LO SPECCHIO Magazine

I nati, i morti e il futuro dell’Italia

Popolazione anziana

di Marco Moroni

L’Istat ha diffuso di recente il suo Rapporto sulla popolazione italiana nel 2015: nel Rapporto vi sono dati che parlano in modo chiarissimo e sui quali la politica e tutti i cittadini italiani sono chiamati a riflettere.

Nel 2015 ci sono state 488.000 nascite, mentre i morti sono stati 653.000. Quindi la popolazione italiana ha avuto un saldo demografico nettamente negativo: i morti hanno superato i nati di 165.000 unità. Anche negli anni precedenti si era avuto un saldo demografico negativo, ma l’andamento è molto chiaro: nel 2010 le nascite erano a meno 25.000, nel 2014 erano a meno 96.000.

Se non riusciamo a cambiare questo andamento, la popolazione italiana è destinata a diventare sempre più vecchia. Ci saranno sempre meno giovani che dovranno mantenere un numero sempre più alto di vecchi. Col tempo, non basteranno i loro contributi a pagare la pensione a tutti i pensionati. Per un Paese con questi numeri non c’è futuro.

La situazione può cambiare soltanto se ci si muove in due direzioni: 1) da una parte si permette l’arrivo di un numero adeguato di immigrati (che sono più giovani e fanno più figli); 2) dall’altra si prendono misure a favore delle famiglie. Come in altri Paesi europei (l’esempio migliore è la Francia), si possono approvare leggi a sostegno delle famiglie. Servono provvedimenti a favore dei bambini e in particolare dei nuovi nati, ma servono anche sgravi e aiuti alle famiglie che hanno più figli e altri provvedimenti come quelli da tempo chiesti da molte forze sociali.

Insomma serve una politica che sostenga la famiglia nelle sue diverse fasi e serve vincere le paure, gonfiate da politici senza scrupoli, e affrontare il tema dell’immigrazione con razionalità e lungimiranza. Soltanto andando in queste due direzioni si potrà cambiare l’attuale situazione e dare un futuro al nostro Paese.

Marzo 2016