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Sei nuovi libri da leggere a inizio 2022

Telmo-Pievani Fonte Internet

Telmo-Pievani Fonte Internet

Serendipità. L’inatteso nella scienza

Telmo Pievani

Scienza

Raffaello Cortina Milano

2021

Pag. 254euro 15

Valerio Calzolaio

 

Da migliaia di anni. Ovunque può davvero capitare. La parola “serendipità” (Serendipity) sboccia da un fraintendimento, dallo scrittore inglese Horace Walpole (1717-1797) che a metà Settecento intende male un antichissimo schema narrativo favolistico, una novella sapienziale forse di origine araba (Sarandib o Serendib era il nome persiano dell’isola Sri Lanka, Ceylon o Silan), intrisa di astuzie e finzioni, di prove iniziatiche e associazioni abduttive, assegnandole il significato di una scoperta dovuta a “sagacia accidentale”. L’interpretazione è errata: in tutte le precedenti diramazioni letterarie la parola “caso” compare una sola volta e nessuno scopre ciò che non stava cercando.Walpole usa il termine una sola volta, con un tocco di autoironia, scelto più per la musicalità bizzarra ed esotica, senza altre determinazioni del concetto, circa la natura dell’oggetto scoperto, le competenze dello scopritore, alcuni esempi concreti e la frequenza del fenomeno. Una seconda tradizione interpretativa, parallela e indipendente, emersa in tempi più o meno coevi, si deve a Voltaire(François-Marie Arouet, 1694-1778) che sottolinea, invece, la “sagacia indiziaria” (alla radice del romanzo poliziesco come lo conosciamo oggi). Il termine va, poi, quasi in letargo per oltre un secolo, riemerge a fine Ottocento e il lemma viene inserito nell’Oxford English Dictionarydel 1913, finché nel corso del Novecento la parola e il concetto di serendipità sfondano la barriera invisibile e vengono utilizzati in ambito scientifico, pur con forti ambiguità e differenti accenti, un carnevale alla moda di usi e significati, risultando comunque ancor oggi cruciali per la spiegazione storica di innumerevoli scoperte in quasi tutte le discipline e per la stessa filosofia della scienza.

Il grandeTelmo Pievani (Bergamo, 1970) fu allievo di uno straordinario scienziato americano(Stephen Jay Gould, 1941-2002) e oggi è lui stesso maestro di cultura scientifica universale, docente di Filosofia delle scienze biologiche e prorettore a Padova, direttore di Pikaia (il portale italiano dell’evoluzione), direttore del magazine Il Bo Live, protagonista di rappresentazioni teatrali e trasmissioni televisive di successo. L’autore mette in ordine le interpretazioni sin qui storicamente sedimentate e differenzia quattro accezioni di serendipità in base al peso che ciascuna di esse assegna al caso: massima accidentalità; scoprire qualcosa di prezioso cercando altro (Walpole); scoprire quasi casualmente qualcosa di prezioso cercandolo altrove; quasi nessuna accidentalità, solo abduzione, ovvero lavoro logico d’indagine a ritroso sui rapporti di causa ed effetto nei fenomeni (Voltaire e Sherlock Holmes), evoluto probabilmente come adattamento antipredazione. Per analizzarle viene riesaminata tutta la letteratura scientifica sull’argomento teorico, oltre che vicende reali, contesti sociali e aneddoti tramandati di centinaia di casi di “scoperte” dei vari tipi in tutti i campi, dalla medicina all’astronomia, dalla paleontologia alla biologia evoluzionistica, dalla fisica alla chimica e alla matematica. Capiamo così meglio la storia sociale delle ricerche scientifiche e le intenzionalità logicamente determinate, l’importanza delle domande del ricercatore e delle menti preparate, il ruolo preponderante della contingenza serendipitosa, il peso possibile di errori e dimenticanze, le eventuali anomalie degli accidenti e dei sogni, insomma l’ecologia della serendipità. La specie umana è un’enciclopedia di exaptation (Gould), di riuso ingegnoso e opportunistico di strutture già esistenti. L’ignoto è e sempre sarà sterminato, ma la vera ignoranza non è l’assenza di conoscenza, ma il rifiuto di acquisirla, di usare (insieme e democraticamente) il metodo sperimentale e la razionalità. La serendipità va coltivata.

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione Léon

 

Léon

Carlo Lucarelli

Noir

Einaudi Torino

2021

Pag. 207euro 17,50

Valerio Calzolaio

 

Bologna (e dintorni). Da novembre a marzo (scorsi). I carabinieri trovano l’infermiera 21enne Marta Leosetti sotto il lavandino della cucina, incastrata tra il tubo di scarico e i detersivi. Le due camere sono vuote, in bagno nella vasca ci sono due cadaveri immersi nel sangue, i coinquilini Paolone e Lorenza. Siamo fra le casette a schiera ricavate dai padiglioni del vecchio manicomio di Imola, quando l’hanno dismesso; si tratta di una residenza psichiatrica giudiziaria e in quella villetta era stato detenuto per quasi dieci anni, stabile e sotto controllo, l’Iguana, il serial killer cieco Alessio Crotti, che ora è scomparso. Subito trasferiscono in un luogo segreto, a Monteombraro sull’Appennino, l’ispettrice capo Grazia Negro, che l’aveva fatto catturare oltre dieci anni prima e che da trentatre settimane aveva mollato polizia e mostri per mettersi in aspettativa e diventare mamma single da un donatore. A lei dopo un cesareo sono così appena nate due gemelle all’Ospedale Maggiore di Bologna, via tutte e, poco dopo, portano nel casolare isolato pure il 35enne Simone Martini, ex compagno non vedente (dalla nascita) di Grazia che a suo tempo l’aveva aiutata nell’indagine e che da più di un anno sta chiuso in casa quasi senza rispondere al telefono e incontrare nessuno, facendo però tanto allenamento di pesi ed esercizi fisici in una stanza arredata da palestra, eremita del fitness. Poi c’è qualcun Altro che assomiglia a Ray Cooper, gira in taxi e sembra coinvolto, però agli inquirenti non torna quasi niente in questa storia, molti sono destinati a pagarne un caro prezzo.

Il grande poliedrico scrittore, oltre che sceneggiatore e conduttore televisivo, Carlo Lucarelli (Parma, 1960) torna periodicamente sui suoi principali personaggi. Grazia Negro è già stata protagonista in Lupo mannaro (1994 e 2009), Almost Blue (1997, con Simone),Un giorno dopo l’altro (2000), Il sogno di volare (2013) e in altri racconti. Nel nuovo bel romanzo (2021) siamo in piena pandemia, il viaggio sembra emotivo e sensoriale, i volti del trucido male sono abbastanza coperti. La narrazione è asciutta e mista, con continui colpi di scena e cambi d’umore: in terza varia al presente e al passato, in prima varia sempre al presente. Grazia è il prisma attorno a cui tutti ruotano, proprio quando lei vorrebbe non far più la cacciatrice di persone pessime, ha scelto di isolarsi e, con la fecondazione artificiale, di fare la mamma e basta, godersi almeno le prime settimane delle figlie, non mollarle neanche un attimo, allattarle per quel che può, dedicarsi loro in via esclusiva e trovar il nome a entrambe visto che non ha fatto in tempo a decidere nemmeno quello. Una qualche musica si ascolta in tutti gli ambienti, con tutti i sensi allertati, pur se a scandire la vicenda è la canzone d’amore criminale (omonima del titolo) Léon della rock band dei Melancholia (2021), mentre chi uccide si intrattiene o estrania con i versi di Lost Umbrella (2020) e Amandoti (1990).

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione Rifugiati

 

Rifugiati. Verità e falsi miti. Dati, analisi e storie vere per demolire pregiudizi e luoghi comuni

Carlotta Sami

Politica

HarperCollins Milano

2021

Pag. 148euro 16

Valerio Calzolaio

 

Mondo. 1948-2021. I rifugiati sono persone in fuga da conflitti armati, violenze, persecuzioni, discriminazioni per motivi politici, di orientamento di genere, religioso o di appartenenza etnica. La condizione di rifugiato è soggettiva e ha a che fare non solo con la nazionalità originaria, ma anche e soprattutto con la condizione del singolo individuo nel paese di cui è cittadino ma dal quale non riesce a ottenere protezione. Questi principi sono maturati in millenni di storia umana e dopo la seconda guerra mondiale sono divenuti regole della convivenza internazionale, normeaccolte e registrate in trattati internazionali. La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu approvata dalle Nazioni Unite il 28 luglio 1951, entrò in vigore il 22 aprile 1954 e fino a oggi è stata ratificata da 144 stati. Fu a quel tempo creato anche un Alto Commissariato Onu per i rifugiati, costituito nel 1950 con un mandato di soli tre anni riferito alla sola Europa. Di lì a poco sono scoppiati ulteriori conflitti e sono emerse nuove situazioni persecutorie. La missione dell’Unhcr si è prolungata nel tempo, dura ancor oggi (meritoriamente), e si è allargata a tutto il mondo, abbraccia almeno 135 paesi per un totale di oltre 80 milioni di rifugiati interni e internazionali nel 2020, persone cui è stato concesso l’asilo che hanno richiesto, non necessariamente nel primo paese sicuro in cui sono giunti e con la garanzia conseguente di non essere spinti verso un paese (come il proprio) in cui la vita libera potrebbe essere a rischio. Ecco, allora, la differenza (non solo formale) con un migrante, che è invece colui che sceglie di lasciare il proprio paese con un certo margine di libertà.

La portavoce per l’Italia dell’Unhcr Carlotta Sami (Milano, 1971), dopo la laurea in Giurisprudenza nel 1995 e un dottorato in Teoria Generale del Diritto nel 1998, ha iniziato a lavorare per varie organizzazioni internazionali, primo incarico da volontaria in Palestina ad Abu Dis, Gerusalemme Est. Con il suo interessante libro cerca ora di centrare un doppio obiettivo: chiarire i tanti fraintendimenti in materia e contribuire a liberare i rifugiati dalle strumentalizzazioni di cui sono vittime, soprattutto dall’odio ignorante e senza scrupoli che li travolge. Ci riesce con chiarezza e tanti esempi concreti, prendendo di petto da una parte le falsità che li infangano (sono tutti finti, non hanno voglia di lavorare ma ci rubano il lavoro, finiscono tutti per commettere crimini, l’Europa ci lascia da soli), dall’altra partele domande preoccupate che alcuni cittadini italiani si fanno: “perché vengono tutti qui invece di tornarsene a casa loro?”; “sono davvero così disperati?”; “come faremo ad accoglierli tutti?”; “perché l’UNHCR non fa di più?”; “cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro?”; pure accennando alla contingenza della pandemia e alla strutturalità delle migrazioni forzate dai cambiamenti climatici antropici globali. Ovviamente, l’attenzione è molto concentrata sullo status dei refugees e, quindi, meno approfonditi sono gli aspetti complessivi del fenomeno migratorio antico e contemporaneo (fino ai recenti Global Compact), diacronico e asimmetrico, aspetti che in larga parte riguardano tutti i migranti, compresa la parte più piccola dei profughi, refugees, internally displaced people e altri.

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RecensioneCertezza di Cose Che Si Sperano

Certezza di Cose Che Si Sperano

Paolo Nobile

Noir

Paolo Nobile Amazon

2020

Valerio Calzolaio

2

 

Milano. Quasi Pasqua, una settimana di marzo di qualche anno fa. All’alba in auto un uomo trasporta in campagna, fra alti cespugli alla base di un traliccio di metallo, il cadavere di Morgana, la donna di circa trent’anni che ha inseguito e ucciso. Il commissario Gionata Comitis e la dura sexy ispettrice Isotta Ales cominciano a occuparsi del caso, lei è ancora scossa dall’incidente non fortuito occorso quindici giorni prima al compagno Delio, giornalista e scrittore, stavano insieme da sei mesi, lui vedovo con il padre Enea dirigente di polizia in pensione e un figlio Tito di otto anni. Mentre era sulla scena di un altro delitto, una donna per difendersi aveva accoltellato lo spacciatore che stava facendo prostituire la figlia adolescente, Isotta è stata avvisata dalla Polizia Municipale, una betoniera aveva investito l’auto, c’era pure una donna seduta davanti, morta, e a Delio hanno portato via il computer. L’identità della nuova vittima in campagna non è nota agli inquirenti, l’hanno ritrovata per caso due bravi cittadini extracomunitari costretti a girare a piedi per strade sterrate, hanno subito chiamato il 112 ma sono stati fermati, sono privi del permesso di soggiorno. Alle indagini collabora anche il bell’ispettore Aris, appena lasciato dalla moglie Leda. I tecnici della scientifica stanno facendo i rilievi, tutto è abbastanza ingarbugliato, i crimini hanno (sempre) qualcosa in comune.

Il cinquantenne Paolo Nobile, ingegnere aeronautico mancato, ex fotografo editoriale e pubblicitario, appassionato di cinema e letteratura, cuoco provetto, è all’esordio nel romanzo: ventisette brevi capitoli, alcuni di pochissime righe, narrati in terza persona varia al tempo presente, soprattutto su Isotta e le significative relazioni che sa intrattenere. Una specie di sceneggiatura cinematografica o televisiva (spesso senza i verbi, ovviamente) si alterna a dialoghi spezzettati, sempre frasi secche o sul contesto scenografico o sui crudi fatti o sulle impressioni dei personaggi, perlopiù con varie sincopate scene diverse e lontane all’interno dello stesso capitolo. La lettura ne risulta talora faticosa, mancano i ritmi (e le musicalità) del racconto piano e ordinato, senza che lo sdrucciolevole disordine sia funzionale alla trama noir e agli intrecci vitali. Emerge, comunque, progressivamente la personalità di un cattivo sui generis, il volto coperto dal cappuccio della felpa, il corpo alto e forte, la psiche stravolta da un’irreparabile ingiustizia e dalla conseguente solitudine, il bisogno di vendetta che incrocia i misteri e le poche speranze, i test e le poche certezze intorno alla poliziotta (da cui il titolo).

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione ETI

 

ETI

Pietro Greco

Doppiavoce Napoli

2020

Pag. 145 euro 13

Valerio Calzolaio

 

Prima o poi. Altrove. La storia della ricerca con metodo scientifico di intelligenze extraterrestri, ovvero di SETI (Search for ExtraTerrestral Intelligence), risale al mattino dell’8 aprile 1960, quando il 29enne Frank Drake riesce finalmente a puntare l’enorme telescopio dell’osservatorio della West Virginia verso Tau Ceti (una stella ad appena 11,9 anni luce dal sistema solare), dopo aver convinto il direttore Otto Struve del suo pazzo progetto: captare i segnali radio che esseri intelligenti extraterrestri, se esistono, hanno certamente diffuso per il cosmo. Vediamo, allora, se davvero esistono. Con la consueta maestria il miglior giornalista scientifico italiano degli ultimi decenni, a lungo formatore dell’intera categoria, il chimico Pietro Greco (Barano d’Ischia, 1955 – Ischia, 2020) delizia lettori curiosi con “ETI” (che va molto più indietro nel tempo e avanti nello spazio), secondo suo volume (il primo “Errore”) nella collana “La parola alle parole” curata da Ugo Leone.

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione In movimento e in posa

 

In movimento e in posa. Album dei comunisti italiani

Marco Delogu e Francesco Giasi (a cura di)

Storia

Marsilio Venezia (e Fondazione Gramsci Roma)

2021 (1° ed. Mondadori 2004)

Pag. 279 euro 39

Valerio Calzolaio

 

Italia. 1921-1991. Una meraviglia! Il noto fotografo ed editore Marco Delogu (Roma, 1960) e l’esperto gramsciano Francesco Giasi (Policoro, 1971) hanno assemblato un ricchissimo originale album di magnifiche (ben) selezionate foto per il centenario della nascita del Pci: In movimento e in posa, perlopiù in bianco e nero, con brevi didascalie. La prima ritrae Amedeo Bordiga nei primi anni venti, dopo quasi altre duecento (di ambienti, dirigenti e persone comuni) le ultime riguardano l’allestimento della sala per l’ultimo XX congresso e un quadro del 2021 (appositamente ideato e realizzato da Ventura) dedicato al palazzo delle Botteghe Oscure. La presentazione è comune e riflette sia sull’uso della fotografia da parte del Pci che sull’uso del Pci da parte della fotografia, un ottimo spaccato storico sulla vicenda politico-sociale italiana del Novecento, completato da un corposo saggio politico di Giasi e (in fondo) dalla cronologia curata da Maria Luisa Righi e Sorgonà.

 

v.c.

 

 

 

 

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