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Il volontariato come valore aggiunto alla bellezza della vita

ANT (2)

Parte dei volontari ANT di Civitanova Marche (Fonte ANT di Civitanova Marche)

La Fondazione Assistenza Nazionale Tumori (ANT  Italia Onlus) è la più ampia realtà non profit in Italia per l’assistenza socio – sanitaria domiciliare dei pazienti oncologici. Nata a Bologna nel 1978 per iniziativa del professore Franco Pannuti, primario della Divisione oncologica dell’Ospedale Malpighi del capoluogo emiliano dal 1972 al 1997, opera sul territorio nazionale con oltre cento articolazioni organizzative. Sono le Delegazioni ANT che coordinano a livello locale le iniziative di raccolta fondi, donazioni e predispongono a livello logistico l’attività di assistenza domiciliare. Nel 2002 è nata l’Associazione Amici dell’ANT, costituita da un gruppo di volontari che agiscono a sostegno dei progetti portati avanti dalla Fondazione.

La sede di Civitanova Marche nasce nel 1995 per iniziativa della dott.ssa Solipaca, di Annalisa, l’infermiera e di un primo esiguo gruppo di volontari, diventati oggi centinaia. La prof.ssa Fiorenza Paffetti, in pensione da diversi anni, ne è la presidente dal 1999. E’ la memoria storica della Delegazione locale. Raggiunta nella sede ANT della cittadina adriatica, in via D’Annunzio, su appuntamento, lunedì 26 luglio nella tarda mattinata, ha rimarcato più volte nel corso della conversazione la bellezza di fare volontariato. Si ama di più la vita. Quando si è toccati di persona con la morte di un proprio congiunto, non si può non rispondere: Eccomi. Ci sono anch’io.

Ad oggi, la Delegazione ANT di Civitanova Marche ha in cura cento venticinque pazienti, provenienti dai tre Distretti Sanitari di Civitanova Marche, Recanati e Sant’Elpidio A Mare, per un totale di tredici comuni. Si avvale della collaborazione di cinque medici, tre dei quali specializzati nella terapia del dolore, due psicologi, tre infermiere professionali. I medici effettuano turni di reperibilità diurna e notturna ventiquattro ore su ventiquattro per sette giorni alla settimana. Gli infermieri assicurano la reperibilità diurna. Tutti i collaboratori dell’associazione sono professionisti motivati. Costantemente formati in corsi mirati, operano in regime libero professionale.

I volontari, preparati nei corsi di formazione: Ti Ascolto (2014), Le tappe della vita (2017), Il volontario cambia e si mette in gioco (2018) si occupano di tenere aperto l’ufficio accoglienza dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,30 e il mercoledì dalle 15,00 alle 18,00. Inoltrano le richieste di assistenza ai medici, danno informazioni, preparano le cartelle mediche. Allestiscono la camera del paziente nella sua casa, da qui l’acronimo O.D.O. (Ospedale Domiciliare Oncologico), con letto ospedaliero, materasso antidecubito, asta per la flebo, sedia a rotelle e predisporre tutto ciò che può rendere confortevole la vita del malato in famiglia. Risolvono, quando occorre, i piccoli problemi quotidiani che la famiglia dell’assistito non può risolvere da sola: prendere una ricetta, andare in farmacia, ritirare la spesa, fare qualche ora di compagnia al paziente, donare pacchi viveri alle famiglie indigenti.

Inoltre, i volontari organizzano periodicamente manifestazioni varie, per raccogliere fondi e diffondere l’immagine dell’ANT. Venerdì ventitré luglio, dalle 21,15 hanno coordinato presso il Varco sul mare, a Civitanova Marche, il XIV concerto ANT. L’orchestra del ‘700 italiano ha ripercorso i capolavori del Barocco. Dal 2012, la Delegazione locale dell’ANT organizza, con il supporto del Banco Marchigiano, giornate di prevenzione al tumore al seno per mezzo di un laboratorio mobile, posizionato in piazza XX settembre a Civitanova e dal 2019 organizza presso gli istituti scolastici superiori delle giornate dedicate alla prevenzione del melanoma. Le iniziative volte a raccogliere sottoscrizioni in favore dell’ente erano più numerose in tempi normali, ma anche in tempo di pandemia non è stata mai fatta   mancare l’assistenza domiciliare al malato oncologico.

Nel periodo più buio della pandemia, anche il comune di Civitanova Marche si è attivato, finanziando con un proprio contributo l’iniziativa dell’ANT “Noi ci siamo”. I malati di tumore sono stati i più penalizzati perché molti di loro non potevano essere curati nelle strutture ospedaliere, differiti anche gli interventi operatori. Medici, infermieri e personale sanitario hanno fatto miracoli. I telefoni sono stati sempre attivi. Si correva da un assistito all’altro nel rispetto delle norme anti Covid ma si è fatto sempre quello che si doveva fare: assistere, confortare, soccorrere chi era nel bisogno. “Ogni volta che avete fatto qualcosa di bene anche ai più piccoli, è come se lo aveste fatto a me”. E’ la vita buona del Vangelo ad essere stata messa in pratica, senza dietrologie: “Non verremo alla mèta ad uno ad uno, / Ma a due a due. Se ci conosceremo / A due a due, noi ci conosceremo / Tutti, noi ci ameremo tutti e i figli / Un giorno rideranno / Della leggenda nera dove un uomo / Lacrima in solitudine” (Paul Eluard). E’ l’ideale laico ma religioso sempre e comunque.

“Il vero amore non è né fisico né romantico. / Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. / Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto,  / ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. / La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, / ma di come danzare nella pioggia!” (Khalil Gibran). La pandemia ci sta insegnando qualcosa che in tempi normali non avremmo mai capito.

 

“Fragilità non è la debolezza, ma la percezione del senso del limite di ciascun uomo e del bisogno che egli ha dell’altro, di un altro essere umano anch’egli avvolto dai limiti del mistero dell’esserci. Almeno un poco pare di capirlo, quando, dentro un mondo che ti sembra impazzito, in una stanza, con la mano stretta in un’altra mano tremante come la tua, guardando in viso chi ti è vicino, ti accorgi che ti sorride e senti che anche sul tuo volto si disegna un sorriso. Senti la gioia e magari piangi, piangi di gioia” (Vittorino Andreoli, Ottant’anni di follia e ancora una gran voglia di vivere, pag.30, Milano, 2020). Anche se ciò è frutto di riflessioni di uno psichiatra, che parla di un altro tipo di malattia, fa bene leggerle, per combattere contro tutte le pazzie del mondo.

“Libero è l’uomo che assume la propria sorte come dono e compito, e rimane fedele a se stesso, perché ne va della possibilità di offrire agli altri la sua essenza, contrastando la vile prudenza che ci rende simili ad animali che hanno come unico obiettivo la conservazione della specie: allora sì che saremo fatti solo per la morte” (Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili, come Leopardi può salvarti la vita, pag. 99, Edizione Mondadori, ottobre 2016).

Raimondo Giustozzi

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