LO SPECCHIO Magazine

Mostre. Divergenze di stile: Senigallia per Benoffi e Messora

La Fondazione A.R.C.A. ospita una mostra dedicata alla città ducale. L’allestimento è stato realizzato per mettere a confronto due visioni poetiche delle Marche. Oltre venti opere di Claudio Benoffi e Cristina Messora che hanno fatto della città ducale, dei castelli lungo le alture della valle del fiume Misa, della campagna i soggetti della loro arte. Il primo è annoverato tra i figurativi più interessanti della nostra regione e tra i maestri dell’arte pesarese. La Messora è, invece, identificata con la produzione degli ultimi dieci anni in cui il paesaggio cromatico richiama certe esperienze del Rinascimento adriatico. Il tema dell’identità è il filo conduttore della ricerca che viene presentato con il titolo “Divergenze di stile – Senigallia per Benoffi e per Messora”,ossia un racconto, attraverso oggetti e figure simboliche, che descrive i mutamenti della natura tra l’estate e l’autunno. Dipinti con oli su tela o con olio su carta incisa sono stati scelti in ordine non cronologico per analizzare la ricchezza estetica, filosofica e letteraria dei due maestri d’arte che hanno voluto rappresentare le Marche.

Nelle opere dei due pittori, il mondo dell’infanzia trova una giustificazione nelle esperienze vissute in passato, mentre la natura è lo scenario di tanti racconti dove gli artisti ambientano le vicende narrate. Gli autori delle opere esposte esaltano l’elemento irrazionale per fare predominare la fantasia e l’immaginazione nelle composizioni.

Lo stile di Benoffi è influenzato dalla pittura di Fattori che permea la materia dipinta,  perché il reale è spesso riprodotto con delle proiezioni interiori che sfociano in atmosfere famigliari. La natura per il pittore pesarese è rappresentata al di fuori dell’accademismo tradizionale perché i colori, che servono a riprodurre il reale, sono quelli che evocano le sensazioni della campagna pesarese o di certi scorci verso il Monte Catria. Di conseguenza il senso della pennellata e il modo di distendere la materia sulla tela non possono adattarsi alle abitudini tradizionali, devono farsi più attivi, in quanto rappresentano l’infanzia. Non mancano, nel suo repertorio, anche, le suggestive vedute paesaggistiche dai castelli di Arcevia verso il mare Adriatico o qualche bello scorcio del paese medioevale di Serra de’ Conti. Comunque, alla rappresentazione della natura, l’artista unisce, anche, un’indagine sociale più o meno penetrante dei diversi strati sociali che ritroviamo nelle marine di Senigallia ove compaiono bambini in abiti estivi intenti a giocare sulla spiaggia.  L’interesse per la società è un richiamo alla pittura romantica, in particolare alla poetica di Daumier. La componente dei ritratti dei bambini sulla spiaggia fa pensare, invece, al pittore spagnolo Joaquín Sorolla y Bastida che dipinse, in un gruppo di opere, ragazzi rivolti in un’altra direzione rispetto al primo. I giochi sulla spiaggia dei ragazzini, descritti dal pittore con tanti dettagli, sviluppano il suo interesse per lo studio dell‘anatomia. Benoffi raffigura, inoltre, giovani in spiaggia, in una varietà di pose e situazioni tanto da crearne un tema specifico nella propria opera che lo SpazioArte ha voluto valorizzare con questa mostra.  Più quieta è la poesia della natura di Cristina Messora, ma, certo, non meno intensa nel rendere il mutevole dialogo di ombre e luci e l’inarrestabile avvicendarsi dei colori dell’atmosfere delle campagna marchigiana. Per la pittrice la meditazione, l’evocazione, la memoria sono una sorta di patina che offusca la felicità della vita presente e mortifica quella realtà puramente fenomenica, che domanda solo di essere visivamente goduta. L’ispirazione la conduce verso un mondo nuovo in cui le città, il paesaggio, la natura non sono quelli modenesi, dove lei è vissuta, ma la campagna tra Ancona e Montemarciano-Senigallia. La ricerca stilistica dell’autrice è condotta, usando il segno grafico, simbolo della memoria e il colore: tonalità di rosso, di arancione e di blu che evocano le sfumature cromatiche del cielo e della campagna marchigiana in cui cresce l’uva. La capacità di meravigliare lo spettatore da parte di Cristina Messora sta nella forma, nella luce e nella  brillantezza dei colori. La pittrice è una rappresentante dell’informale e dell’estetica moderna. I lavori su carta sono esempi interessanti di dipinti realizzati con una tecnica pittorica che si avvicina all’incisione per la profondità del segno nero sulla superficie del quadro.

Andrea Carnevali