di Alessandro Porto
Cerchiamo di comprendere se esso sia effettivamente da considerarsi come l’evoluzione della poesia e se dunque i rapper siano o meno considerabili i poeti del nuovo millennio.
Due parole sul rap
Il rap è un genere musicale basato sulla caduta prosodica delle parole, la quale deve accordarsi con le percussioni della base musicale, il così detto beat. Per dirla facile, gli accenti delle parole che compongono il verso, detto barra, devono assecondare il ritmo dato da cassa e rullante, un ritmo fissato sui 4/4. Particolarmente importante è che l’accento principale della parola-rima cada esattamente sul rullante. Facciamo un esempio, citando i seguenti versi, tratti da ‘Il cielo nella stanza‘ di Salmo:
“Ho il sole in faccia se ridi
Sei bella pure se gridi
Giuro, posso darti molto più/ di ciò che sottolinei nei libri.”
Il rullante, nei primi due versi, cade esattamente sulla prima sillaba delle parole rì-di e grì-di, appunto sfruttando l’accento forte della parola. Nell’ultimo verso, composto in realtà da due parti, il rullante cade sulla parola più, che pur non essendo una parola-rima asseconda il ritmo, essendo una parola tronca, e sulla parola lì-bri, che è in assonanza con le prime due barre.
La metrica nel rap, ovvero il flow
La metrica, ossia il ritmo nelle parole, nel rap prende il nome di flow e può assumere molte forme differenti, sfruttando variamente l’utilizzo delle rime. I rapper usano infatti molte tipologie di rima tipiche della tradizione poetica, quali la rima baciata (AAAA), la rima alternata (ABAB) e la rima abbracciata (ABBA). L’alternarsi di queste tecniche all’interno di un testo rap, dà vita a diversi stili e ritmi, che distinguono un artista dall’altro. Nel rap, la metrica, come abbiamo appena visto, risulta una parte fondamentale, quindi uno dei primi requisiti del testo poetico è rispettato. Se vi aggiungiamo l’abbondante utilizzo di figure retoriche, potremmo definitivamente sostenere, che rap e poesia siano in sostanza figlio e padre.
rap e poesia
Rap e poesia, forme diverse, stessi contenuti
Per ciò che concerne i contenuti, la questione si fa assai più delicata, ma per una semplice ignoranza nei confronti di una e dell’altra disciplina. Tanto nel rap quanto nella poesia, i testi parlano liberamente di ogni aspetto dell’umano, a discrezione dell’autore. Ecco che ad un “Tre cose solamente m’enno in grado/ […]/ cioè la donna, la taverna e il dado.” di Cecco Angiolieri, corrisponde più o meno un moderno “Oggi non faccio un cazzo/ […]/ ricordo che eri bellissima,/ tutta ubriaca e fattissima.” di Jesto. Non mancano però anche esempi di alta espressività lirica: “La legge di Murphy/ la pelle coi graffi/ in camera con le emozioni che mi prendono a schiaffi.” di Gemitaiz, ricorda vagamente il ben noto “O cameretta che già fosti un porto/ a le gravi tempeste mie diürne,/ fonte se’ or di lagrime nocturne,/ che ’l dí celate per vergogna porto.” di Petrarca. A cambiare, in sostanza, non è tanto il contenuto, quanto l’immediatezza delle immagini utilizzate.
Invia un commento