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“Cose di casa nostra” (19) Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più . S

linodi Lino Palanca

Dialetto e usanze, storie e storielle che accompagnano il nostro crescere civile. Il tutto pescato qua e là, senza pretese.

Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più [1]. S

 

sàgrema – sostantivo femminile, ‘goccia’, avanzo di liquidi: dàmmene ‘na sàgrema, dammene un goccio; incrocio tra il latino ipsa + latino lacrima; osimano e numanese sàgrima e così anche ad Agugliano (pure sàgrema).

 

sanciattè – sostantivo maschile, ‘persona scialba’, priva di carattere; in mancanza di riferimenti sicuri è ipotizzabile la derivazione dal francese sans châtaignes intendendo figuratamente, per châtaignes (castagne) gli attributi maschili: la caduta della postonica ha lasciato un sans châtai accolto su base fonetica dal dialetto e diventato sanciattè (ripeto: la mia è una supposizione alla quale non ho trovato riscontri).

 

sbiattulà’ – verbo, ‘chiacchierare’, rimbambire di chiacchiere qualcuno; latino blateràre, confrontare il veneto batolàr (chiacchierare); idem in Osimo, ma anche piattulà, o spiattulà; a Recanati si usa pure per designare il gracidare del tacchino; sbiatulà’ ad Agugliano.

 

scacchinèllu – sostantivo maschile, ‘persona esageratamente azzimata’; voce toscana scacchinèllo; vedi pure ad Agugliano scacchì.

 

scalampèrtu – sostantivo maschile, ‘aperto completamente’, finestre e porte; incrocio tra spalancare (con metatesi) e aprire.

 

scarfejàtu – aggettivo ‘spettinato’ arruffato; voce rurale costruita su scarmigliare con sfilato,sfilacciato; latino tardo excarminiàre; a Recanati scarfijó’.

 

schiàffena – sostantivo femminile, ‘malattia della pelle’ trasmessa da animali; con lo stesso significato l’osimano schiaffène, castellano e loretano schiàffena; in Osimo anche stiàffena; schiàfena a Recanati; schiàfana a Cerreto; schiàffene o stiàffene in Agugliano..

 

schia(v)ìna – sostantivo femminile, ‘coperta di grandi dimensioni’; anche mantello con maniche e cappuccio; latino medievale sclàvus, slàvus perché tipica degli slavi meridionali; un probabile antenato è pure l’antico francese esclavine; schiavìna a Numana.

 

sció’ – sostantivo maschile, ‘tromba marina’, mulinello d’aria; tàjà’ e’ sció’, esorcismo contro la tromba marina effettuato dal tajatóre, uomo dell’equipaggio che possedeva la ‘virtù’, il potere di allontanare il pericolo; anche gausció’ mentre sciunàta è una pioggia forte e di lunga durata; ‘na sciunàta ha purtàtu (v)ìa tùttu, la pioggia ha trascinato via ogni cosa; italiano antico scione dal latino siphònis a sua volta dal greco sìphon, tromba d’aria; vedi anche il veneto siòn, figura fantastica del nonno degli stregoni del mare.     

 

sciurà – verbo, ‘freddare, freddarsi’; aggettivo derivato scióru, freddo; della polenta si dice che edè più bbòna scióra, è più buona fredda; latino volgare (e)xauràre, esporre all’aria; vedi il veneto soràr, freddare; lo stesso che da noi in Osimo, Agugliano e Recanati.

 

sdrùlla – sostantivo femminile, ‘regno, reame degli sciocchi’; chemmìnga ne (v)ièngu da la sdrùlla, non vengo mica dal paese degli sciocchi (chi vuoi prendere in giro?); contrazione del toscano citrùllo, forse; nel senese: strullàggine, cosa da poco, sciocchezza, strullàta atto compiuto in modo irresponsabile (anche strullerìa), strùllo, stupido, sciocco (per il senese: Aldo Bruttini, ‘Alla ricerca delle parole perdute’, Siena, ed. Il Leccio 1996, p. 134).

 

sèrsena – sostantivo femminile, ‘corda robusta al bordo della vela’; etimo incerto, si confronti tuttavia il latino sàrcio, sàrsi, sarcìre: sarcìre funès vèteres, racconciare le vecchie corde.

 

sgaràggia – sostantivo femminile, ‘malattia della pelle’, specie nel capo dove colpisce soprattutto i neonati; forse dall’italiano desueto sgarraffare a sua volta dal catalano escarrafar, graffiare, azione alla quale costringe il pizzicore provocato dalla malattia; a Loreto scaràccia, a Recanati sgaràccia.

 

sónzu – aggettivo, ‘sciocco’; sostantivo derivato sunzarìa, cosa di poco senso, anche piccola somma che si riscuote (poca roba, una sciocchezza); spagnolo zonzo, sciocco.

 

spajulà’ – verbo, ‘debordare’, traboccare, fuoriuscire dal pajòlu, tavolato costituente il fondo di una barca, coperto di paglia.

 

spalegenà’ – verbo, ‘sbadigliare’; incrocio tra spalancare e gèna, guancia (Dante, Paradiso: Diffuso era per gli occhi e per le gene / di benigna letizia …); idem a Recanati, ma anche spalugenà’; a Cerreto spaliscinà’.

 

spitecchià – verbo, ‘togliere le imbastiture’ di un vestito; italiano sviticchiare, slegare, sciogliere un legame stretto; latino volgare vitìculum, viticchio, intrigo; spiticchià’ ad Agugliano.

 

squìnquera – sostantivo femminile, ‘ragazza esuberante e spigliata’; voce toscana, ma vedi anche il veneto squìnciari, vanerella, civettuola.

 

stigàgnu – sostantivo maschile, ‘scricchiolìo’, rumore tipo cri-cri provocato dagli scafi ormeggiati che il movimento dell’acqua, causa il vento, fa toccare tra loro; anche stegàgnu, verbo derivato stigagnà’ (anche stegagnà’): forse da gagnolìo, lamento insistito con forma prefissale rafforzativa st; confrontare il veneto stegagnàre, stuzzicare, tormentare, quindi provocare lamenti.

 

stimbulàru – sostantivo maschile, ‘stimolatore’ dei buoi terminante a punta da un lato, con paletta dall’altro (per la pulizia dell’aratro) e con delle grandi falci; latino tardo stimulàriu, pungolo.

 

stràbiu – sostantivo maschile, ‘trave di olmo o quercia’, lungo circa due metri e mezzo; anche sdràbbiu, come in Osimo; voce rurale; trainato dalle vacche, serviva per compattare il terreno e accostare la terra al seme dopo la semina; verbi derivati strabià’, sdrabià’; confrontare il veneto ràbio; sdràbbiu o stràbbiu ad Agugliano e Numana.

 

stumbèllu – sostantivo maschile, ‘cardo’; anche sorta di guizza; vedi il provenzale estoumbel, ago, che richiama le spine del cardo; a Recanati indica pure persona alta e magra o anche poco socievole; più raramente, sempre a Recanati, stummèllo; stumiéllu a Cerreto.

 

surtó – sostantivo maschile, ‘soprabito’, vedi il francese surtout, sopra tutte le altre vesti (p.e. surtout de chasse, per la caccia).

 

sviaccàtu – aggettivo e sostantivo maschile, ‘svogliato, scostumato’, che ama stare sdraiato come le vacche al pascolo; costruito sull’italiano sviare + vacca con valore spregiativo; altri collegano il vocabolo con stravaccare, costruito anch’esso su vacca (+ stra superlativo).

 

 

 

 

** per i riferimenti all’aguglianese, Fabio Maria Serpilli, Dizionario dialettale aguglianese; per il numanese, Giovanni Marinelli, Il linguaggio numanese nel novecento; per l’osimano Massimo Morroni, Vocabolario del dialetto osimano; per il recanatese, Gabriele Mariani, Il dialetto recanatese; Maria Canavari, Il Vocabolario di Cerreto.

 

[1] Tratte da Lino Palanca, Léngua Màtre – Vocabolario del dialetto portorecanatese, Recanati, Bieffe Grafiche 2010.

 

 

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