appello di Pablo Echaurren Artista
Frigolandia, a buon diritto, dovrebbe, potrebbe essere da subito inserita tra i “luoghi del contemporaneo” riconosciuti e protetti dal ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Ci sono luoghi che sono tanto della memoria quanto della vita reale, della vita quotidiana. Luoghi in cui l’arte esiste non per essere ammirata e contemplata astrattamente ma per essere usata, impugnata, scagliata contro le consuetudini.
Musei abitati, zone in cui i segni si sono accumulati per essere condivisi con gli altri, laboratori di esperienze messe a disposizione di chi vuole servirsene. Frigolandia è uno di questi posti.
Dal 2005 a Giano dell’Umbria si è insediata una colorata comunità legata ad una ormai storica rivista, “Frigidaire”.
Frigolandia, detta anche Città Immaginaria dell’Arte Maivista, poco a poco è cresciuta divenendo un polo di attrazione per giovani matite del fumetto italiano, per nuove penne della satira, per artisti fuori dagli schemi usuali che intendono percorrere la strada di una visibilità incerta e non condizionata da tendenze e altre credenze.
Ora, proprio in piena emergenza covid, il Comune di Giano dell’Umbria, ha emesso un’ordinanza di sgombero contro cui Frigolandia ha presentato ricorso al TAR. Ma la questione non può essere affidata alle sole carte bollate.
“Frigidaire”, di cui Frigolandia rappresenta l’estrema propaggine, è stata la più fenomenale e vitale rivista controculturale e super culturale sin dagli anni ’80. Sulle sue pagine il fumetto sperimentale e non banale ha trovato ospitalità assieme a provocazioni e sollecitazioni di ogni genere, iscrivendosi di diritto (mutati i tempi e gli strumenti) nel solco della grande tradizione delle avanguardie novecentesche, quella che da “Lacerba” arriva fino ad “Alfabeta”. “Frigidaire” ha rappresentato un’epoca in cui l’Italia, il fumetto italiano, ha trainato l’innovazione stilistica nel mondo intero, lo svecchiamento dei canoni, l’indicazione di una nuova maniera.
Oltre al suo indubbio valore di memoria artistica, Frigolandia ovvero la Repubblica della fantasia ha prodotto riviste, video, pubblicazioni, ha organizzato mostre e incontri in varie città divenendo un vero e proprio laboratorio creativo che dà voce a scrittori, illustratori, fumettisti, fotografi, videomaker, musicisti, i quali continuano, innovandola, l’opera di quanti hanno contribuito alla nascita di “Frigidaire” e de “Il Male”.
Chiudere Frigolandia equivarrebbe a distruggere il punto di riferimento di un segmento significativo della nostra storia grafica e giornalistica, negando a questi nostri anni cupi uno spazio utile a disintossicarsi.
Un’area non protetta in cui si esercita liberamente l’immaginazione, in cui è possibile emanciparsi dal già visto per rigenerarsi nel Maivisto, una definizione inventata nel 1985 da Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna.
Frigolandia, a buon diritto, dovrebbe, potrebbe essere da subito inserita tra i “luoghi del contemporaneo” riconosciuti e protetti dal ministero per i Beni e le Attività Culturali.
https://www.frigolandia.eu/?q=node/41
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