Poeta schivo, appartato, come molti (Milo De Angelis, Alessandro Ceni, lo stesso Mario Benedetti, di cui si è parlato qui) e apprezzatissimo, Bordini è fluente e carsico come un fiume. Non a caso, Roberto Roversi ha scritto a proposito dei tuoi testi: “Il fiume, così, delle parole, non lo posso rallentare…posso solo inseguirlo”, mentre lo stesso Bordini ha definito i suoi versi “enfatici, a volte prosastici, o molto spesso sonnambuli e dormienti”.
Ai lettori dello Specchio Magazine, alcune poesie in lettura del poeta romano. Le cose usate, Agonia, Mare di Latta, Polvere sono tratte da I costruttori di vulcani, Luca Sossella editore. Ci eravamo abbracciati è tratto da Strategia, recentemente ristampato. Le altre poesie sono inedite.
COLPO DI SONNO
La morte potrebbe arrivare
leggera, lieve, attutita,
come un colpo di sonno
per fare la pace con se stessi
ovunque
come una lumaca
la consistenza appiccicosa
o
un momento di panico
pentimento
una saggezza di emozione così sepolta
ogni improvviso tradimento
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