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Se è vero che nel 2015 le aziende marchigiane hanno assunto 141.839 persone (+8,7% rispetto al 2014) è altrettanto vero che la qualità del lavoro peggiora lasciando il passo “a una dilagante precarietà”, e si divaricano le differenze tra chi ha diritti e chi invece non può averli. Secondo gli ultimi dati Inps, infatti, rileva la Cgil delle Marche, i contratti a termine giungono a quota 94.330, pari al 66,5% del totale delle assunzioni, ed esplodono i voucher che, nelle Marche, raggiungono i 5.000.000, aumentando in un solo anno del 61% e del 202% nel biennio. “Ciò significa – spiega il segretario regionale Giuseppe Santarelli – che il lavoro, che passa attraverso i voucher regolarmente acquistati, ha un valore nominale pari a 50.295.120 euro ed è solo la punta di un iceberg che nasconde spesso altre ore di lavoro nero e sottopagato”. Sempre secondo i dati Inps, su 1.908 aziende ispezionate nel 2015, ben 1.791, e cioè il 93,9%, sono risultate irregolari, con la provincia di Ascoli Piceno in testa.
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