Riceviamo e pubblichiamo la nota del movimento Uniti per Porto Recanati
Siamo al secondo anno di Amministrazione Mozzicafreddo, alla seconda stagione estiva e al secondo
Natale archiviati, e sebbene non sia ancora il tempo di fare bilanci definitivi, possiamo senz’altro dare un
giudizio su quale sia stata sin qui l’impronta di questa maggioranza.
La sensazione più marcata è che in città esistano due mondi paralleli: uno virtuale e l’altro
drammaticamente reale. Se da una parte l’Amministrazione continua a raccontarci di fasti e glorie, il
confronto con il quotidiano ci mostra storie diverse.
Il favore meteorologico e l’assenza di eventi naturali straordinari hanno messo una grossa toppa ad una
stagione estiva caratterizzata da un cartellone che si è sbriciolato, evento dopo evento, al ritmo di
continue defezioni.
Si prospetta il terzo anno senza bandiera blu, obiettivo già raggiunto nei primi cento giorni di governo della Porto Recanati virtuale, mentre l’unico vessillo di cui possiamo attualmente fregiarci è quello di “città dello sporco”.
Nella città virtuale la sicurezza è garantita, il vicino ci controlla, e le forze dell’ordine ci proteggono; nella
Porto Recanati reale rischi lo scippo in pieno centro e non puoi nemmeno chiamare i carabinieri perché ti
sfilano anche il telefono: il vicino, intanto, si fa i “traffici” suoi.
Il successo del Natale è stato misurato con il numero di persone che si sono fatte il selfie con la renna, il cui merito peraltro è di Portorecanatié, non dell’amministrazione. I negozi al dettaglio soffrono la crisi tanto che diverse attività del centro hanno chiuso o si accingono a chiudere i battenti, preferendo trasferirsi nei comuni limitrofi.
Nella città virtuale si esaltano gli interventi strutturali “per valorizzare gli spazi da dedicare alla cultura”; in quella reale si ospitano personalità di livello nazionale in un corridoio.
Nella città virtuale si asfalta con il caldo estivo e il sacrificio sarà ripagato; in quella reale dopo il caos di
luglio siamo a gennaio e, per la gioia dei commercianti, si sparge ancora catrame. Sui pochi avventori
rimasti, poi, incombe la multa di 25 euro.
Nella città virtuale i rapporti con gli Istituti di Partecipazione continuano ad essere idilliaci; in quella reale
intanto, dopo Castennou, si è dimesso anche il comitato del Quartiere Centro.
Nella Porto Recanati virtuale l’aria è fresca e l’acqua è pulita; in quella reale ci siamo giocati le palme con il punteruolo rosso, i pini con la processionaria e, a distanza di mesi, nessuno sa dirci di che cosa siano morti i pesci del laghetto Volpini: l’ipotesi più attendibile rimane il suicidio di massa.
Nella realtà virtuale un imprenditore demolirà il “mostro” e realizzerà una città nella città nei terreni che
circondano l’Hotel House; nella città reale gli investitori non ci sono più e le casse comunali piangono il
mancato versamento dell’IMU.
Ma il futuro sorride alla città virtuale, i problemi del commercio saranno risolti d’incanto da un privato che realizzerà la nuova galleria commerciale al piano terra del Kursaal, all’edilizia ed al turismo ci penseranno i russi, il porto si farà e vivremo tutti felici e contenti.
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