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ItaliaNostra. Preoccupazione per la volontà del governo regionale delle Marche di modificare la “governance” della gestione dei parchi

Fonte internet

L’alleanza delle associazioni ambientaliste guarda con preoccupazione alla volontà del governo regionale delle Marche di modificare la “governance” della gestione dei parchi, aumentando il numero dei propri rappresentanti a scapito delle altre componenti ora presenti nei direttivi.

I due casi recenti del Parco Gola della Rossa e del Parco San Bartolo rappresentano, secondo le associazioni, una scelta che va in una direzione poco lungimirante e lontana dal garantire gli obiettivi di tutela della biodiversità e di dialogo con i territori.

Secondo l’alleanza delle associazioni ambientaliste, la vera sfida per garantire ai parchi un ruolo efficace per il futuro sostenibile ed in armonia con i territori protetti, è rappresentata dalla composizione aperta ed integrata dei consigli direttivi dei parchi, attraverso la presenza equilibrata di rappresentanti della regione, dei comuni, delle associazioni ambientaliste, agricole e turistiche, delle università ed altri enti scientifici.

Mediante una seria tutela ambientale, unita ad una valorizzazione socio-economica e turistico-culturale sostenibile, i parchi possono costituire uno straordinario volano della promozione dei territori, ma per poterlo realizzare devono vedere in prima linea non solo la Regione Marche, con il suo ruolo indispensabile anche per il necessario apporto di finanziamenti, ma anche gli Enti Locali, le associazioni ambientaliste e le rappresentanze delle categorie più interessate come gli agricoltori, gli imprenditori turistici e gli enti scientifici.

Le comunità locali, attraverso le suddette rappresentanze, allargate agli organismi scientifici, sono i soggetti che possono garantire la convinta convivenza di un’area protetta con il territorio circostante, perseguendo un corretto equilibrio tra gestione, tutela e fruizione.

La strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 ci impegna a creare una rete di aree protette ben gestite comprendenti almeno il 30% del territorio terrestre e marino europeo; questa strategia si potrà raggiungere più facilmente con l’equilibrata rappresentanza di tutti gli interessi in gioco e con una maggiore condivisione dei territori.

Le associazioni invitano caldamente la Regione Marche ad accettare la sfida di raggiungere il 30% di aree protette entro il 2030, ad essere promotore di una politica positiva sui parchi e ad emanare una sola legge regionale per i parchi, equilibrata nelle rappresentanze, evitando ulteriori confusioni e proposte diverse razionalmente incomprensibili.