra:”Donne nell’arte.Da Tiziano a Boldini.”

Brescia,Palazzo Martinengo.18 gennaio-7 giugno 2020

Visita del 15 febbraio (foto 1  Gaetano Bellei, colpo di vento, 1902 circa).

Già affascinante il titolo di questo ricco e prezioso percorso espositivo che mette in primo piano il ruolo della Donna nella storia dell’ arte italiana, in un periodo che abbraccia quattro secoli e stili diversi dal Rinascimento alla Belle Epoque.Alla mostra, curata da Davide Dotti, si accompagna la collaborazione  con la Fondazione Marcegaglia onlus che approfondisce, tramite appositi pannelli, tematiche di attualità sociale e mediatica, quali la disparità tra uomini e donne,il lavoro femminile,le violenze domestiche,l’emarginazione sociale,il coraggio,la resilienza.Tutto è suddiviso in otto sezioni.Mi sorprende,nulla è scontato!Questo sguardo sulla Donna,questa piccola grande storia del mondo femminile è un cammino in “questa metà del cielo “non sempre facile. Vedo dipinti antichi  attualissimi, nati nell’oggi. Sono esposte opere mai viste prima: questa mostra è un’occasione per la ricerca artistica, uno scrigno che aprendosi si rivela nel suo splendore. Madonne, peccatrici, lavoratrici, madri, sante e regine, eroine bibliche e mitologiche, gentildonne e popolane, pastorelle e lavandaie.Vite vere,reali.Contemplo, con passione e curiosità, fattezze di capolavorila cui bellezza mi avvolge, prende spazio in me la percezione evidente di quantola Donna sia da sempre (e per sempre!) il centro dell’ universo artistico e non solo!..,Il focus della mia attenzione da subito si indirizza sulla sezione della mostra il cui tema della maternità mi attrae ed emoziona sempre e, con prepotenza, mi invita ad una “Sana condivisione” con chi fa della nascita un elemento imprescindibile anche a livello personale.Incontro subito un’opera particolare   (foto 2 Ludovico di David, Atalanta e Ippomene, 1530).Un “desco da parto”:vassoio in legno istoriato,di forma poligonaleche, nella Toscana del Rinascimento, veniva offerto alle donne di alto lignaggio che avevano appena partorito;serviva per portar loro il cibo mentre erano costrette a letto.Le decorazioni dei deschi alludevano alla maternità o alle virtù femminili,illustrando sia soggetti sacri che profani, soprattutto mitologici quali quello esposto:Atalanta e Ippomene. E’ un episodio della mitologia greca descritta anche da Ovidio. La cornice arabescata molto elegante è spesso ornata con geometrie o stemmi gentilizi.Con l’opera “Maternità” di Egisto Lancerotto, foto 3 (1880 circa), mi trovo immersa nella quotidianità popolare, dove l’infanzia è vista come un elemento rasserenante che richiama il sentimento e l’ intimità familiare. Qui l’inquadratura è ravvicinata, lo sfondo sfumato e indistinto fa risaltare le figure avvolte da una morbida luce che accarezza la rotondità del piccolo in grembo alla mamma. In un reciproco scambio di sorrisi con la madre, il bimbo sembra scivolare per la sua vivacità,oltre che per la sua morbidezza,ed è intento a giocare con il medaglione ovale che, insieme ad un a croce d’oro, orna il petto della giovane mamma. Bellissima tela di Cipriano Cei: ”PrimoAmore”foto 4 (1889).Delicato, giocoso,di genere popolare su sfondo neutro è una piccola foto istantanea, una figura singola in posa.La giovanissima ragazza del popolo indossa il caratteristico scialletto sule sale e un’ampia gonna. In piedi, contro il muro tiene un bimbo in fasce,con un velo azzurro che spicca sul bianco. La fanciulla, ripresa quasi di nascosto, con gli occhi socchiusiin un momento di intimità,sorride piena di tenerezza alla vista del suo bambino o come è più probabile, vista la sua giovane età, del neonato elegante che le è  stato dato da cullare,  che le fa sognare un futuro di gioie materne.Altro dipinto dedicato alla poetica degli affetti, specie quelli materni è: ”Gioie materne”(1890 circa )foto 5di Vincenzo Irolli:dense pennellate intercalate da colore vivido ed effetti di controluce e luce radente. Mi colpisce la poesia che si adatta alla semplicità della vita quotidiana e alle immagini che aderiscono a questa realtà.Baci tra madri e figli, abbracci fraterni, giochi di bimbi.La sua pittura non ha la freddezza di un’ inchiesta sociale, è un’ immagine intensa,calda che si cala all’ interno dei valori più semplici.L’attimo così si cristallizza e si fa contemplare nella sua poliedrica essenza.Meraviglia!Il tema dello svago, nella ”Dolce serenata”(1890 -1900)foto 6di Giovan Battista Torriglia, si cala in una calda e rassicurante dimensione di gioco mamma-bambino. La giovane popolana ligure suona la fisarmonica al suo piccolo che, adagiato in una cesta,la contempla con dolce attenzione, una danza visiva” bonding” di note ed affetto!Dal muro spoglio prendono vita le figure piene di forma e colore. La luce diffusa ed uniforme crea ombre marcate.Il colore sfumato amalgama persone ed ambiente. L’ immagine è sospesa, rarefatta, senza tempo. Le figure sembrano compiere un rito antico, solenne e i sentimenti privati acquistano una dimensione di valore universale! Questa mostra, con la varietà di tematiche importanti ed attuali,di generi artistici ed epoche diverse, è un meraviglioso patrimonio da godere ed assaporare, che mi ha dato una visione originale del rapporto tra arte e mondo femminile e su come gli artisti hanno saputo cogliere, e quindi presentare, lo sguardo e                              l’infinito animo femminile. Ogni dipinto trascina in sé una storia originale e definita. L’arte è veicolo di bellezza,cultura, profondità, contemplazione e riflessione;i temi che affronta lo sono in egual modo attraverso la loro forza espressiva e le  emozioni intense che regalano a ciascuno di noi !

 

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“La Madonna Benois dalle collezioni dell’Ermitage”

 

Prestito eccezionale dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo,la “Madonna di Benois”(olio su tavola trasportato su tela 48 x 31 cm),  FOTO – di Leonardo da Vinci (Vinci 1452 – Amboise 1519) ,uno dei capolavori giovanili del genio del Rinascimento,torna in Italia dopo 35 anni dalla sua unica esposizione.L’appuntamento è una delle iniziative che celebrano il quinto centenario della morte del Genio fiorentino.La Madonna Benois,deve il suo nome alla famiglia che a lungo ne fu proprietaria,i Benois,che a sua volta l’aveva acquistata nel 1824 ad Astrakan da un mercante di nome Sapoznikov.Si trova nel museo russo dal 1914.Icona conosciuta nel mondo,è un’opera chiave del giovane Leonardo.Dipinta con ogni probabilità tra il 1478 e il 1480, segna la sua indipendenza dallo stile e dalla formazione di Verrocchio, nella cui bottega il maestro era entrato circa dieci anni prima: un manifesto di quella “maniera moderna”di cui l’artista fu iniziatore.                                                                                                                               “La Madonna è scesa dal trono su cui gli artisti del quattrocento l’avevano posta e si è andata  a sedere su una panca,in una stanza di casa abitata”; afferma Tatiana Kustodieva, dell’Ermitage. All’età di 26 anni,l’artista rompe con la tradizione e inventa una nuova figura di Maria: non più l’imperturbabile Regina dei Cieli, ma una semplice,dolcissima madre che gioca con il suo bambino.Questa piccola opera, per me scrigno d’emozioni e festa dei sentimenti, è poesia pura;mostra Maria con il Bambino sulle ginocchia  che cerca di afferrare il fiorellino che Lei tiene in mano(secondo alcuni i 4 petali del fiore sarebbero un’allegoria della futura crocifissione)cercando di coordinare i movimenti e lo sguardo come è tipico dei bebè, sullo sfondo di una stanza scura rischiarata da una bifora aperta sul cielo. Per Leonardo il Bambino era un bambino vero, con la sua morbida elasticità che manifesta in una gioia puramente fisica. In questo dipinto nel Bambino subentra una serietà consapevole, i ruoli qui sono scambiati. Ora è il Bambino che sa ed è la Mamma, che, almeno per un attimo dimentica. Un mondo di dolcezza inesauribile e inenarrabile, lo slittamento del rapporto della Madonna con Gesù in quello umanissimo della madre con il figlio.La pittura di Leonardo mi trasmette calore, emozioni, dolce melodia e grazia in Maria e nella sua incontenibile felicità di Madre:un “bonding spirituale”.La Vergine esprime una così compiaciuta e piena spiritualità al punto da sciogliersi nell’amorosa visione del figlio. Mai un artista aveva rappresentato lo stato d’ animo di una donna rivelato nel sorriso come nella Madonna Benois.Esempio magistrale di pittura psicologica:protagonista non è l’armonia estetica,la perfezione delle forme,ma l’interiorità che si esprime nella morbidezza fisica.Leonardo si fa psicologo e ci trasmette una condizione interiore, intima,prima della bellezza esteriore apre nuovi orizzonti alla pittura dell’ anima, della mente, dello spirito come la luce purissima del cielo che attraversa la finestra in alto alle spalle della Vergine. Stato di beatitudine che mi parla nel silenzio. Il gesto pieno d’affetto del fiore offerto dalla madre al bambino manifesta un rapporto gioioso,giocoso.E’ la pienezza degli affetti che il pittore sigilla,con una semplicità che apre una strada nuova all’arte.Mi incanta “l’innocente felicità”che pervade questa piccola opera(per dimensioni!), ma di infinita luce,sorriso,gioia unita dallo scorrere della luce all’ ombra, per me di grande e solenne intimità ed inedita familiarità.

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