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Il Consiglio di Stato dice no al Burchio. Montali: “Vittoria su tutta la linea”

Via del Burchio

Via del Burchio

di Claudio Ricci – da Cronache Maceratesi

Burchio: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune contro Conero Blu, Sipa e 2P. La sentenza, resa nota oggi, annulla il parere del Tar che aveva accolto le ragioni delle tre società contro l’annullamento della variante urbanistica per la realizzazione del mega resort sul colle di Porto Recanati. Una battaglia che aveva contrapposto la Giunta guidata da Sabrina Montali alle società che avevano stipulato con la precedente amministrazione di Rosalba Ubaldi un accordo per la realizzazione dell’opera. Il Tar ha accolto le motivazioni delle società che già avevano provveduto alla realizzazione di alcune opere (marciapiedi e impianti di illuminazione) come previsto negli accordi. Ma nel novembre 2014 il consiglio comunale su proposta dell’amministrazione Montali aveva annullato l’accordo. Tra le motivazioni addotte dalla sentenza del Cds si legge: «La delibera di approvazione dell’accordo urbanistico sarebbe illegittima per non aver valutato e motivato lo specifico interesse pubblico urbanistico sottostante, nonché l’esistenza di strumenti alternativi equipollenti. In concreto, l’interesse a un ordinato assetto del territorio sarebbe stato subordinato ad altre contingenti esigenze (realizzazione di attrezzature pubbliche o di interesse pubblico, valutazioni di tipo sociale e occupazionale sino alla garanzia della sponsorizzazione delle attività sportive).

Secondo la sentenza l’annullamento adottato dall’amministrazione Montali «Avrebbe correttamente valutato la prevalenza dell’interesse pubblico (gravemente leso dai vizi sopra elencati) sull’interesse privato. La società non avrebbe un affidamento meritevole di tutela, dovendo sapere che la decisione ultima di approvazione della variante era rimessa al potere di approvazione del Consiglio comunale.

«E’ una vittoria su tutta la linea – commenta l’ex sindaco Sabrina Montali – gli atti hanno riconosciuto la legittimità delle iniziative assunte a suo tempo. Non si parlerà più di Burchio. La variante è morta e sepolta. Ora la Corte dei Conti dovrà eventualmente stabilire se chi ha assunto la variante all’epoca non sia stato incauto».

Rimane aperto però il discorso sul risarcimento a Coneroblu per la mancata realizzazione dell’opera. «La condotta complessiva del Comune ha ingenerato nella società un legittimo affidamento circa la legittimità della procedura seguita si legge ancora nell’atto – Deriva da ciò che Coneroblu ha diritto al risarcimento del danno emergente subito a causa dell’infruttuoso esito dell’operazione immobiliare». A questo punto dovrà essere il Comune a presentare alla Coneroblu (nel termine di novanta giorni dal deposito della sentenza) una proposta risarcitoria, ferma restando la possibilità per i privati, in caso di mancato raggiungimento o di inesecuzione dell’accordo, di ricorrere per vie legali.

 

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