di Lorenzo Spurio
La poetessa e scrittrice marchigiana Luciana Salvucci, già dirigente scolastica, ha di recente dato alle
stampe un libro interamente dedicato a padre Matteo Ricci (Macerata, 1552 – Pechino, 1610), suo celebre
conterraneo elevato agli onori di “Venerabile” nel dicembre 2022 da Papa Francesco. In Cina, in particolare
a Pechino dove arrivò per la seconda volta nel 1610 e rimase fino alla morte, fu portatore della cultura
umanistica e scientifica dell’Europa. “Lì Mǎdòu”, come chiamavano Matteo Ricci in Cina (il suo nome nella
traduzione in cinese mandarino), “si presenta in qualità di europeo”, scrive Fang Hongjing in Qianyi lu 千一
录 (Uno su mille), edizione stampata durante il regno di Wanli. Ricci rileva delle somiglianze tra la cultura
confuciana e le filosofie greca e latina; inoltre, il tema dell’amicizia è presente anche nel confucianesimo,
rendendo possibile un dialogo tra la sapienza cinese e quella europea, attraverso argomentazioni razionali.
Il ricco e approfondito volume, che è anche un ricco compendio di interventi di altri studiosi, s’intitola La
forza del dialogo. Matteo Ricci, ponte tra Europa e Cina ed è stato edito dalle Edizioni Cantagalli con il
contributo della Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali (DG-ERIC) del Ministero della
Cultura (MIC). Dario Grandoni, Presidente della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci, con il quale
si è collaborato per la pubblicazione, è autore della Postfazione.
Ha nella prima parte i saggi di Frediano Salvucci, Francesco Solitario, Antonio Spadaro e Antonio De
Caro, Andrea Fazzini.
La Salvucci, che si è in precedenza occupata di saggistica, narrativa, poesia e teatro, ha approfondito
tematiche legate alla pedagogia della formazione, alla comunicazione di massa e al rapporto tra scienza e
letteratura, sia in ambito prettamente saggistico che artistico-culturale.
Nell’introduzione di questo nuovo lavoro, a firma dell’Autrice, vengono chiariti i motivi di tale
approfondimento che sono da ricercare nella versatile figura di padre Matto Ricci che, oltre a evangelizzatore
cattolico nel mondo orientale e celebre sinologo, fu appassionato costruttore di ponti umani, di legami tra
culture, come pure tra scienze spesso pensate distanti e impermeabili tra loro.
L’età nella quale padre Matteo Ricci si colloca è il Rinascimento, in quell’età fertile di scoperte e nuove
conoscenze, dettata da due fatti d’indiscutibile valore: la nascita della stampa (la prima stamperia, quella di
Gutenberg, sorse a Mainz, ovvero a Magonza, nel 1448) che, con l’età degli incunaboli (1450-1500), segnò
la nascita del mondo proto-editoriale e diede avvio a un’ampia diffusione dei saperi e la scoperta
dell’America (1492) che diede impulso alla stagione delle grandi navigazioni e della scoperta dei Nuovi
Mondi.
Padre Matteo Ricci, gesuita, visse gli influssi di entrambe le esperienze: in campo editoriale la sua opera
di catechesi cattolica tradotta in cinese fu una delle prime prove decisive della stampa di testi religiosi col
motivo evangelizzatore in contesti ben distanti dalla Vecchia Europa. D’altro canto, fu immerso anche nelle
nuove rotte verso i territori dell’Oriente. Egli stesso fu cartografo e, una volta giunto e impiantatosi in Cina
(esattamente a Macao) nel 1582 non abbandonò più il Paese sino alla sua morte, avvenuta nel 1610. Venne
sepolto a Pechino.
Fu esperto di scienze ma anche di lettere, pervaso da un atteggiamento conciliante e arricchente tra
dottrine ed esperienze diverse. Come ricorda la quarta di copertina, il religioso favorì “la relazione tra le due
civiltà più importanti della storia del tempo: l’Europa cristiana, impregnata di Umanesimo e di
Rinascimento, e la Cina, sotto la dinastia dei Ming”.
Le pagine del volume, con la preziosa prefazione di Luigi Lacchè, già Presidente dell’Istituto Confucio
dell’Università degli Studi di Macerata, consentono di esaminare con attenzione la figura di padre Matteo
Ricci e le sue spiccate doti umane, filantropiche e sociali, la sua figura di lucido conciliatore le cui tesi sono
state fatte oggetto di dialoghi, conversazioni tra più parti, confronti. L’Autrice ha, infatti, rivelato: “Quello
del dialogo è un genere letterario molto conosciuto sia nella tradizione cinese che in quella occidentale, per
questo viene spesso utilizzato dai missionari gesuiti”.
Nel maggio del 2023 nella facciata della cattedrale della città natale di padre Matteo Ricci – Macerata –
sono state inaugurate due imponenti statue, dono delle comunità cattoliche dei cinesi, realizzate nella
provincia dell’Hebei. Esse raffigurano rispettivamente lo stesso Ricci e Paolo Xu Guangqi (1562-1633) noto
letterato cinese attivo alla corte dei Ming, amico di Ricci e ritenuto suo discepolo e primo iniziatore della
comunità cattolica di Shangai. Il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Parolin, che ha presieduto la
celebrazione eucaristica, ha parlato in quel contesto di un “incontro nell’amicizia che genera amicizia”, un
simbolo positivo da prendere come ispirazione.
Lorenzo Spurio
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